E' stato ucciso per la faida di Seminara o per vendetta nel mondo della "mala"

E' stato ucciso per la faida di Seminara o per vendetta nel mondo della "mala" Due ipotesi sulla esecuzione di Antonio Gioffrè E' stato ucciso per la faida di Seminara o per vendetta nel mondo della "mala" Non aveva conti con la giustizia, ma era stato sospettato più volte di traffici poco chiari - "In questo delitto, dicono gli inquirenti, bisogna anzitutto far luce sulla figura della vittima" Otto colpi di pistola, tutti calibro 38, ma esplosi da due armi diverse: due prolettili al capo, due al collo, gii altri al torace. Cosi è stato ucciso Antonino Gioffrè, la scorse, notte sulla sua auto, che sbava posteggiando sotto casa, in corso Orbassano. Tutti 1 colpi sono stati esplosi a un metro di distanza, quasi tutti mortali. Un'esecuzione senza, possibilità di scampo, uesto l'esito dell'esame necroscopico, eseguito ieri pome- rlggio dal perito, prof. Batona Bollone, con il dottor La Sala della polizia scientifica. Ma perché Antonino Gioffrè è stato ucciso? E' la domanda alla quale gli uomini della «mobile» debbono dare una risposta. Alcuni agenti sono partiti ieri mattina per Reggio Calabria. Dovranno indagare su alcuni elementi che le prime indagini hanno permesso di scoprire. Il Gioffrè, ad esempio, aveva ufficialmente una Impresa edile a Beinasco. Ne era titolare con la moglie. Ma pare che l'attività fosse minima. Manteneva invece contatti con Seminara, suo paese natale e alcune persone di Reggio Calabria. Due mesi fa, pare sia stato visto laggiù a bordo di una lussuosa Mercedes, targata Milano. La sua presenza non era sfuggita al carabinieri e agli agenti. Avevano annotato la targa, ora si risalirà al proprietario. Un altro dato emerso dalle indagini è che Antonino Gioffrè spesso si recava anche a Milano e Como. Perché? Cosa andava a fare? I parenti (ieri è stato sentito un fratello e il cognato) dicono genericamente: «JVora sappiamo, comunque certamente per lavoro». Non vogliono aggiungere altro. Dice il dottor Sassi, che coordina le indagini: «Dobbiamo chiarire la figura della vittima. Il delitto è senza dubbio di stampo mafioso, tuta i personaggi che gravitano attorno alla vicenda non parlano. Non vogliono parlare. Dobbiamo scoprire pazientemente ogni cosa». A riprova di questa omertà un particolare: la sera del delitto gli agenti hanno cercato di sapere dalla moglie e dalla madre del Gioffrè dove egli lavorava e quale lavoro facesse. Nessuno lo sapeva. «O meglio — commentano in questura —, nes. su.no lo voleva dire». Ecco allora che fondamentali appaiono i pochi, scarni elementi annotati spesso a matita sul fogli che formano il fascicolo del Gioffrè. Un fascicolo smilzo: reati non gravi come una aggressione ad un barista, emissioni di assegni a vuoto, guida senza patente. Ma ci sono tanti altri appunti In merito ad episodi ben più gravi: sospetti, mai concretizzati da elementi precisi. Era stato sospettato di un traffico di armi, di diamanti, ad¬ dirittura il suo nome era comparso nelle indagini sul sequestro Liore, per il quale venne invece arrestato un suo parente. Il delitto è maturato in questi ambienti? Quindi una vendetta nel mondo della mala, di una fetta almeno di mala quella controllata dalla mafia? Sapeva qualcosa di troppo, per cui si è deciso di ucciderlo? Oppure si era lasciato sfuggire incautamente qualche ammissione e per questo si è autocondannato a morte? I sette proiettili lanciati a terra da uno del killer in fuga, hanno un significato: «Vendetta». Ma perché? E' davvero da collegarsl alla falda assurda e feroce che da sette anni divide due famiglie di Seminara e che ha già fatto diciassette vittime? Domande senza risposta. Per ora. ■k L'industriale Giacobbe Laudi, 58 anni, Biella, via Cerniti 3. è morto ieri mattina alle Molinette per le ferite riportate in un incidente stradale. Il 18 giugno, sulla sua Volkswagen, sulla provinciale Leinl-Volpiano, si era scontrato con una Peugeot, guidata da Bruno Cresci, 45 anni, corso Palermo 105. che viaggiava con la moglie, Giuseppina Draghi, 33 anni, due figli e il cognato. La donna era morta sul colpo. Antonino Gioffrè, la vittima, con la moglie

Luoghi citati: Beinasco, Biella, Como, Milano, Reggio Calabria, Seminara