E li chiamano "bastardi,,

E li chiamano "bastardi,, A Mango d'Alba il raduno dei cani senza collare E li chiamano "bastardi,, Questi cani senza blasone sono protagonisti di storie patetiche che hanno molto da insegnare agli uomini - "Kaì", la cagnetta genovese che per 14 anni ha continuato a cercare la padroncina morta in un incidente - "Lisa", il "pastore" che da solo portava le mucche al pascolo e le riaccompagnava alla stalla - Premi agli amici dei cani DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE MANGO D'ALBA — «Mio papà aveva un cane pastore di nome Lisa. Quando mio papà e i suoi familiari andavano in campagna a svolgere il loro lavoro, Lisa accompagnava le mucche al pascolo e le custodiva in modo che le mucche non procurassero danni ai vicini. Verso notte, mio papà la chiamava e Lisa riuniva tutte le mucche e le guidava a casa, accompagnandole sino alla stalla. Oltre alle mucche portava anche le pecore al pascolo ». Questa, raccontata da Livio Scavino (6 anni) è una delle tante storie che saranno presentate domani a Mango d'Alba, il paese che da diciassette anni raccoglie a congresso, a fine giugno, i cani bastardi. E' una storia grigia e senza drammi, ma anche senza felicità: la vita di un cane che ha diviso serenamente il lavoro del suo padrone sinché è morto di vecchiaia. Ma forse proprio per la sua semplicità, che ha colpito un bimbo tanto da rimanergli impressa nella memoria, può apparire tra le più significative per rispondere al tema di questo raduno: « Io e il mio padrone contro la violenza ». Till, di Asti, ad Augusto Ferrerò che lo ha raccolto randagio sulla strada di un giorno di pioggia, ha dato cinque anni di indulgente comprensione: l'umore del padrone è per lui misura di letizia o di tristezza. Kaì, del dottor Annibale Tizzoni di Genova Pontedeci- mo, ha consumato la sua vita i (14 anni) a cercare tracce del- la padroncina morta tragica- mente a Quargnento di Ales- sandria. | Polidoro, di Annamaria La-1 guzzi, di Torino, abbaiando a I perdifiato, ha salvato la sia Tilde malata, da un ladro en Irato in casa dalla finestra, Cico, di Claudio Marengo, di Diano, considera suo do- vere partecipare a tutti gli svaghi del padroncino, anche se a volte si tratta di giocare a calcio facendo rimbalzare il pallone con il suo tenero naso. Con Diana, di Franco e Mauro Grasso, di Rodotiglia di Calosso, la sorte è stata crudele: una mano cattiva le ha rubato il cucciolo che le aveva restituito l'allegria dopo il lungo periodo di vagabondaggio in solitudine da cui le era rimasta negli occhi « una infinita tristezza ». Diana è di nuovo sola e disperata: non appena può, corre sulla strada ad annusarla cercando tracce del suo piccolo; ma non per questo in casa è meno affettuosa e cordiale. E amara è l'esistenza di Tunti, la « pecora color antracite » di Camilla Piancenza, una straniera che abita a Venezia Lido. Il suo nome deriva da « tum-tum » perché con la coda « che sembra un ramo di betulla » picchia contro i mobili per avvertire della sua presenza. Da tempo infatti Tunti è sordo e cieco, ma « la sua personalità è rimasta giovanile e cucciolona »: dalla vita impietosa non ha tratto che una lezione di mitezza. Con i nuovi venuti, a Mango non mancheranno i veterani: Titti, di Nichelino, che è ancora viva e vegeta nonostante le sue dieci e piii primavere; il bastardino Tatti di Alba e forse anche Cuin, (codino) di Cuneo, il cane pacifista che la volta scorsa ha vinto la coppa e ha offerto lo spunto per l'edizione di quest'anno. Non hanno mai chiesto popolarità e onori, gli « emarginati» di Mango, paghi di ritrovarsi assieme per un giorno intero con i padroni che li hanno adottati, in un paese che da sempre li riceve come ospiti graditi, a parlare la stessa lingua di amicizia. Purtroppo, come capita spesso, i senza collare piemontesi sono stati scavalcati da un'iniziativa romana che qualche giorno fa ha riunito, a villa Borghese, duecento randagi per la « Prima giornata italiana del cane bastardo ». Ma i tabui non violenti di Mango non serbano rancore: il programma della loro festa, ormai quasi ventennale, è ricco e generoso. Tra l'altro la riunione cinofila offrirà il destro di premiare alcuni amici dei cani: lo scrittore Carlo Cassola che ha dedicato loro un libro; la contessa Virginia de Gradi Craja, di Palazzolo Milanese che da oltre cinquant'anni dedica le sue sostanze al salvataggio degli abbandonati, il presentatore Lucio Flauto di Antenna 3 Lombardia; il professor Giancarlo Ferrara Caro; il Comando provinciale dei vigili del fuoco che « ha messo a repentaglio la vita di alcuni suoi uomini per salvare un cane in procinto di annegare » e La Stampa, « che da sempre prende posizione e difende gli animali e si è fatta portavoce per la raccolta delle firme contro la vivisezione ». Gli amici sono tanti. « Caro convegno nazionale del cane — hanno scritto gli alunni della seconda elementare E di Perugia — noi con la nostra maestra Marcella Molinaro siamo felici perché amiamo la natura, le piante, gli animali. E' tanto lontano, I.Iango d'Alba, ma noi abbiamo raccolto il vostro messaggio di pace e vi auguriamo una bella giornata ». Vittoria Sincero Uno dei protagonisti del raduno di cani bastardi a Mango d'Alba (S. Sclavaggione)