Animazione a Roma
Animazione a Roma Animazione a Roma Da un po' di tempo, a Roma si sta assistendo a un appassionante incontro di boxe. Il ring è il Palazzo delle Esposizioni in via Nazionale. I pugili sono il Comune e la Quadriennale. Il primo è proprietario dell'immobile, la seconda vi svolge la sua saltuaria, discussa attività. Con l'appoggio del sindaco Argan, l'assessore alla Cultura vuole trasformarlo in una «kunsthalle», impegnata tutto l'anno in attività artistiche multidisciplinari. Fiere le resistenze, appoggiate anche dall'apparato burocratico della stessa amministrazione capitolina, in primis dai custodi, che paventano di dover lavorare sul serio. Per rimanere al gergo pugilistico, in questi giorni i «cartellini» dei giudici hanno assegnato la «ripresa», unanimemente, al Comune. Contro la vacua pioggia di comunicati-stampa della Quadriennale (ci si vanta di alcune, criticatissime mostre all'estero e dei «disegni danteschi» esposti, questo mese, a Ravenna) è in corso una massiccia offensiva comunale con relativa occupazione degli innumerevoli spazi del Palazzo delle Esposizioni. In ogni sala o gruppo di sale: una iniziativa. Al piano terreno, la grande mostra di Savinio e quelle degli arazzi svizzeri e delle fotografie di CartierBresson, nonché, ogni giorno, per tutto giugno, proiezioni di film d'artista. Al secondo piano (di solito inutilizzato), la rassegna «Arte ricerca 78», organizzata in collaborazione con l'Amministrazione provinciale, divisa in vari settori quali la didattica, interventi estetici nel territorio, lavori di gruppo e, a rotazione, proposte della critica. In più, un laboratorio teatrale a cura del regista Giuliano Vasilicò, con «prove aperte» di un lavoro in gestazione su Musil. Un via vai di gente che sta animando il palazzo piacentiniano, come mai nella sua storia. Una partecipazione di pubblico sorprendente, che conferma la fame di informazioni artistiche, soprattutto da parte dei giovani, e un gran bisogno di stare insieme o, meglio, di vivere insieme i fatti della cultura. Se non fossimo in Italia e, in particolare, a Roma, sarebbe facile pronosticare la vittoria finale del Comune, magari per k. o. o per «getto della spugna». Le intenzioni comunali sono lineari e corrette. Le manifestazioni finora organizzate, pur con la loro dose di improvvisazione e di spontaneismo, indicano che ci si vuol muovere in modo non populistico e demagogico. Larghi sono i consensi a questa nuova politica culturale, a vantaggio della città. Ma gli avversari non sono da sottovalutare. I comunicati-stampa a cui si accennava più sopra sono la prova di una reazione in atto, per ora timida ma sicuramente in crescendo. E gli ostruzionismi burocratici e corporativi sono una forza che, anche in altri campi, ha dato molto filo da torcere. Anzi, spesso, si è rivelata insuperabile. Match, dunque, ancora apertissimo. Francesco Vinci torio
Persone citate: Argan, Francesco Vinci, Giuliano Vasilicò, Musil, Savinio
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