Bellugi ha vinto la sua grande battaglia

Bellugi ha vinto la sua grande battaglia Un "veterano,, azzurro rivalutato dalle prove mondiali Bellugi ha vinto la sua grande battaglia DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BUENOS AIRES — Mauro Bellugl, un veterano della maglia azzurra. Ventinove anni, sposato con la signora Donatella, ha una bambina di nome Giada. Un carattere estroverso, diciamo pure stravagante. L'attributo non l'offende. Ammette egli stesso di essere un tipo al di fuori del comune. Ad un certo momento della sua vita sembrava Irrecuperabile per Il calcio. Un'operazione al ginocchio. La ripresa fu lenta; ebbe un periodo di sconforto, che riusci a superare grazie all'affetto ed alla fiducia di sua moglie. Oggi Mauro ha vinto la sua più difficile battaglia. • E' una storia lunga, la mia — esordisce lo stopper azzurro —, mi fermai prima della partita di qualificazione al mondiale contro II Lussemburgo. Si era fatto male, in quel periodo, anche Rocca. Inizialmente, credevo di poter recuperare in fretta. Dopo mi accorsi che ero stato troppo ottimista. Nessun miglioramento a conforto. Purtroppo, continuavo a giocare sopra questo benedetto glnccchio. Poi ho voluto fare di testa mia; non era il caso, secondo me, di accelerare i tempi e compromettere tutto. Prendo l'esempio di Rocca, che è un tipo che sa soffrire. I medici gli dicevano di stringere I tempi e di spingere. Tutto si è rivelato Inutile, lo, invece, rispondevo che avrei forzato I tempi solo se mi fossi sentito in condizione. Il professor Trillai era stato molto esplicito. "Se hai male — aveva detto —, fermati": Momenti di sconforto. Desiderio di lasciare II calcio. Pensieri magari momentanei, che però avviliscono, che fanno venire meno la sicurezza in noi stessi. « E' vero — aggiunge Bellugl — Il mio segreto sta nell'affetto di mia moglie. Continuava a ripetermi che ero più bravo di Pelò, che non potevo lasciarmi vincere dallo sconforto come uno scolaretto. La notte, quando mi lamentavo perché II ginocchio si gonfiava a mi procurava fitte lancinanti, mi accarezzava sulla fronte e mi dava tanto coraggio. Devo molto a Donatella. Adesso ho capito di essere tornato come prima e ne sono soddisfatto, felicissimo. Voglio ancora raccontare un aneddoto. Ho passato un momento terribile all'Inizio di stagione. Avevo disputato due partite in Coppa Italia con il Bologna. Poi Cervellata mi aveva momentaneamente accantonato. Ho saltato quattro o cinque turni di campionato. Le cose cominciavano ad andare male. Al posto di Cervellati subentrò Pesaola. Un giorno il Petisso si presentò sul campo, stavamo disputando una partitella, lo giocavo fra i rincalzi. Appena mi vide diventò scuro in volto. Chia¬ mò Il giovane Garuti, lo pregò di darmi la maglia da titolare. E da quel momento ho vissuto un crescendo che mi ha portato in Argentina ». a. car.

Persone citate: Bellugi, Cervellati, Chia, Garuti, Inutile, Pesaola, Rocca

Luoghi citati: Argentina, Buenos Aires, Italia, Lussemburgo