Le difficoltà del negoziato di Giovanni Trovati
Le difficoltà del negoziato Le difficoltà del negoziato Con una iniziativa inattesa la de ha cercato di sbloccare una situazione di schieramenti contrapposti dichiarandosi disposta a trattare con gli altri partiti per un candidato laico. Appena la notizia si è diffusa, si è pensato che l'accordo sarebbe stato presto trovato su Pertini. Il nome era circolato subito, forse perché socialista, ed i socialisti hanno posto la pregiudiziale che al Quirinale vada un loro uomo, e forse perché considerato un po' al di sopra delle parti: fedele da sempre al psi, ma staccato dalle beghe correntizie. Qualcuno pronosticava che il settimo Capo dello Stato sarebbe uscito dall'urna in tempo breve. Invece dopo il primo scrutinio e soprattutto dopo gli incontri della delegazione democristiana con le altre delegazioni l'ottimismo di una elezione pronta è sfumato. Rimangono valide la decisione della de e l'iniziativa, ma nessuno oggi si sente di escludere che il voto, già creduto facile, torni ad essere diffìcile. Sapremo di più questa sera al termine del terzo scrutinio per il quale è richiesta la maggioranza dei due terzi. La de nell'interrogare gli altri partiti si è detta disposta a votare un candidato laico, purché sia « gradito da tutti ». I socialisti hanno proposto quattro nomi, compreso quello di Pertini, ma i comunisti hanno contrapposto Amendola, i repubblicani hanno preferito tacere. Dopo il primo giro esplorativo è mancato il gradimento generale. Si è ancora ai sondaggi, la partita si è appena iniziata, le soluzioni sono tutte possibili, perché le forze politiche sono molto incerte e procedono con cautela. Dentro la de la scelta del candidato laico incontra opposizioni. C'è chi, dopo Leone, è convinto che non sia bene insistere per un candidato democristiano, e c'è chi giudica doveroso insistere per dimostrare che il caso Leone rappresenta una de superata. Non era pensabile che la democrazia cristiana rinunciasse senza resistenze interne ad un suo candidato e che subisse l'imposizione socialista senza reagire. Il partito avverte sempre di più l'assenza di Moro. Non si è rimessa dal colpo subito: con l'eccezione di piccole frange seguiva con fiducia il leader riconosciuto nel periglioso cammino delle alleanze per l'emergenza, ora stenta a trovare un'altra guida non solo morale ma anche ideologica. Si avvera quanto ci diceva Fanfani: la morte di Moro ci peserà in maniera che neppure ci immaginiamo, specie quando saremo chiamati a scelte gravi. Le dimissioni di Leone hanno affrettato i tempi. Incertezza s'è anche negli altri partiti. Il pei ha indicato Amendola, pur senza sperare in un suo successo, per rispondere alle esigenze della base o, come anche si dice, per evitare che un sì immediato a Pertini ne facesse un candidato frontista, oppure perché una candidatura socialista lo soddisfa poco? Il repubblicano Battaglia ha affermato a Montecitorio che La Malfa guarda con distacco a queste elezioni. Eppure la scheda bianca può significare che il pri non vuol bruciare La Malfa e confida di poterlo presentare più avanti. Tutto dimostra come l'iniziativa democristiana abbia riaperto le trattative, ma come queste siano lontane da un'intesa. Dietro l'elezione del Capo dello Stato traspare la confusione che c'è nella maggioranza e che si ripercuote sul governo. Si è riconosciuta l'emergenza, ma non si è saputo dare soluzioni valide. Troppe mazzate si sono succedute; ultima le dimissioni forzate di Leone. Il monocolore non riesce ad esprimersi, mentre la crisi economica non concede tregua. Solo se si tiene conto di questa realtà, che non sempre si afferra in tutte le sue preoccupanti dimensioni, si capisce perché sia difficile un accordo sul Capo dello Stato, Esso può essere visto come l'espressione di una maggioranza che confida di poter continuare a convivere, ma può anche essere visto come l'uomo che dovrà operare con una maggioranza diversa. Ogni partito scegliendo oggi si preoccupa di predisporre le condizioni per una prossima lotta politica. L'accordo è condizionato dalle preoccupazioni per un domani che si sente vicino. Giovanni Trovati
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