Beppe Fenoglio scrittore di teatro

Beppe Fenoglio scrittore di teatro INEDITO DEL NARRATORE LANGAROLO SULLA RESISTENZA Beppe Fenoglio scrittore di teatro Nell'imminenza della comparsa presso Einaudi dell'edizione critica delle «Opere complete» di Beppe Fenoglio, a cura di Maria Corti, pubblichiamo uno dei quattro prologhi, sino a oggi inediti, di un dramma, cui Fenoglio attese, sotto il titolo di «Solitudine» (se ne conoscono varie stesure), negli ultimi anni della sua vita. Tardo pomeriggio dì un giorno verso il 12 novembre 1944, nell'ultimo paese prima del fiume. Aula di scuola elementare. I banchi sono stati accatastati tutti in un angolo. La cattedra è rimasta al suo posto e vi siede Perez, con alle spalle una grande carta geografica dell'Italia, stracciata in più punti. A destra della cattedra, una finestra, alla quale sta Bob, in osservazione. Circa la metà della parete di fondo è occupata da un finestrone, al quale sta Nick, pure in osservazione. I tre ascoltano lontani colpi di artiglieria che, variamente intervallati, si susseguiranno per tutta la durata della scena. Perez — Come va dalla tua parte. Bob? Bob — Ne arriva un altro branco. Perez — Chiedi di dove. Bob (gridando verso il basso) — Questi di dove arrivano?... Da Neviglio, di già da Neviglio. Perez — Chiavated, boys... come dicono gli inglesi. E dalla collina? Nick — Saremo ancora in cento... Meno dieci, in questo istante. Gli urlo dietro? Perez — Guardatene bene. Chiavated, boys. Ivan (dalla porta) — Perez, due del paese ti vogliono parlare. Perez — Ci siamo. Il ta¬ baccaio e il negoziante di maiali. Ivan — Sono proprio loro due. Come l'hai indovinato? Perez — Fa' passare. Ci siamo. Negoziante — Buona sera, capitano. Tabaccaio — Buona sera, Perez. Veniamo a nome di tutto il paese. Perez — Nessunissimo bisogno di credenziali. Ma com'è che il prete non fa parte della deputazione? Negoziante — Veramente siamo passati a prenderlo... Tabaccaio — Ma ha risposto che conosceva già fin troppo bene il tuo punto di vista, Perez, e così... Perez — E così è rimasto in chiesa a pregare. Non per questo vi sentite persi, non è vero? Voi avete delle lingue di ferro. Tutti avvocati io vi farei. Tabaccaio — Non scherzare, Perez. Dio volesse che si potesse ancora scherzare, Perez. Negoziante — Capitano, quelli... quelli ci saranno addosso per domani a quest'ora. Perez — Prima, dico io. Per mezzogiorno li avremo al bivio. Tabaccaio — E tu, Perez? Negoziante — Eccoci al nocciolo del discorso. Perez — Io? Io sarò qui. Tabaccaio — Vuoi dire che... resisti? Perez — Non che resisto, che sparo. Tabaccaio — Tu spari!? Negoziante — Non spari, capitano! Non un colpo, per carità. Perez (calmo) — Io sparo. Credo che sparerò dai dieci ai quindici minuti. Tabaccaio — E poi te la batti, eh? Perez — Possibilmente. Tabaccaio — Ma che spari a fare? Quelli sono un esercito, un vero esercito. Che spari a fare? Perez — Oh bella! Per ammazzarne. Negoziante — E quando ne abbia ammazzati due, tre, sei?... Capitano, noi che abbiamo fatto l'altra guerra, noi sappiamo che ammazzare il nemico non risolve niente, non serve a niente. Perez — Nell'altra guerra, la vostra era così. Ma in questa nostra guerra ammazzare il nemico è essenziale. Tabaccaio — Ascoltami, Perez. Anche se tu stai buono buono, quelli entreranno arrabbiati. Se tu gli spari, entreranno imbestialiti. Se poi gliene ammazzi qualcuno, entreranno come demonii... E da dove gli spareresti, Perez? Da dentro il paese? Perez — No. Negoziante — E da dove allora? Perez — Dalla miglior posizione disponibile. Dal costone del cimitero. pp g,? e e i n o a a o a a l y , ri u a e a a e n i e e : e , . i e e , e e o : a a o a o l , 0 n a e e l . a Negoziante — Dal costone del cimitero... Perez — Non fatevi illusioni. Ai fini della rappresaglia, sarà tal quale gli avessi sparato dalle finestre del paese. Negoziante — Vede dunque, capitano, che lei ci disti igge il paese? Perez — Loro lo faranno. Tabaccaio — No, se tu non spari. Sappiamo che cosa ci riservano. Ci prenderanno il bestiame, il grano, il fieno, il vino e qualche cos'altro ancora. Ma è tutta roba che si rifa! Negoziante — Sì, con santa pazienza si rifa. Tabaccaio — Ma se tu spari... Perez — Io sparo. Tabaccaio — Anche se siamo noi a dirti, a pregarti di non farlo, noi che vi abbiamo sempre dato tutto — tutto, dal colpo d'ago delle nostre donne ai vitelli, tutto — e non vi abbiamo mai rifiutato niente? Perez — Mi dispiace. Vorrei potervi accontentare in tutto, a mia volta. Ma io domani sparo. Tabaccaio — Cosi, eh, senza nessuna probabilità... tanto per sparare... Perez — No, tabaccaio. Per finire la guerra. Non ti meravigliare, e ascoltami. Se io domani non sparo, io non avrò