Fillol è già un eroe

Fillol è già un eroe Prodezze del giovane portiere argentino Fillol è già un eroe Pochi i nuovi protagonisti ai mondiali - Le doti di Boniek unico talento inedito del calcio polacco - La sorpresa di Brands DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BUENOS AIRES — Ubaldo Matildo Fillol, Il portiere dell'Argentina, da un palo di giorni è l'uomo più Intervistato del mondo. Per via di quel rigore parato mercoledì contro la Polonia è diventato l'eroe nazionale, Il mito, colui che con un guizzo d'Istinto sulla sua sinistra ha salvato la patria tutta dalla delusione di un pareggio che avrebbe forse rubato speranze di un'Argentina campione. Dopo le prime partite del secondo turno, Ubaldo Fillol è senza dubbio II protagonista più acclamato, il giocatore più fotografato. Le sequenze del rigore parato occupano pagine e pagine del quotidiani argentini, Deyna che colpisce la palla e la palla che va nell'angolo e lui, Fillol, pronto come un gatto a regalare al suo tifo la gioia più bella. E poi l'esultanza, l'abbraccio del compagni, le bandiere che salutano, Il tutto fissato in immagini che bastano da sole, senza le parole, a costruire l'eroe. Ma I giornali parlano di Ubaldo Fillol con soddisfazione doppia. Prima viene l'Argentina, ovvio, e Fillol mercoledì ha salvato l'Argentina, poi viene l'attacco sempre gradito a Cesar Luis Menotti I cui capricci in fatto di scelte vengono sottolineati ad ogni occasione. La malcelata antipatia di gran parte della stampa argentina nel confronti del responsabile tecnico della Nazionale alimenta sotto sotto le Interviste al portiere, e il fatto che più di ogni altro viene messo In chiaro è che l'utilizzazione In squadra di Fillol è dipesa in gran parte dalla spinta del giornali che volevano a tutti i costi fra I pali il portiere del River Piate. Menotti invece era contrario. Nelle gare preparatorie, quando si trattava di studiare la formazione Ideale, erano stati provati tutti, Gatti, Lavolpe, Baley e perfino Cejas, ma Fillol non poteva contare sulle simpatie dell'allenatore e solo In extremis (come terzo portiere, aveva concesso Menotti) era stato convocato per il mondiale. Era stata una vittoria della stampa che ora, nella settimana di trionfo del suo antico candidato, non può fare a meno di tirar fuori la storia con ricchezza di particolari. Anche la vita del portiere viene analizzata In dettaglio, con quel pizzico di Idealizzazione che sola riesce a trasformare il campione in mito. Fillol è nato II 21 luglio 1950 a San Miguel del Monte e incominciò a giocare come centrocampista. Non era male, ma quando decise di passare al Ouilmes, in attacco tutti 1 posti erano già occupati e non restava, di libera, che la maglia del portiere. Cosi Fillol fini fra I pali e due anni dopo passò al Racing prima di essere acquistato dal River Piate, la squadra In cui gioca tuttora e nella quale, sono I suoi desideri, vorrebbe chiudere la carriera. Esordi in Nazionale già nei mon¬ diali di Germania, quattro anni fa, contro la Germania Est e da allora ha collezionato una ventina di partite. E' alto 181 centimetri per 78 chili, vivace di carattere, polemico nelle dichiarazioni. Non aveva iniziato molto brillantemente il suo mondiale, incerto contro l'Ungheria, ancora legato con la Francia, buono davanti all'Italia, salvatore del destini della nazione contro la Polonia, e adesso il mondo lo aspetta con II Brasile, nella partita che qui In Argentina vale come due campionati del mondo. Ubaldo Fillol sorride e attende. Ha vinto la sua battaglia personale con Cesar Luis Menotti e gode del successo senza pensare troppo al domani. Racconta della figlia di due mesi che lui ha chiamato Nadia in onore della grande Comaneci, rivive al rallentatore II rigore della gloria: ■ Ho scelto un angolo e mi sono buttato — spiega —. Nulla più di questo. Non so perché ho scelto la sinistra, forse le costole mi tacevano meno