Monti tratta col governo libico una grossa fornitura di petrolio di Marco Borsa

Monti tratta col governo libico una grossa fornitura di petrolio Gli acquisti (quasi 900 milioni di dollari) saranno dilazionati in tre anni Monti tratta col governo libico una grossa fornitura di petrolio MILANO — Il gruppo Monti sta trattando con il governo libico un importante contratto di fornitura dell'ordine di circa 9-10 milioni di tonnellate di grezzo ripartite su tre anni per un valore complessivo che si aggira intorno ai 900 milioni di dollari. La durata del contratto potrebbe essere estesa a cinque anni. La trattativa, condotta personalmente da Attilio Monti da una parte e, sul versante libico, dal vicegovernatore della Banca Centrale Regeb Misellati (che è anche nel Consiglio d'amministrazione Fiat) si è andata stringendo nelle ultime settimane dopo una fase esplorativa durata diversi mesi coinvolgendo anche alcuni istituti di credito che dovrebbero fornire le necessarie garanzie. Il gruppo Monti dispone in Italia di quattro raffinerie che l'anno scorso hanno lavorato circa 12,7 milioni di tonnellate su una capacità collaudata di 36,7 milioni di tonnellate. In particolare la raffineria di Volpiano (ex BP) ha lavorato l'anno scorso 1,6 milioni di tonnellate su una capacità di 5 milioni, quella di Milazzo (che fa capo alla Società Mediterranea) 6,1 milioni di tonnellate su una capacità di 20 milioni, quella di Ravenna (Sarom Raffinazione) 4,1 milioni su 7,8 milioni di tonnellate e quella di Gaeta 900 mila su 4 milioni di tonnellate. Il basso tasso di utilizzazione di quest'ultima raffineria ha spinto mesi fa il gruppo a minacciare la chiusura con il relativo licenziamento di 250 dipendenti ottenendo così dall'Agip un contratto di lavorazione per conto Eni di 2,2 milioni di tonnellate in due anni. Gaeta ha ripreso a funzio- nare regolarmente ma le condizioni generali del gruppo sono rimaste precarie nel senso che il tasso d'utilizzazione è ancora largamente inferiore ai pur bassi livelli (oscillanti tra il 55 e il 70 per cento) prevalenti in tutta Europa. Se la trattativa con i libici andrà in porto il gruppo dovrebbe riceverne grossi benefici che valgono soprattutto per la raffineria di Milazzo dove verrebbe concentrata la lavorazione del nuovo grezzo in arrivo particolarmente adatto per ricavare benzina. Secondo esperti del settore, inoltre. Monti non dovrebbe avere difficoltà nel piazzare il prodotto raffinato dal momento che la capacità di commercializzazione del suo gruppo è valutata di circa 9-10 milioni di tonnellate su¬ periore ai livelli attuali. L'anno scorso il gruppo ha venduto in proprio, alimentando anche la propria rete di trasformazione e di distribuzione (controlla la Mach ex BP) circa 6 milioni di tonnellate, la metà del totale lavorato. L'accordo con la Libia dovrebbe anche alleggerire considerevolmente la posizione finanziaria del gruppo, soprattutto della Mediterranea Petroli che a fronte di 96 miliardi di fidi a disposizione ne ha già utilizzati 86 contro 77 miliardi fidi e 28 miliardi di utilizzi della Sarom Raffinazione. Dal punto di vista libico la fornitura al gruppo Monti di 3 milioni di tonnellate di petrolio all'anno (il 3 per cento circa della produzione 1977) rientra nella politica di ac- capparramento di sbocchi sicuri in un momento come l'attuale in cui l'offerta di grezzo tende a superare la domanda con effetti depressivi sui ricavi dei paesi esportatori che vedono invece lievitare il costo dei loro piani economici (molti paesi Opec, non potendo abbassare il prezzo del cartello, fanno a gara nel praticare condizioni di pagamento vantaggiose per i compratori). Secondo fonti petrolifere, tuttavia, il contratto di fornitura della Libia potrebbe essere il primo passo di un più ambizioso progetto d'acquisizione delle attività del gruppo Monti. La Libia, infatti, insieme alla maggior parte dei paesi Opec, è sempre più interessata alla possibilità di raffinare il proprio petrolio in modo da vendere i prodotti della trasformazione anziché semplicemente il grezzo. Finora, però, i progetti di ampliamento della capacità di raffinazione sul territorio libico che avrebbero dovuto consentire la lavorazione in loco dell'intera produzione nazionale alla fine di quest'anno hanno subito pesanti rinvii. Le tre nuove raffinerie, a Zuetina (20 milioni di tonnellate l'anno) Misurata e Tobruk (11 milioni di tonnellate all'anno a testa) entreranno in funzione, se tutto va bene, non prima del 1985 (tranne Tobruk che dovrebbe già funzionare dal 1980). I libici sono certamente interessati alla possibilità d'investire in attività di raffinazione all'estero, sia pure con tutte le necessarie cautele come dimostra la «Joint Venture» a Koper in Jugoslavia per la realizzazione di una raffi¬ neria. Marco Borsa Regeb Misellati Attilio Monti

Persone citate: Attilio Monti, Joint