Genova: pregiudicato ucciso da un agente mentre fugge dopo aver ferito la moglie

Genova: pregiudicato ucciso da un agente mentre fugge dopo aver ferito la moglie Tragica conclusione di una violenta lite in famiglia Genova: pregiudicato ucciso da un agente mentre fugge dopo aver ferito la moglie L'uomo, 45 anni, aveva anche tentato di uccidere la cognata - Inseguito da un agente ha estratto la pistola: una raffica di mitra lo ha colpito in pieno - E' morto poco dopo all'ospedale DAL NOSTRO CORRISPONDENTE GENOVA — Un pregiudicato è stato ucciso a raffiche di mitra dall'agente che aveva minacciato con la pistola. L'uomo era ubriaco e poco prima aveva accoltellato la moglie e tentato di ammazzare la cognata. In tasca gli sono state trovate tre rivoltelle. Tutto questo è successo in un vicolo della vecchia Genova, dietro piazza De Ferrari. La vittima è Demetrio Rafia, 45 anni, un calabrese trapiantato in Liguria dove era riuscito a farsi un nome nel mondo della malavita. Tre anni fa era finito in carcere per traffico di droga ed era uscito lo scorso aprile in regime di semilibertà. Aveva rilevato un piccolo bar nella zona dell'angiporto e guadagnava abbastanza da vivere e mantenere la moglie e il figlio dai quali era separato. La donna si chiama Maria Messina, e ha 38 anni. Ha ricevuto due coltellate: una al volto e l'altra a un braccio. Non è grave. Sembra che Demetrio Raffa volesse tornare con la moglie, ma questa non ne voleva sapere. Il barista aveva un carattere difficile che tre anni di galera avevano peggiorato. Quando si erano separati, Raffa aveva promesso alla donna di darle 100 mila lire alla settimana per il mantenimento del figlio. E' stato ai patti, ma ha sempre avuto una profonda nostalgia per il matrimonio andato in fumo. Inoltre era molto attaccato al bambino per il quale nutriva un affetto addirittura morboso. Domenica sera poco dopo le 23, Raffa è andato a casadella moglie che abita in vicolo Luccoli. Aveva bevuto, non si reggeva molto bene in piedi. Ha suonato alla porta e gli ha aperto la cognata, Antonia. «C'è Maria?» ha farfugliato il barista. Ma Antonia non ha capito subito la domanda e ha chiesto dì ripetergliela. Demetrio Raffa forse ha creduto che la cognata non volesse rispondergli o cercasse qualche scusa per non farlo incontrare con la moglie. Ha impugnato la pistola, l'ha puntata contro la donna e ha schiacciato il grilletto. La pallottola è entrata parzialmente in canna, ma non è esplosa. Antonia ha dato uno spintone al cognato, ha imboccato le scale ed è scesa in strada ur- , landò. Qui ha fermato un pas- sante e gli ha detto di telelo mire alla polizia. «C'è mio cognato che è impazzito, ha tentato di spararmi». Intanto Demetrio Raffa era entrato in casa e aveva affrontato la moglie. «Tu devi tornare a vivere con me, dobbiamo farlo per nostro figlio». La donna ha tentato di calmarlo, ma senza successo. Ad un certo punto, molto seccamente gli ha detto: «Il figlio lo puoi vedere quando vuoi, ma io non torno più a vivere con te». Demetrio Raffa si è reso conto che tutto era ormai irrimediabilmente finito, le sue implorazioni non erano servite a niente, era inutile insistere. Ha tirato fuori il coltello e ha ferito la moglie al volto con la chiara intenzione di sfregiarla. La donna ha sollevato istintivamente il braccio per ripararsi, ed è stata raggiunta da un'altra coltellata all'altezza del polso. Raffa, che aveva ormai perso lil lume della ragione, ha anche impugnato la pistola e sparato contro la donna. Per fortuna era malfermo sulle gambe e tutti i colpi sono andati a vuoto. Forse il barista era convinto dì aver ucciso la moglie perché si è rimésso la pistola in tasca, è uscito, ha tifato la porta dietro di sé ed è sceso in strada. In quel momento è arrivata una «volante». Demetrio Raffa si è messo a correre e si è rifugiato in un por tonchio. Due agenti sono saliti nell'alloggio per soccorrere la donna, il terzo è andato alla ricerca dello sparatore. Lo ha trovato dopo un centinaio di metri. «JVon ho avuto il tempo di intimargli il mani in alto, che Raffa mi ha puntato la pistola» ha detto il poliziotto ai suoi superiori. E' stato un istante drammatico, quei pochi secondi avrebbero deciso la vita di uno o dell'altro. L'agente aveva il mitra sulla spalla destra, lo ha fatto ruotare sulla cinghia e ha lasciato partire una raffica Tutti i colpi sono andati a segno. Raffa è finito a terra, la pistola gli è rimasta stretta in pugno. E' morto appena arrivato al pronto soccorso del «San Martino». Sul suo fascicolo penale c'è scritto che era stato anche ricoverato all'istituto psichiatrico criminale di Montelupo Fiorentino. p. I. Genova. Maria Messina e Demetrio Rafia

Luoghi citati: Genova, Liguria, Montelupo Fiorentino