Il "dopo Tito" di Frane Barbieri

Il "dopo Tito" Il "dopo Tito" (Segue dalla 1' pagina) tempo, non rimanga nemmeno sopraffatto». Alla sfida del congresso saranno presenti i rappresentanti di quasi tutte le sinistre mondiali: 60 delegazioni comuniste, 36 socialiste e numerosi progressisti e movimenti di liberazione nazionale. Nel gioco delle presenze e delle assenze, fino a pochi giorni fa il posto di massimo interesse e importanza era spettato ai sovietici ed ai cinesi. Di colpo, l'improvviso annuncio dell'arrivo di Berlinguer ha spostato decisamente tutte le attenzioni. L'ospite di riguardo, dunque, sarà senz'altro il segretario del pei, arrivato oggi da Trieste a Lubiana in auto e poi in aereo a Belgrado, accolto da Dolane, segretario dell' Esecutivo e futuro segretario generale, con il quale ha avuto subito un colloquio, presente lo stesso Grlickov. Si specula molto sui motivi della decisione di Berlinguer di passare dalla campagna elettorale nel Friuli al congresso jugoslavo. Motivi di politica interna? Necessità di un rilancio dopo il calo elettorale? Reazioni ai fermenti registrati in seno allo stesso pei? Ogni spiegazione è buona, come lo sono tutte assieme. Forse la più aderente alla realtà sta nelle parole di Grlickov: «Noi diamo il nostro appoggio all'eurocomunismo in quanto rappresenta una alternativa autonoma radicata nella realtà dei vari Paesi». Alle difficoltà interne ed ai tentennamenti registrati nella sua linea eurocomunista, Berlinguer aveva reagito col rilancio dell'eurocomunismo, a Barcellona, insieme a Carrillo. Il congresso di Belgrado è forse il posto più adatto per trovare un aggancio fra l'ipotesi eurocomunista e una realtà socialista ispirata, a differenza delle altre esistenti all'Est, alla ricerca di una identificazione fra socialismo e democrazia. Eclissato dalla presenza di Berlinguer — ma fino a un certo punto — rimane Fjodor Kulakov, finora il più grosso personaggio del Cremlino inviato a un congresso jugoslavo. Le sue funzioni — membro del Politburo e della segreteria del pcus — non dicono tutto del personaggio: risulta più importante la sua ipotetica posizione nel futuro. Kulakov, infatti, viene indicato sempre più spesso come il più probabile successore di Breznev (data l'età avanzata di Kirilenko e di Suslov, «bruciatisi» nei lunghi anni dell'attesa). Si tratta della prima uscita di Kulakov all'estero. Un collaudo nei sempre più intricati affari intercomunisti. per cui è significativo che sia stata prescelta proprio Belgrado, forse anche in vista di una presenza cinese. Questa, però, all'ultimo momento è venuta a mancare. Sarebbe stata senz'altro la più spettacolare. Si pensava che potesse rimanere al congresso Liao Han Shen, che si trovava in visita in Jugoslavia nella sua qualità di vicecapo dello Stato Maggiore cinese. Tre giorni fa. invece, egli ha fatto ritorno in patria. Da Pechino hanno comunicato che il pc cinese, per norma di statuto, non invita e non manda delegazioni ai congressi. Oggi, poi, è pervenuto un messaggio di Hua Kuo-feng indirizzato al Congresso: la forma in cui i cinesi esprimono la loro solidarietà ai partiti fratelli {numero molto ridotto, per la verità). Il testo sarà reso noto domani. I dirigenti jugoslavi, anticipandocelo, ce 10 hanno descritto come molto cordiale e vicino alle posizioni di Belgrado. Fra i presenti spicca, inoltre, la delegazione cecoslovacca, indicativa per la scelta del personaggio principale: Vasil Bilak. A controbilanciare la sua ortodossia susloviana è presente il prescelto di Carraio, il più attaccato dei dirigenti spagnoli da parte degli stessi susloviani: Manuel Azcarate. Gli ospiti dovranno guardarsi bene dal metterli seduti troppo vicini nella sala del congresso. Grlickov è stato esplicito, nelle sue odierne dichiarazioni, riferendosi ai punti di politica internazionale più controversi. Elenchiamone alcuni. Non allineamento: « Non può essere considerato come riserva o appendice del blocco socialista ». Cubani in Africa: « L'Africa deve appartenere ai soli africani; dobbiamo impedire la divisione del continente in zone d'influenza che ricalchino quelle esistenti in Europa ». Movimento comunista: « Noi con 11 movimento operaio non abbiamo problemi, attenendoci strettamente alla nostra autonomia. Non sono però sicuro se il movimento operaio non abbia problemi con noi». Per finire, oggi si apre un congresso che dovrà verificare la consegna finale del programma della Lega: « Nulla di ciò che è stato creato dev' essere per noi tanto sacro da non poter essere superato e da non dover lasciare il posto a ciò che è più progressista, più libero, più umano ». Sembra che gli jugoslavi siano decisi a mantenere viva questa consegna: sfidando gli altri ma, anzitutto, sfidando se stessi. Frane Barbieri