E' l'estate pensiamo all'inverno

E' l'estate pensiamo all'inverno I nostri soldi di Mario Salvatorelli E' l'estate pensiamo all'inverno Non mi riferisco ai capricci meteorologici, ai quali ci stiamo abituando, anche se non mancano di farci regolarmente rimpiangere i tempi — ammesso che ci siano mai stati — in cui le quattro stagioni si succedevano e si comportavano con la regolarità di un cronometro e l'andamento di un manuale. Lo «slogan» messo nel titolo: ecco l'estate, pensiamo all'inverno, e del quale non ho intenzione di rivendicare la paternità, non desterebbe certo stupore nei Paesi del Centro-Nord europeo, dove si è soliti programmare con largo anticipo la vita delle famiglie, delle imprese e dei governi. In quei Paesi a Natale si pensa già alle ferie estive, a Pasqua si prepara la cosiddetta «ripresa autunnale» e in estate, quindi, si pensa all'inverno. Un esempio per tutti: in questi giorni di giugno il ministero dell'Industria del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda ha fatto pubblicare sui quotidiani, a pagamento, l'annuncio che chi rinnoverà le caldaie, chi prowederà a lavori d'isolamento termico degli edifici, in sostanza chiunque incontrerà delle spese per risparmiare combustibilr da riscaldamento, potrà ottenere dal governo un contributo pari al 25 per cento, cioè un quarto delle spese sostenute. Mi sembra inutile aggiungere che in Italia non si pensa ai risparmi energetici, e a misure per agevolarli, né in estate, né in inverno. Al massimo, alle soglie del freddo, se non a stagione fredda già avanzata {forse non a Roma, ma al Nord e sugli Appennini), si promulgano severe norme che, se qualcuno le applicasse e qualcun altro controllasse che fossero applicate, condannerebbero a morire gl'inquilini dei primi piani di caldo, quelli degli ultimi di freddo, e tutti alla polmonite. Ma il mio «pensiamo all'inverno», in questi primi giorni d'estate, anch'essa propensa allo «stop and go», al fermati e vai, come l'economia, vorrebbe essere un invito più ampio. Non si tratta solo di pensare in tempo alle provviste di combustibile per riscaldamento, sfruttando, tra l'altro, la debolezza dei prezzi sui mercati petroliferi, ma di estendere all'economia in generale, e in particolare ai consumi privati, che riguardano beni di consumo durevoli (come l'abbigliamento) e ai consumi delle aziende, non solo nel settore delle scorte, il principio che oggi tutto costa meno di domani, soprattutto quando si è fuori stagione. E' un consiglio che va preso come tale, e soprattutto messo in pratica «al meglio», perché una corsa all'accaparramento provocherebbe l'effetto contrario. La guardi?, alle Finanze Il ministro delle Finanze, Franco Maria Malfatti, riferendosi al mìo servizio di giovedì scorso, 22 giugno, in occasione del 204° anniversario della Guardia di Finanza, m'invia un cortese biglietto in cui precisa che «il potenziamento della Guardia di Finanza non è un'ipotesi di lavoro: per quanto riguarda me e il governo è un disegno di legge che già abbiamo presentato alle Camere». L'annuncio sarà accolto con favore, non ne dubito, dalla stragrande maggioranza degl'italiani. Rimangono, però, un'incognita i tempi necessari per trasformare il disegno di legge in realtà. A questo proposito, siamo tutti in attesa di sapere se saranno arruolati nel tempo previsto quei 1160 militi della Guardia di Finanza che avrebbero dovuto entrare in organico nell'anno in corso (ormai per metà già trascorso) come primo scaglione dei 7756 che dovrebbero potenziare il Corpo in cinque anni. Sempre in tema di guardia alle Finanze, non solo strettamente collegato ai militari incaricati di montarla, ma anche nel senso di tutela delle entrate e delle spese delle Finanze dello Stato, un altro passo avanti (almeno, lo si spera) riguarda la proposta di un'anagrafe speciale tributaria per gli uomini politici e i parlamentari. Prendendo lo spunto da un mio commento, apparso su «Stampa Sera» di lunedì, il segretario del partito liberale italiano, on. Valerio Zanone, mi ricorda che esiste una proposta di legge firmata dai deputati liberali Bozzi, Costa, Malagodi, Mazzarino e Zanone, presentata alla Camera il 6 luglio 1976, il primo giorno della corrente legislatura. La proposta, che s'intitola: «Commissione speciale per l'anagrafe tributaria dei membri del Senato, della Camera dei deputati, dei Consigli regionali, provinciali, e comunali capoluoghi di provincia», è stata assegnata a suo tempo alla commissione Affari Costituzionali della Camera, che per ora non l'ha ancora esaminata. A termini di regolamento, informa ancora l'on. Zanone, il pli chiederà che venga discussa quanto prima. E' già difficile tener dietro alle proposte di legge che vengono discusse, è impossibile quando giacciono per anni nei cassetti di Montecitorio, senz'essere esaminate. E' il caso, ' a quanto sembra, di un'analoga proposta di legge, di iniziativa democristiana, presentata quasi negli stessi giorni di quella liberale, il 17 luglio '76, e alla quale faceva riferimento il segretario della de stessa, on. Benigno Zaccagnini, nei suoi recenti interventi elettorali. Lo precisa «Il Popolo» di ieri, e c'è da sperare che la sua e la mia segnalazione servano, come un colpo di vento, per far volare quelle carte dai cassetti sui banchi dei deputati (ma non fuori dalle finestre).

Persone citate: Benigno Zaccagnini, Bozzi, Franco Maria Malfatti, Malagodi, Mario Salvatorelli, Mazzarino, Valerio Zanone, Zanone

Luoghi citati: Gran Bretagna, Irlanda, Italia, Regno Unito, Roma