Quando vide Bufalini, capì
Quando vide Bufalini, capì Quando vide Bufalini, capì (Segue dalla 1* pagina) altre inchieste moralizzatrici furono decisi ben prima delVII giugno o del 14 maggio». Per i comunisti le dimissioni di Leone hanno migliorato la situazione del partito e del governo: «A noi consentono di dimostrare, con dati di fatto, che la nostra presenza nella maggioranza è decisiva. Non dimentichiamo che Leone sì è dimesso dopo la nostra richiesta ufficiale, condivisa anche dalla de. Questo risultato riassorbe il malcontento diffuso nel Paese e un certo disagio esistente anche nella nostra base. Il governo Andreotti trae vantaggio perché si è tolto un motivo di grave preoccupazione, anche di manovre politiche oscure, e perché nella trattativa per il successore di Leone rientrerà anche il rafforzamento della politica di solidarietà nazionale. Abbiamo dichiarato che vogliamo mantenere, anzi rafforzare, l'attuale quadro politico». Dalle Botteghe Oscure an¬ diamo a piazza del Gesù. Perché avete abbandonato Leone al suo destino? Ecco la risposta molto autorevole: «Quando un mese fa s'iniziò l'attacco al Presidente della Repubblica non c'erano ancora state le amministrative del 14 maggio. Noi democristiani ponemmo il problema ai partiti della maggioranza, specialmente al pei. Dicemmo: "C'è un nuovo, furibondo attacco a Leone, per noi infondato. Occorre che ciascun partito si assuma la responsabilità. O lo difendiamo e allora prendiamo un impegno comune. Oppure lasciamo Leone libero di decidere come crede». Che cosa risposero i comunisti? «Il pei sì dimostrò incerto. Voleva veder chiaro, se ci fossero manovre di destabilizzazione. Poi, gli attacchi sono continuati dopo il 14 maggio e dopo i referendum dell'll giugno. Dopo queste due date i comunisti divennero insofferenti, ritenevano che sarebbe stata impossibile una resistenza attorno a Leone per altri sei mesi, cioè sino a dicembre quando sareb¬ be scaduto il suo mandato presidenziale». «Allora, anche la de ha riveduto le sue posizioni. Fra mercoledì sera e giovedì mattina, 15 giugno, il pei ha deciso di chiedere le dimissioni: una decisione improvvisa, ma non sleale, perché ci ha avvertito immediatamente mentre noi eravamo riuniti per proporre agli altri partiti di prendere una linea comune sul problema del Quirinale. Insomma, i comunisti ci hanno anticipato, ma anche noi, nell'interesse di Leone, eravamo orientati per le dimissioni». E' vero che Leone nell'intervista inedita attaccava anche esponenti della de, affermando che chiunque gli fosse succeduto al Quirinale, sarebbe stato criticabile come lui? «Questo, forse, c'era nella prima stesura dell'intervista. Poi Leone lo ha soppresso e nel testo definitivo si difendeva dalle accuse, punto per punto, e talora anche ingenuamente, respingeva tutto e parlava di manovre politiche contro di lui». Lamberto Fumo
Persone citate: Andreotti, Bufalini, Lamberto Fumo
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