L'incubo del modulo di Francesco Forte

L'incubo del modulo L'incubo del modulo (Segue dalla 1' pagina) re il «linguaggio di vita» dei ragazzi di borgata romana. Infastidisce poi in sommo grado la divisione in due di ogni colonna, in relazione alla dichiarazione eventuale dell'altro coniuge, sull'altro lato. Intanto, non ho capito se la moglie debba necessariamente passare sulla destra. Se può aprire lei la dichiarazione, sulla sinistra, è giustificato il termine neutrale «coniuge». Ma se sulla destra ci sta sempre il coniuge femmina, tanto valeva usare il più famigliare termine «moglie». Comunque, il compilare congiuntamente la dichiarazione, quando uno dei due coniugi abbia una denuncia complicata, appare macchinoso: vi è il rischio di doverla rifare tutta, anche per l'altro coniuge, perché il primo ha sbagliato. Si poteva avere un modulo assai più snello e di più agevole compilazione, se si fosse abolita questa sorta di « Ietto a due piazze» costituito dalle doppie colonne riferite ai due coniugi. Il presentare la dichiarazione unita potrebbe più semplicemente consistere nel legare insieme quella di un coniuge con quella dell'altro, fatte su fascicoli separati: passando — insomma — dal letto a due piazze alla camera unica, con due letti divisi. Non è chiaro perché la classifica delle varie attività economiche, adottata per l'imposta sul reddito, differisca da quella adottata per l'Iva: non si poteva accogliere una sola classificazione, preferendo quella più dettagliata dell'Iva? Anche su questa però vi è da ridire: certe professioni appaiono di non facile interpretazione. Ancor più sostanziale è il ri¬ lievo che vi sono tanti regimi di detrazione a forfait delle spese: quello che ne ammette solo il 10 per cento, quello che ne ammette il 30 per cento, quello che ne ammette il 40 per cento sino a 12 milioni. Spesso è difficile per il contribuente attribuire i redditi a queste diverse classi; per il fisco sarà molto arduo il controllo della esattezza della attribuzione. Oscura è anche le nozione di attività professionale in contrapposto a quella occasionale. Anche questa è una- materia da semplificare, mi sembra. Dulcis in fundo: arrivato al termine della compilazione per l'Irpef il contribuente può scoprire che ha diritto a un credito dal fisco. Ma ciò nonostante, deve pagare l'Ilor per cui ha un debito, sempre con il fisco, sulla stessa dichiarazione. Perché il primo credito non si compensa con il secondo debito, sino alla concorrenza? La risposta ufficiale è che si tratta di due imposte diverse. Già. Ma unico è il contribuente che paga ed unico è il fisco statale che riscuole o dà ì rimborsi. Francesco Forte

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