I magistrati: dopo la fermata faranno lo sciopero bianco? di Marco Tosatti

I magistrati: dopo la fermata faranno lo sciopero bianco? Riprende stamane l'attività dei tribunali I magistrati: dopo la fermata faranno lo sciopero bianco? Lo annunciano nel caso continuasse quello che i giudici definiscono "lo sciopero della politica verso la giustizia" - Che cosa chiedono ROMA — Lo sciopero di 48 ore dei magistrati di tutta Italia si è concluso ieri mantenendo le stesse caratteristiche di compattezza e di partecipazione pressoché totaile già manifestate nel suo primo giorno. Le aule dei palazzi di giustizia sono rimaste chiuse, ed hanno funzionato solamente i servizi «urgenti e indifferibili». «Resta l'amarezza — ci ha dichiarato il dott. Sergio Letizia, segretario dell'Associazione nazionale magistrati, promotrice dell'agitazione — di usare mezzi che non ci sono congeniali, e che non sono piacevoli. Proviamo un senso di sconforto, e il timore che questa nostra protesta non sia stata recepita». Non è escluso che a brevissima scadenza, nel caso continuasse quello che è stato definito «lo sciopero della politica verso la giustizia», si riunisca di nuovo il comitato direttivo centrale dell'Anni per studiare ulteriori misure di pressione nei confronti del governo. E' molto probabile il ricorso allo sciopero bianco, per evidenziare le carenze e le disfunzioni dell'apparato giudiziario italiano. Ieri mattina la giunta esecutiva dell'Anni ha emesso un comunicato in cui constata «l'adesione pressoché totale dei magistrati, anche non associati, allo sciopero; rileva con soddisfazione che la pubblica opinione, espressa attraverso la stampa, la radio e la televisione ha inteso le ragioni che hanno determinato la magistratura a ricorrere all'estremo mezzo di pressione, quale necessaria, inevitabile testimonianza del profondo disagio in cui i magistrati, per carenza di strutture e per la assoluta inadeguatezza del loro trattamento, sono costretti ad operare». La giunta ha preso atto della «sollecita presentazione» di un disegno di legge al Senato della Repubblica, e delle «iniziative del ministero di Grazia e Giustizia in tema di riforma delle strutture» . «Il collasso è ormai prossimo — ha dichiarato Letizia. — E' da venti anni che continuiamo a dire che così non si può andare avanti». L'Associazione ha preparato un programma di larga portata, e ne ha condensato la sostanza in alcune richieste, presentate al governo nel dicembre scorso. Adeguamenti economici: l'Anni chiede il raddoppio dello stanziamento di bilancio, passando da 556 a 1100 miliardi annuì (su un bilancio globale dello Stato di 64 mila miliardi). Dal '72 ad oggi la media degli stipendi dei magistrati è cresciuta del 20 per cento, il costo della vita del 134 per cento. Organici: da un anno e mezzo è fermo in Parlamento un disegno di legge relativo all'assunzione di 3400 unità. L'Anm chiede che vengano assunti diecimila impiegati di concetto e coadiutori; attualmente ne sono in servizio 6100.1 magistrati previsti dal- n«ncsqpcgpllaunccpisi >,, Ì^SSSSSJS^JSSS^LSA mslpucpbplm—aeffettivamente operanti 6300; l'Anni propone che i concorsi vengano promossi con un forte anticipo, visto che è possibile prevedere al 95 per cento quali e quanti posti si renderanno liberi. Modifica delle circoscrizioni: è necessario ridisegnare la «mappa» della giustizia italiana, ferma al 1870. Giudici conciliatori: la loro competenza si ferma alle cause civili, fino al tetto di cinquanta mila lire. L'Anm propone un innalzamento delle competenze, così da liberare i giudici «togati» dall'onere dei processi di lieve entità. Struttura: attualmente, fra l'incarico ad un architetto e la posa della prima pietra di un edificio giudiziario, passano al minimo 34 mesi. L'Associazione nazionale magistrati chiede che il governo si adoperi per snellire le procedure, in modo da accelerare al massimo la costruzione di nuovi impianti. Marco Tosatti

Persone citate: Sergio Letizia

Luoghi citati: Italia, Roma