più l'animo di ricominciare dopo. Ma se domani sparo, io arrivo diritto alla fine della guerra, perché non avrò smesso mai. Negoziante — Son belle cose, queste, ma solo per lei. Se almeno ci fosse una probabilità, una su cento, di fermarli, di respingerli. Ma qui non c'è da illudersi. Non si possono fermare, nessuno li ferma più. Il coraggio sta bene, ma la ragionevolezza anche. Ma non ha visto, capitano, che i suoi arrivano giù a catafascio, a torrenti? Tabaccaio (supplichevole) — iVora hanno resistito gli altri... Perez (severo) — Qualcuno l'ha fatto. Tabaccaio — Sì, ma soltanto il primo giorno e nei paesi più alti, più arroccati. Noialtri siamo informati, Perez, quasi quanto te. Abbiamo interrogato gli uomini che son passati di qui diretti al traghetto, a passare il fiume. Ce n'era di quelli tanto impressionati che nemmeno volevano rispondere alle nostre domande, per paura di tardare. Hanno resistito sì, ma solo il primo giorno e nei paesi più alti, ma le colline mediane non hanno resistito. E vogliamo resistere qui, quasi in pianura, col fiume alle spalle? Perez — Sì, io sparo. Tabaccaio — Ma è possibile, Perez, che tu non ti renda conto della situazione? Gli altri partigiani arrivano giù a catafascio, a torrenti. Perez — Per questo tipo d'osservazione c'è Bob a quella finestra. Negoziante — E deve anche contare, capitano, che nemmeno i suoi di uomini stanno fermi. Parecchi hanno già alzato i tacchi. Perez — Per questo c'è Nick a quella finestra. Ma nessuno dei due spettacoli mi fa cambiare idea. Io sparo. Tabaccaio — ... Senti Perez, quello che avevamo rimuginato noi nelle nostre teste. Te lo voglio dire, anche se pare ora che non serva più, ma ci siamo tanto scervellati che te lo voglio dire ugualmente. Perez — Ascolto. Tabaccaio — Voi ve ne sareste andati, in un'ora qualsiasi di stasera, e tranquilli tranquilli avreste passato il fiume. Noi vi avremmo dato tutto quello che ci avreste chiesto: viveri, coperte, buoi e carri per il trasporto delle vostre cose grosse, e qualunque altra cosa ancora. Poi tutto il paese, uomini e donne, si sarebbe messo subito al lavoro, a cancellare ogni traccia della vostra presenza qui. Avremmo lavorato tutta la notte, uomini e donne, con torce e candele, e sta' tranquillo, Perez, che domattina non si sarebbe visto né trovato niente di voi: non un bossolo, non un fazzoletto azzurro, nemmeno più un bottone. Poi, verso mezzogiorno come prevedi tu, sareb¬ bags bero arrivati loro, e noi li avremmo aspettati. Così, con gli occhi un po' bassi e le braccia larghe. Ci vuole questo teatro, Perez. Perez — Certo, certo. Tabaccaio — Ci strapazzeranno, ci prenderanno in giro, con voi e con Badoglio, ci insulteranno, daranno delle gabasce alle nostre donne, ci riempiranno i muri con le loro scritte... ma non c'è altro che possano farci. D'accordo, ci piglieranno il bestiame, il grano, il fieno, il vino, i salami, ma è tutta roba che con santa pazienza si rifa. Negoziante — E non potranno farci niente più. Passeranno un paio di giorni e poi se ne andranno. E' una vera fortuna che non possano fermarsi mai, più che tanto. E appena li vedremo allontanarsi oltre il bivio, manderemo oltre il fiume il più svelto dei nostri ragazzi, a cercarvi, a dirvi che loro se ne sono andati e voi potete tornare. Tabaccaio — E magari faremo un po' di festa. Negoziante — Sì, con quel po' di roba che resta. Perez (sospirando) — Io sparo. Tabaccaio — Così sarai la morte e la distruzione del nostro paese! Negoziante — Poveri noi! Tabaccaio — Dovremo maledirti! Perez — Cominciate a farlo! Tabaccaio — Dovremmo... dovremmo denunciarti. Perez — L'hai detto. E allora facciamo così. Tutte due, prendete buona noia di quel che vi dico. Io, che mi chiamo Perez, sono in realtà il dottor Piero Ducei, e ho casa e studio in Torino, via Cibrario 10. Ve lo siete scritto in mente, ve ne ricorderete? Ebbene, alla fine della guerra mi denuncerete a un tribunale militare italiano per aver causato la distruzione del vostro paese. A un tribunale militare italiano. Dr. Piero Ducei, via Cibrario 10, Torino. E ora andate. I due escono, quasi vacillanti. Perez si alza. Ha circa 40 anni. E' corpulento. Porta un pastrano militare inglese e in testa una calotta di lana verde. Si abbottona il pastrano fino al collo. Perez — Bob? Va' dal salumiere e fornaio e ordina per stasera un centinaio di szndwiches. Pane e salame o lardo, quello che c'è. E paga contanti. Almeno stavolta... Nick, tu comanderai stanotte la guardia al bivio. E facciamola bene. Almeno stavolta. Mentre Bob esce, la scena piomba nell'oscurità. Beppe Fenoglio Una delle ultime immagini di Beppe Fenoglio, lo scrittore scomparso nel 1963 a Torino

Luoghi citati: Italia, Torino