Drammatico rinvio del governo Begin su ogni decisione per la Cisgiordania di Giorgio Romano

Drammatico rinvio del governo Begin su ogni decisione per la Cisgiordania Mentre i f edayn compiono altre incursioni nei territori occupati Drammatico rinvio del governo Begin su ogni decisione per la Cisgiordania NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE TEL AVIV — L'attesa riunione del governo, che ieri avrebbe dovuto concludere il dibattito politico e concordare una risposta agli Stati Uniti sul problema della Cisgiordania, non ha concluso ancora una volta i suoi lavori. Un succinto comunicato stampa dice che, non avendo potuto tutti i ministri intervenire nella discussione, è stato deciso di riunire di nuovo il governo in settimana. La delusione è molto viva perché si ha l'impressione che ancora una volta si sìa voluto procrastinare ima risposta, dato che la seduta di ieri è stata relativamente breve (tre ore) e che nella prima parte si era discusso anche dell'attentato, per fortuna senza vittime, di cui era stata oggetto nella notte la colonia agricola e operativa di Mehula, e del ritiro delle forze israeliane dal Libano meridionale, che dovrà essere portato a termine oggi. Da quanto è dato sapere, tre proposte sono state presentate al governo. Il ministro degli Esteri Dayan avrebbe raccomandato una certa elasticità nella posizione israeliana, suggerendo di attribuire alla Giordania compiti più rilevanti nell'amministrazione della Giudea e Samaria durante i cinque armi di autonomia amministrativa. La posizione del ministro della Difesa Weizman, che si sarebbe schierato soprattutto a favore di un atteggiamento che incoraggiasse il ritorno delle trattative di pace con l'Egitto, vuol evitare che nella dichiarazione di intenti ci siano affermazioni che rendano impossibile il proseguimento del negoziato. A questo atteggiamento si sarebbero associati, almeno parzialmente, i quattro ministri del Dash, che nei giorni scorsi avevano fatto sapere al primo ministro che lo appoggiavano solo parzialmente. Il terzo suggerimento sarebbe stato fatto dal ministro senza portafoglio Haim Landau, più vicino alle posizioni di Begin. il quale (sebbene ieri non si sia pronunciato) è propenso a risposte vaghe che non impegnino Israele davanti ai due problemi che Washington pone in termini chiari: 1) prometta Gerusalemme che entro cinque anni prenderà una decisione sulla sovranità della Cisgiordania? 2) quali vie Israele si propone per attuare questa decisione? Poiché il Dipartimento di Stato ha fatto capire che non intende accettare ambiguità o distinzioni tra il concetto di sovranità e quello di condizione sul quesito numero 1, si capisce come Begin — invischiato nella propria ideologia — si mostri irremovibile sui principi per quanto riguarda la Giudea e la Samaria e che gli esponenti dell'intransigenza in seno al suo stesso partito lo appoggino. Di qui le accanite discussioni di questo periodo, lo sforzo di una parte dei membri del governo per uscire dall'immobilismo che rischia, come ha detto il ministro Haim Landau, « di far perdere l'occasione storica che può svanire da un momento all'altro. Perché una cosa è certa: non c'è molto tempo, anzi è già troppo tardi». Dunque nuovo rinvio e nuova logorante attesa, nella speranza che la prossima seduta del governo, probabilmente giovedì, porti alla enunciazione di una risposta definitiva che, già si vede, se sarà unanime non potrà essere che di compromesso. Come abbiamo accennato, ieri mattina il Consiglio dei ministri ha dovuto occuparsi anche di un attentato terroristico, su cui hanno riferito il ministro della Difesa e il capo di Stato Maggiore dell'esercito, attentato compiuto nel cuore della notte contro il villaggio agricolo e operativo di Mehula, nella vallata del Giordano, dove quat¬ tGrnfdeNuushvnsL tro guerriglieri, giunti d'oltre Giordano, sono entrati nel perimetro della colonia e hanno cominciato a tirare con fucili mitragliatori, cercando di catturare la prima casa entro il recinto del villaggio. Ne è seguita una sparatoria e uno dei terroristi è rimasto ucciso, mentre gli altri tre si sono dileguati nell'oscurità e hanno ripassato a nuoto il vicino Giordano. Da parte ebraica non ci sono state vittime e i danni sono lievi per la pronta rea¬ zione dei giovani coloni, ma la ripresa di azioni di sabotaggio dalla Giordania, in una area da molto tempo tranquilla, è motivo di qualche ansietà. Poche ore più tardi, a Gerusalemme è stato sventato un altro attentato: un pacco sospetto rinvenuto sull'autobus n. 25 che traversava la cosiddetta Collina Francese, conteneva una bomba a orologeria. Avvisata la pohzia, è stata disinnescata e non ci sono state vittime. Giorgio Romano Mehula. Una pattuglia israeliana setaccia la zona alla ricerca di terroristi (Ap)

Persone citate: Begin, Dash, Dayan, Haim Landau, Weizman