Dagli Usa messaggero del sole di Marco Tosatti

Dagli Usa messaggero del sole La crisi energetica Dagli Usa messaggero del sole ROMA — La nuova crisi energetica, per i Paesi industrializzati, arriverà «troppo presto». Questa è l'opinione di John O'Leary, vicesegretario di Stato per l'energia del governo americano e studioso dei problemi economici collegati. «Verso il 1982 — ci ha detto — probabilmente cominceranno ad esaurirsi le riserve di petrolio e gas che per ora garantiscono un'apparenza di surplus, e sono quasi certo che per il 1985 la nuova crisi sarà in pieno svolgimento. Può darsi che il suo arrivo venga anticipato all'82 o alV84, ma di sicuro ci piomberà addosso nella metà degli Anni Ottanta ». O'Leary sta compiendo un tour in Europa per affrontare, con i governi occidentali questa problematica, e in particolare le possibili alternative all'uso non solo del petrolio e del gas, ma anche delle centrali nucleari e del carbone. Atomo e carbone si configurano attualmente come gli unici possibili sostituti di un certo rilievo alle fonti di energia attuali. «Non mi piacciono né l'uno né l'altro — ha ammesso il vicesegretario di Stato —. E' uno dei casi tipici in cui si cerca non il meglio, ma il meno peggio». Le centrali elettriche a carbone nel '76 generarono il 46 per cento del totale dell'elettricità consumata negli Usa, e tale percentuale salirà fino al 52 per cento nel periodo 1985-1990. Le centrali nucleari, relativamente agli stessi periodi, hanno fornito e forniranno il 9 per cento e circa il 25 per cento. Nessuno di questi due sistemi è esente da rischi e aspetti negativi. Se la polemica relativa all'uso pacifico dell'atomo ne ha messo in evidenza molti, O'Leary ha voluto ricordare che «ogni anno, negli Stati Uniti muoiono almeno mille persone ira chi lavora nelle miniere, per incidenti o per aver respirato polvere di carbone, e che altre seimila persone, nei centri vicini, vedono la loro vita finire, secondo alcune stime, con un anticipo variabile da uno a venti anni, rispetto a quello che sarebbe normale, a causa delle condizioni ambientali». La risposta «pulita» può venire dall'energia solare. Ma «non stiamo facendo abbastanza, negli Usa, perché non capiamo quanto siamo vicini al punto di crisi per quel che riguarda petrolio e gas». Se il tema energia solare fosse lasciato al libero mercato, forse arriverebbero fra cento anni i risultati che invece, «se spingiamo forte» , sono in vista per i prossimi vent'anni: e cioè «arrivare a coprire il 5 per cento del fabbisogno di energia». Il governo Usa sta impegnandosi a fondo in quest'operazione. Il budget per la ricerca in questo settore è salito da meno di centomila dollari nel '70 a 4 milioni nel '73, a 325 milioni di dollari nell'anno in corso. Nel '70 nessun palazzo era riscaldato a energia solare; attualmente sono circa trentamila, e «vogliamo spingere, per V85, le installazioni a una cifra oscillante fra i due milioni e mezzo e i tre milioni e mezzo». E' opportuno che questo sforzo venga condiviso, secondo O'Leary, anche al di fuori degli Stati Uniti, tramite contatti bilaterali o attraverso l'ente intemazionale per l'energia per le attività non nucleari. In particolare, per quel che riguarda l'Italia, da parte americana si ritiene che esistano premesse favorevoli per sviluppare alcune attività. Marco Tosatti

Persone citate: John O'leary, O'leary

Luoghi citati: Europa, Italia, Roma, Stati Uniti, Usa