Aborto, da oggi si fa anche al "Martini"

Aborto, da oggi si fa anche al "Martini" Opererà un medico esterno Aborto, da oggi si fa anche al "Martini" L'obiezione dei ginecologi interni superata con una convenzione - Animata assemblea Da oggi (il primo Intervento sarà eseguito alle 15) si può abortire anche al Nuovo Martini, l'unico ospedale torinese dove l'obiezione di coscienza del primario di ostetricia e ginecologia e del suoi assistenti aveva reso impossibile l'applicazione della legge. Mercoledì pomeriggio, nel corso di una movimentata assemblea, il prof. Luria, direttore sanitario, ha dichiarato di aver stipulato una convenzione con un medico esterno: la dottoressa Rossetti che lavora attualmente al consultorio di Rivoli. SI recherà In ospedale due volte alla settimana ed eseguirà le interruzioni di gravidanza sulle donne ricoverate nei quattro letti a disposizione per l'aborto. Questo annuncio non ha certamente posto fine alle polemiche che, dalla entrata In vigore della legge, si addensano sull'ospedale. La soluzione trovata dal direttore sanitario (in attesa che, con il 5 di luglio, la Regione avvi! la mobilità delle équipes) e che era stata sollecitata martedì dalle donne dell'Udì non ha pienamente soddisfatto l'assemblea. Presenti il presidente del consiglio di amministrazione, 11 consigliere del pei, i rappresentanti della federazione lavoratori ospedalieri e del consiglio dei delegati, oltre ad un centinaio di donne del gruppi femministi, dell'intercategoriale sindacale e dell'udì, la discussione si è sviluppata serrata e non priva di asprezze. « Perché non c'è il primario? » è stata la domanda che le donne hanno rivolto al prof. Luria. Ma il prof. Boscaro era Irreperibile e non è stato possibile « portarlo » in assemblea. « Perché avete cercato questa soluzione? Una sola dottoressa che arriva qui con la sua valigetta, due volte alla settimana, come può capire le donne che deve operare? » ha chiesto una delegata dell'Intercatego¬ riale. « Vogliamo un'equipe fissa in ospedale, non importa chi deve procurarla e come; a noi interessa che ci sia » ha detto una ragazza dei collettivi. « Perché i medici devono sapere tutto di noi e noi non possiamo neppure chiedere perché sono obiettori? » la domanda è giunta da una ragazza dei consultori. Una donna ha raccontato la sua esperienza denunciando 11 trattamento subito: « Il 6 giugno il consultorio mi ha fatto il certificato per abortire; ma intanto ho avuto un principio d'aborto spontaneo. Il giorno dopo sono venuta qui, volevo abortire e stavo male; ma mi hanno detto di ritornare dopo 24 ore. Ho telefonato, non mi hanno risposto. Ero umiliata, stanca, ho aspettato di abortire da sola in casa; ci ho messo tre giorni ». L'assemblea si è irrigidita. I responsabili dell'ospedale hanno dichiarato di non essere al corrente dell'episodio, impegnandosi ad indagare per accertare i fatti e perseguire, se necessario, i responsabili. Quando il dott. Arciprete, obiettore, ha preso la parola è stato interrotto: « Perché obietti? ». Alla risposta: « Per motivi miei », l'assemblea è insorta: « Magari per motivi di carriera ». Dopo alcune ore di discussione il prof. Luria ha risposto alle domande sollevate sia sulla convenzione, sia sulla futura possibilità di avere una équipe interna con la mobilità del personale. Intanto l'attenzione e la disponibilità dell'assemblea erano ormal diminuite; il direttore sanitario ha rinunciato a parlare. Il sindacalista Petrolo ha proposto di aggiornare la riunione. L'appuntamento è per oggi a mezzogiorno. « Che ci sia il primario — hanno detto le femministe — altrimenti andiamo a prenderlo ». m. ca.

Persone citate: Arciprete, Boscaro, Luria, Petrolo

Luoghi citati: Rivoli