La posizione dei sindacati sul Presidente
La posizione dei sindacati sul Presidente La posizione dei sindacati sul Presidente ROMA — I sindacati giudicano «opportune» le dimissioni del presidente Leone, ma ne temono le conseguenze sul piano politico, in particolare il prolungarsi della crisi di governo e, forse, il ricorso a elezioni anticipate. Il segretario generale della Cisl Macario ritiene necessario che i partiti, di fronte alla gravità della situazione, realizzino una intesa, la più larga possibile, per eleggere rapidamente un nuovo presidente della Repubblica e per sottrarre la vita del Paese «alle defatiganti fumate nere, che darebbero la sensazione di uno sfilacciamento e di grosse difficoltà, consentendo la ripresa della discussione sul quadro politico così faticosamente costruito e il ricorso ad elezioni anticipate». Macario ha sottolineato che occorre «andare ad una stretta sui problemi generali che riguardano l'occupazione, anche in vista dei prossimi rinnovi contrattuali». E ha esprèsso il suo favore per un presidente della Repubblica «che ottenga, il più sollecitamente, tutti i consensi possibili». Per la Uil il segretario confederale Buttinelli auspica che le dimissioni di Leone non influiscano sull'assetto politico e che le dimissioni del governo Andreotti davanti al nuovo capo dello Stato siano soltanto formali in modo da non pregiudicare gli impegni presi e le scadenze fissate. «Potremmo essere anche disponibili per un rinvio di una settimana della data del 24 giugno stabilita per la presentazione dei piani dì settore al Cipi, al fine di permettere un confronto serio, concreto, serrato con le forze sociali. Non ammetteremmo, invece, nessuno slittamento che rientri in una semplice strategia del rinvio: porremmo immediatamente, in questo caso, il problema della capacità del governo di gestire le linee dell'accordo di maggioranza ». Molto dure le reazioni dei dirigenti sindacali dei metalmeccanici impegnati a Rìmini nel convegno sulla ristrutturazione del sindacato e sui maggiori problemi del momento. Per il segretario nazionale della Firn, Veronese, «al dì là delle reali responsabilità di Leone in merito alle accuse gravi che lo circondano, la presidenza Leone sarà ricordata come la peggiore ma anche come un momento di grave discredito dell'alta carica e delle istituzioni: l'augurio è che la crisi che ne de¬ riva sia rapidamente ricomposta e che da questa triste esperienza le forze politiche traggano una lezione per operare scelte e comportamenti che recuperino credibilità e fiducia fra la gente, verso lo Stato democratico e la classe dirigente». Se, cogliendo l'occasione, «non si fa pulizia» — osserva un altro segretario nazionale, Zilli — senza con questo fare la caccia alle streghe, lo slogan "né con lo Stato, né con ■le Br" troverà sempre maggiori consensi, perché sono in molti a ritenere che non si può stare nelle istituzioni e sostenerle se chi le gestisce dimostra di non essere punito». D'altra parte, secondo Zilli, con il voto sul referendum per il finanziamento dei partiti è suonato un campanello di allarme «Temo — afferma Gianni Italia della Firn di Genova — che dietro le dimissioni di Leone ci sia un gioco politico che non si concluderà con esse». Dello stesso parere, Falzini della Firn di Arezzo. «Il rischio è che le dimissioni siano l'inizio di una serie di atti che portino alle elezioni anticipate». Perché non si è dimesso prima? si chiede un altro delegato e aggiunge: «Speriamo solo che la vicenda si chiuda presto, che non ci sia un nuovo periodo di paralisi», g. f.
Persone citate: Andreotti, Gianni Italia, Macario, Veronese, Zilli
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