Il magnate e l'ereditiera

Il magnate e l'ereditiera Prime visioni a Torino Il magnate e l'ereditiera Un animale irragionevole di Pierre Kast, con Jean-Claude Brialy, Alexandra Stewart, Jacques Spiesser, Jece Vaiadao, Hugo Carvana. Francia-Brasile, colore. Cinema Arco. Il film (parlato in francese con sottotitoli italiani) è una co-produzione tra Francia e Brasile, ed è stato girato tutto in Brasile. Nell'ambito di un cinema d'impegno, se sì dice Brasile si pensa subito alla drammatica situazione di un Paese che sta sotto una durissima dittatura militare e che ha sacche paurose di miseria e di sottosviluppo. Ma qui un'analisi del Brasile di oggi non c'è, e non ci poteva essere dal momento che la pellicola è passata per forza sotto il controllo delle autorità brasiliane: le quali tuttavia, trattandosi di una co-produzione, hanno chiuso un occhio e hanno concesso qualche margine di libertà per un discorso che, qua e là, potrebbe anche essere politico. Comunque del Brasile si vedono soltanto i quartieri alti, gli ambienti dei finanzieri e dei miliardari. La gente comune, il popolo è latitante: due o tre operai, di sfuggita, e alcuni passeggeri in un tram. I protagonisti sono ricchi, potenti, disinvolti, e il più ricco, potente e disinvolto è un costruttore e speculatore edile francese che si comporta da colonialista. E' un uomo che aspira sempre a possedere tutto e che ha fatto della sua segretaria brasiliana una docile schiava in ufficio e a letto. Ma c'è una donna che gli resiste, una ereditiera di origine scozzese, impacciata da pregiudizi e da timori anche sessuali. Finalmente il magnate la induce a cedere, ma subito dopo l'ereditiera, rivendicando una sua libertà, lo molla e gli preferisce uno spennacchiato giovanottello capitato in Sudarnerica per questioni ecologiche. Il dispetto è tale che il costruttore abbandona amareggiato (ma con ì miliardi) il Brasile. Questa storia a tre è scrutata da un romanziere al quale il magnate ha appena girato un'amante di cui era sazio. Il romanziere trasferisce la storia in un racconto ambientato in un Brasile del '700, mutando il registro da commedia a tragedia: il costruttore diventa un dispotico governatore portoghese, l'ereditiera una schiava che alla fine si metterà a capo dei rivoluzionari; e invece di ritirarsi in buon ordine, il tirannello straniero cadrà sotto il piombo dei patrioti. Questo racconto, naturalmente, è tradotto in immagini, e in bianco e nero mentre il resto del film è a colori, e direi che è senz'altro la parte più valida e convincente, dove il gioco della finzione è quasi scoperto e dove un sottilissimo diaframma separa la storia dalla cronaca quotidiana secondo uno stile che può richiamare Rossellini: con pochi tocchi viene rievocata un'epoca attraverso essenziali dati esteriori e rapidi dialoghi che enucleano i grandi temi del '700 sulla ragione e sulla libertà. E' il versante attraente del film, pieno di fascino e di sostanza. Altrove si naviga noi pastiche. Pierre Kast, classe 1920, documentarista, assistente di Clement e di Renoir, autore di lungometraggi a soggetto e programmi tv, non riesce a fondere bene l'intrigo mondano d'oggi e la tragedia settecentesca, e vuole metterci dentro, confusamente, troppe cose: lo sfruttamento del Brasile da parte degli europei, il sesso, l'emancipazione, l'ecologia, e una disquisizione, vecchia e polverosa, sul confini tra follia e saggezza: per cui si passa, con bruschi sussulti, da chiacchierate di vaga reminiscenza godardiana a curiose scivolate sul fumetto snob. Ma in ogni caso, anche se può risultare irritante, è un film da vedere. Tra alcune ignude bellezze brasiliane e accanto alla solida Alexandra Stewart, il noto Jean-Claude Brialy è chiamato al ruolo di seduttore irresistibile e potente manager mentre, detto senza offesa, ha l'aspetto e il modo di fare di un travet. u. bz. Festlvalone all'Erba — Oggi alle 19,30 proiezione di « I magnifici 7 ». Segue il cabaret • Ma che Mundlal », parata del liscio e delle giovani promesse. Alle 22,40, nuova proiezione del film. Incontri musicali — Stasera alle 21, al Conservatorio, concerto della scuola di pianoforte della professoressa Golia.