male, ma non sapevo assolutamente da quale parte avrebbe calciato Deyna, sapevo solo che è un giocatore freddo, dotato di gran tocco di palla, ricco di esperienza Internazionale. Gallego mi aveva suggerito di buttarmi a destra ma lo non gli ho prestato ascolto. Sul rigore, la responsabilità della scelta è tutta del portiere. Fu comunque fortuna, soltanto fortuna*. SI schermisce II portiere, ma è pronto a prendersi I suoi meriti quando gli si ricorda la parata sul colpo di testa di Boniek: • Certo, In quell'occasione è stato diverso — ammette —. Boniek doveva per forza tentare II pallonetto. La parata non è stata d'Istinto, bensì frutto di freddo calcolo ». Anche questo, come II rigore, è stato un intervento decisivo e II pubblico impazzito di Rosario ha tributato i giusti applausi al suo eroe. Chi ci è restato male, nell'azione descritta da Fillol, è ovviamente Boniek, l'attaccante polacco che con tanta maestria si ò visto chiudere la via del gol. Zbignlew Boniek, ventidue anni, astro nascente dal calcio polacco e altro protagonista di questa seconda fase del campionati. Biondo, alto, avaro di sorrisi, Boniek ha preso II posto del grande Lubanskl e si è subito dimostrato all'altezza di tanto campione. E' rapido nell'azione, veloce, dotato di senso del gol anche se nelle in- tervlste, tranquillo, afferma che nella Polonia non esistono goleador perché tutti, anche Lato, giocano per la squadra e non per se stessi. Ha esordito in Nazionale, caso strano, proprio contro l'Argentina, nel 1976, in una partita disputata a Varsavia e vinta dai padroni di casa per 2-1. Da allora di Incontri con la maglia della Nazionale ne ha giocati ben 24 mettendo a segno anche 8 gol. Zblgniew Boniek, un metro e 81 per 75 chili, è nato a Bydgoszcz II 3 marzo 1956 e appartiene al Wldzew, la società In cui Iniziò a dare I primi calci quando era ancora un ragazzo. E' sposato e padre di una bimba che si chiama Carolina ed ha circa un anno. Boniek, In campo, non ama un ruolo fisso, ma preferisce spostarsi in continuazione alla ricerca d! spazi liberi dove sfruttare le sue doti di velocità, di corridoi in cui infilarsi alla ricerca Improvvisa del gol. Qui in Argentina Boniek ne ha segnati due, entrambi contro Il Messico nella sua prima partita disputata al mondiali: « // gol d'apertura, messo a segno poco prima del riposo, è stato quello che mi ha reso più felice perché significava la qualificazione matematica », sorride finalmente Boniek ricordando la gioia della rete, Il pallone che batte il portiere messicano. Stessa felicità ha provato mercoledì scorso sul campo di Cordoba il giovane difensore olandese Enry Brandts, ventiduenne stopper del Psv Eindhoven chiamato per la prima volta In squadra da Ernst Happel contro l'Austria di Hanns Krankl. Brandts è stato scelto proprio per marcare II pericoloso centravanti austriaco, ma In una delle poche puntate offensive è stato addirittura lui ad andare in gol colpendo di testa dopo pochi minuti una punizione dalla destra di Haan. Anche Brandts, come Boniek, è uno del giovani che stanno salendo alla ribalta dopo aver fatto panchina nel turno eliminatorio. Il polacco ha giocato bene, l'olandese ha segnato all'esordio In nazionale, bravo è stato anche un altro olandese, Pieter Wlldschut, ventenne centrocampista del Twente praticamente alla sua prima vera partita in Nazionale dopo il secondo tempo disputato nell'Incontro davanti alla Scozia di Ally Me Leod. Non ha Invece segnato Teofilo Cubillas, uno degli eroi della prima fase, e le due quotazioni in fatto di popolarità stanno scendendo perché II mondiale è Impietoso e adesso che si è alla conclusione contano purtroppo soltanto I gol. Quelli che hanno reso grandissimi mercoledì Mario Kempes e Dirceu José Gulmaraes detto Dlrceu, eroi senza macchie di Argentina e Brasile: solo un rigore parato, a volte, può avere più fascino di un pallone che si infila imprendibile In rete. Carlo Coscia