Tre voti alla vedova di Aldo Moro di Gianfranco Franci

Tre voti alla vedova di Aldo Moro Tre voti alla vedova di Aldo Moro ROMA — Prima «fumata nera» per il Quirinale. In attesa che qualche fatto nuovo induca i vari gruppi politici a votare per l'uno o per l'altro dei candidati maggiori, dall'urna di vimini, usata tradizionalmente per l'elezione del Presidente della Repubblica sono usciti ieri sera, soprattutto, i nomi di candidati di bandiera, sostenuti dalle rispettive parti in questa fase iniziale. Guido Gonella, per i democristiani, Giorgio Amendola, per i comunisti, Pietro Nenni, per i socialisti, Ferruccio Parri, per gli indipendenti di sinistra, il professor Luigi Condorelli, celebre cardiologo, per i missini. Non sono mancate naturalmente le indicazioni di stima e di simpatia per questa o quella personalità politica, come sempre capita, oppure segnalazioni di nomi sui quali potrebbero aprirsi trattative, per sbloccare la situazione. Ci sono stati anche nomi vergati nella scheda con intenti polemici o provocatori. Per conoscere il risultato del primo scrutinio ci sono volute più di tre ore. La votazione era cominciata alle 16,25, con un po' di ritardo perché radicali e missini avevano sollevato alcune eccezioni procedurali, e soltanto alle 19,35 il presidente Ingrao ha potuto comunicarne l'esito all'assemblea. Dei 1011 «grandi elettori» hanno votato in 992. La maggioranza richiesta era del due terzi degli aventi diritto al voto, cioè 674 voti, come prescritto per i primi tre scrutini (dopo, il «quorum» scenderà alla maggioranza assoluta). Hanno ottenuto voti: GONELLA 392; AMENDOLA 339; NENNI 88; CONDORELLI 26; PARRI 20. Questi i principali candidati. Altri voti sono andati a personalità diverse. Il professor Alfredo Carlo Moro, fratello del leader della de assassinato dalle Brigate rosse e fino a pochi giorni fa presidente del tribunale dei minorenni, ha avuto 6 voti. La vedova di Moro, la signora Eleonora, ha avuto tre voti. Alla scrittrice Camilla Cederna, il cui libro La carriera di un Presidente è stato uno degli elementi che hanno contribuito a provocare le dimissioni di Giovanni Leone, sono andati 4 voti (quelli dei radicali). Tre voti ha ottenuto anche Paolo Rossi, il presidente della Corte Costituzionale che sta giudicando gli imputati dello scandalo Lockheed. Paolo Rossi è uno dei candidati «veri» per il Quirinale. Tre voti all'ex presidente della Costituente, Terracini, votato dai demoproletari Pinto, Gorla e un delegato calabrese, mentre gli altri hanno preferito convergere su Amendola. Due voti sono invece andati al segretario de, Zaccagnini; altrettanti al senatore libera- le Enzo Bettiza ed uno ciascuno ad Almirante, a De Martino, a Bernardo d'Arezzo e Ines Boffardi (deputati de), a Fanfani e ad Andreotti. Le schede bianche sono state 79 (pri, pli, dn, psdi), le nulle 19. Sembra che, per queste ultime, la parte del leone sia stata fatta dai fratelli Lefebvre. La seconda votazione avrà luogo stamane e se, anch'essa, darà esito negativo si voterà di nuovo nel pomeriggio. Ieri la seduta è cominciata alle 16,10. Per un'ora i carabinieri di guardia al portone principale di Montecitorio erano rimasti irrigiditi sull'attenti al passaggio dei « grandi elettori ». L'aula, illuminata dal fuoco dei riflettori televisivi era gremita. Qualche vuoto solo nelle tribune del pubblico, avendo molte persone rinunciato ad assistere a causa delle difficoltà incontrate. Molti i diplomatici nella tribuna loro riservata. Fra loro spiccavano la berretta rossa del nunzio apostolico mons. Carbone, l'abito tradizoinale dei diplomatici cinesi e quelli vistosi dei rappresentanti dei Paesi africani. Fra i deputati, i senatori e i 58 delegati regionali i colori prevalenti sono gli azzurri e i nocciola degli abiti estivi degli uomini. Le donne sono di una eleganza sobria. La comunista Adriana Lodi indossa un abito rosa-pesco. La senatrice Tullia Carettoni, indipendente di sinistra, ha sulle spalle uno scialle verde. La repubblicana Susanna Agnelli veste una leggera tu- Gianfranco Franci (Continua a pagina 2 in quarta colonna)

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