Nei misurati commenti, il timore di contraccolpi al quadro politico di Alberto Rapisarda

Nei misurati commenti, il timore di contraccolpi al quadro politico Nei misurati commenti, il timore di contraccolpi al quadro politico ROMA — « Un'epoca si chiude, un'altra di senso radicalmente opposto deve aprirsi ». Con queste parole il giornale socialdemocratico l'Umanità sintetizza oggi uno stato d'animo che era diffuso ieri sera in tutti gli ambienti politici della capitale. Le dimissioni di Leone dalla presidenza della Repubblica, giunte al termine di una giornata altamente drammatica mentre sulla città imperversava un violento temporale, sono state accolte, in particolare dai partiti, con commenti misurati e privi di spunti personali politici nei confronti del Presidente che lasciava il Quirinale sotto la spinta di una serrata campagna di stampa. Lo stesso partito in cui Leone milita, la democrazia cristiana, diffondeva un sobrio comunicato che ricalcava in sostanza quanto Giovanni Leone aveva letto alle 20,10 dai teleschermi, con gli occhi umidi di pianto. Il breve discorso con il quale Leone ha preso commiato dal Paese, molto probabilmente, era stato concordato quasi parola per parola con la segreteria della de. «Dì fronte ad una iniqua campagna di denigrazione», si legge nel comunicato scritto da Zaccagnini e dai suoi collaboratori, « il senatore Govanni Leone ha inteso anteporre ad ogni valutazione personale gli interessi generali del Paese per far sì che la suprema magistratura della Repubblica non possa essere intaccata, indebolendo il sistema democratico italiano ». La decisione di Leone « tronca ogni possibilità di non limpide manovre rivolte contro l'istituto della Presidenza della Repubblica nella sua funzione di rappresentanza unitaria della nazione», e consente inoltre a Leone di riacquistare la pienezza del suo diritto a difendere « l'onorabilità della sua persona e di quella della sua famiglia ». Di Leone viene sottolineato « il valore della lunga partecipazione alla vita politica» e gli è espressa la « gratitudine e piena solidarietà» della de. Le dimissioni vengono infine definite «il modo moralmente più corretto e rigoroso pzr garantire il funzionamento delle istituzioni democratiche ». Il presidente dei senatori democristiani, Bartolomei, commentava: « E' evidente che in una situazione già dif¬ ficile nel Paese, l'indebolimento del ruolo di mediazione e l'afflevolimento della espressione di unità che il Capo dello Stato esprime sarebbe stato di danno oggettivo per il Paese ». Il presidente dei deputati de, Piccoli, sottolineava « la serie di attacchi, per certi aspetti iniqui, per altri aspetti superficiali » ai quali è stato sottoposto Leone. L'imbarazzo traspare dalle parole dei democristiani, che sembrano preoccupati di risolvere al più presto questa crisi, « che è indubbiamente grave per lo Stato », come dice Piccoli. I comunisti, che con il comunicato congiunto dei presidenti dei loro gruppi parlamentari, Natta e Penìa, hanno fatto precipitare ieri la decisione di Leone, sono stati estremamente concisi. « Prendiamo atto della decisione del sen. Leone. La nostra direzione aveva suggerito stamane l'opportunità che questo passo venisse compiuto », ha detto Natta. Altrettanto parco di parole il comunicato del partito socialista. Il psi « ha preso atto della decisione del Capo dello Stato, che considera un atto di responsabilità verso le istituzioni ». La direzione del partito socialista si riunisce questa mattina per esaminare la crisi istituzionale che si apre a decidere la li¬ nea di condotta da seguire nelle elezioni per il successore di Leone. I repubblicani hanno avuto toni bruschi per il presidente dimissionario. «Apprezziamo il gesto del presidente», ha detto il segretario del pri, Biasini, «ma sarebbe stato meglio se l'avesse fatto prima. Ora bisogna risolvere il problema del successore senza contraccolpi sul quadro politico». «Si apre adesso una fase, assai difficile», ha commentato il liberale Bozzi; «i giorni che seguiranno consentiranno di individuare il disegno politico che ha mosso l'ondata di scandali contro il Presidente. Intanto sembra di poter dire che la nuova presa di posizione del pei, che da un atteggiamento dormiente è passato al "pollice verso" contro Leone, può significare una ulteriore presa di distanza del pei stesso dalla de». La tattica che il partito comunista vorrà seguire nei giorni caldi che si preparano è in realtà una delle incognite di questa delicata fase politica e che condizionerà anche la scelta dell'uomo che dovrà succedere a Leone. All'estrema sinistra, Lucio Magri, del pdup, attribuisce al risultato dei referendum e al gran numero di « sì », lo sviluppo del clima psicologico che ha indotto i maggiori prrtiti a premere per le dimissioni di Leone. « Non avvenga ora come avvenne per Nixon », ammonisce Magri.: « Che le dimissioni servano da scambio per una sorta di franchigia delle responsabilità giurìdiche a cui un Presidente della Repubblica deve rispondere come ogni altro cittadino ». Alberto Rapisarda

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