Alla ricerca del laico

Alla ricerca del laico "L'ITALIA DELLA RAGIONE" DI SPADOLINI Alla ricerca del laico TORINO — A dieci anni dalla morte di Mario Fannun-1 zio, e per iniziativa del Cen- tro di studi e ricerche che dal : direttore del Mondo prende nome, sì è tenuto martedì se-1 ra — nella sala delle riunioni ] a Palazzo Cisterna in Torino — un convegno-dibattito per la presentazione dell'ultima | opera di Giovanni Spadolini: L'Italia della ragione. Lotta politica e culturale del Novecento (ed. Le Monnier). Con la «moderazione» di Luigi Firpo, presidente del Centro Pannunzio, sono intervenuti al dibattito tre studiosi che per vari aspetti rappresentano tre volti caratteristici della nostra cultura: Alessandro Galante Garrone, Ettore Passerin d'Entrèves e Norberto Bobbio; ha concluso la riunione lo stesso Spadolini, storico, giornalista, uomo politico (vogliamo soltanto ricordare l'azione da lui svolta come ministro dei Beni culturali) seguito sempre da un pubblico numeroso, attentissimo e che ha ampiamente testimoniato il proprio consenso. La politica e la cultura Jemolo e Firpo hanno già scritto su questo giornale del libro di Spadolini. Ricordiamo soltanto che esso raccoglie sessantasei articoli e saggi giornalistici comparsi negli ultimi sette anni sul Corriere della Sera, su La Stampa e su La nuova antologia e nell'insieme offre un vasto quadro della vita politica e culturale italiana dagli inizi del Novecento ad oggi, diciamo da Giolitti a noi: una galleria di ritratti, di notazioni personali, di valutazioni critiche, sempre con l'occhio attento a cogliere i richiami, ì legami sotterranei, le corrispondenze ideali, gli influssi reciproci. Come ha spiegato lo stesso autore nella prefazione, la «ragione» che ispira questo libro non è la «ragion di Stato»; è la ragione naturale dell'uomo, quella che ha compenetrato la rivoluzione francese e i risorgimenti nazionali, quella che è rifiorita nel nostro secolo «contro i mostri del totalitarismo, quasi tutti figli della vendetta irraziona-, lista, della corsa sfrenata nei campi dell'utopia o del mes sianesimo». E' la ragione dei la non-retorica, è la ragione dell'Italia migliore, l'Italia delle minoranze contro quella delle compiute e spesso com posite maggioranze; l'Italia del dissenso e dell'eresia contro quella delle soluzioni facili e definitive; l'Italia del dubbio e della protesta, contro quella del compromesso e della rinuncia. Insomma, in una parola, è l'Italia laica, ove per laica si intenda «spirito critico contrapposto a spirito dogmatico». Questo carattere «laico», cioè di razionalità tollerante (laicismo non è anticlericalismo) questo «risoluto ritorno allo spinto di Cavour» è stato messo particolarmente in luce dalla disamina che dell'opera di Spadolini ha fatto Alessandro Galante Garrone. Le figure dei protagonisti si stagliano con immediata evidenza, da Gobetti (.«questo disarmato apostolo laico della ragione», il quale era persuaso che «tra il bene e il male si deve scegliere») a Francesco Raffini, dai Rosselli a Salvemini, da Carlo Sforza a Ernesto Rossi a Pannunzio, da Luigi Salvatorelli («illuminista settecentesco insieme storico e giornalista») a Carlo Casalegno («E' vissuta in lui l'eredità risorgimentale») al quale Spadolini ha dedicato un commosso, ammirato ricordo. Anche Passerin d'Entrèves ha visto nell'Italia della ragione — opposta all'Italia del mito, della retorica, della violenza endemica, della fiducia irresponsabile nell'ideologia — un'Italia che si è sempre cercata e mai realizzata. E con particolare rilievo nell'opera di Spadolini ha voluto sottolineare le pagine bellissime dedicate ad Albertini (che Luigi Einaudi a suo tempo definì non senza acutezza «un autocrate indipendente») e a quella figura in un certo senso esemplare d'una Italia comunale, di capitani del popolo e di gonfaloni che fu La ' Pira. Con la sua consueta profondità di pensiero, tesa a trarre dai dati di fatto gli elementi interpretativi senza alterazioni o sopravvalutazioni, Norberto Bobbio si è domandato come si può spiegare la mancata affermazione d'una terza forza intermedia tra Italia marxista e Italia cattolica, e se sia lecito identificare terza forza e laicismo; in particolare perché questa Italia della ragione è sempre stata soccombente? La risposta di Spadolini è stata di sottolineare come questa Italia laica, della terza forza, dei pochi contro i molti è sì l'Italia delle diverse minoranze che non riescono mai a diventare maggioranza, ma è anche l'Italia delle élites e dei fermenti culturalmente più validi, è anche l'Italia del partito repubblicano, del partito d'azione, del partito radicale prima maniera; è l'Italia liberale (in senso non di partito politico ma di atteggiamento spirituale); è l'Italia che vuole rendersi garante delle regole del gioco democratico contro le tentazioni di sopraffazione da parte delle organizzazioni ideologiche di massa; più che ad una terza forza con vocazione di governo ci troviamo di fronte ad un insieme di movimenti di correzione e di funzione equilibrativa. Tra i piccoli partiti In conclusione, ha sottolineato l'autore de L'opposizione cattolica, il laicismo è minoritario solo se lo consideriamo una terza forza politica, non è più tale se lo si considera, com'è, un'antitesi allo spirito confessionale sotto qualsiasi forma e di qualsiasi chiesa. Non è improprio chiamare laici i piccoli partiti, di terza forza, di centro: non senza ragione, ha ricordato il senatore Spadolini, il primo titolo pensato dall'autore per il suo libro era Italia laica, Italia dei laici. Soltanto il timore che la parola «laici» potesse sembrare troppo limitativa ha persuaso l'autore al titolo attuale: L'Italia della ragione. Umberto Oddone