Da Ecevit un "no comment,, sulle forniture di armamenti

Da Ecevit un "no comment,, sulle forniture di armamenti Conclusa la visita a Mosca del premier turco Da Ecevit un "no comment,, sulle forniture di armamenti DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Si è richiamato ad Ataturk e a Lenin, il primo ministro turco Bulent Ecevit, per sintetizzare lo spirito in cui il suo governo e quello sovietico possono rafforzare i fondamenti di una politica di buon vicinato, al fine di sviluppare in piena indipendenza una cooperazione economica e tecnica reciprocamente vantaggiosa. Nel rispondergli, al rituale banchetto che ha accompagnato, giovedì scorso, i colloqui, il presidente del consìglio sovietico Kossighin, ha espresso sentimenti analoghi, facendo attenzione a non dire una. sola parola che potesse mettere in imbarazzo l'ospite. Animata da un'attiva volontà di distensione, la Turchia del socialdemocratico Ecevit resta infatti pur sempre un Paese membro della Nato ed i suoi rapporti con la confinante superpotenza sovietica sembrano destinati a mantenersi in un ambito ben circoscritto. La visita compiuta dal capo del governo turco a Mosca si è conclusa ufficialmente ieri, per quanto riguarda gli incontri politici. La sera precedente, egli è stato ricevuto a lungo da Leonid Breznev e insieme hanno espresso piena soddisfazione per il documento politico sottoscritto nell'occasione dalle due parti, e sulla base del quale Unione Sovietica e Turchia porteranno avanti i loro rapporti futuri. Né questo documento, né la bozza di un nuooo accordo economico • commerciale di durata triennale che dovrebbe assicurare un cospicuo incremento all'interscambio tra i due Paesi, sono stati per il momento resi noti. Il testo del primo sarà probabilmente diffuso subito dopo la partenza di Ecevit per Ankara, nei prossimi giorni; mentre l'altro è tuttora allo studio degli esperti che ne devono precisare alcune parti. Il premier turco, che ieri pomerìggio prima di partire per una escursione nella capitale dell'Ucraina, Kiev, ha incontrato i giornalisti, non ha voluto darne alcuna anticipazione. Ha detto però che per quanto riguarda il commercio l'Unione Sovietica si è impegnata a portare a tre milioni di tonnellate Vanno le forniture di petrolio alla Turchia. In cambio, la Turchia darà grano, minerali e prodotti agricoli vari. L'Urss le ha anche assicurato materie prime di interesse strategico e tecnologia per vari settori industriali. Ma l'intesa più importante appare quella raggiunta, oltretutto con notevole rapidità per lo sfruttamento comune delle ricchezze sottomarine del Mar Nero, nella cui piattaforma esisterebbero giacimenti petroliferi e di gas. «La distensione è il terreno sul quale possiamo intenderci e ci stiamo intendendo con i sovietici», ha dichiarato Ecevit. L'intesa comprende forse anche la fornitura d'armi?, gli è stato domandato. «Noi non abbiamo avanzato alcuna richiesta in tal senso e i nostri interlocutori hanno mostrato la sensibilità di non farvi neppure cenno», ha risposto il ministro turco. A chi si rivolgerà dunque la Turchia per avere armi, visto che lei ha dichiarato che a qualcuno dovrà pur chiederne? «Per il momento preferisco non rispondere, perché come è noto il Congresso americano sta trattando la questione dell'embargo con un atteggiamento per noi rassicurante». Un giornalista turco gli ha domandato se ricordava gli articoli di giornale con cui Ecevit attaccava, nel 1961, un Paese confinante la cui radio trasmetteva continui attacchi alla Turchia e se ne aveva discusso con i sovietici. Sebbene rimasto innominato, quel Paese è sembrato che potesse essere la Bulgaria. Ecevit ha replicato: «Da allora sono trascorsi molti anni e comunque questa non era la sede interessata a discutere un fatto del genere. Attualmente noi abbiamo ottimi rapporti con i nostri vicini, tranne uno, membro anch'esso della Nato. Sia per la questione cipriota, sia per quella mediorientale tra Israele e i Paesi arabi noi siamo per una soluzione politica ed abbiamo trovato molti punti in comune con le posizioni sovietiche». 1. z.