Oggi tra l'Italia e gli Usa tutto "alla luce del sole" di Furio Colombo

Oggi tra l'Italia e gli Usa tutto "alla luce del sole" Oggi tra l'Italia e gli Usa tutto "alla luce del sole" DAL NOSTRO CORRISPONDENTI: NEW YORK — Richard Gardner. ambasciatore degli Stati Uniti a Roma, è in America da tre giorni e tornerà in Italia martedì. E' una delle visite trimestrali che servono, ad un ambasciatore in un Paese delicato e sensibile come l'Italia, per fare il punto con la linea diplomatica del suo governo, i problemi del mondo, il quadro internazionale. E per valutare le novità del Paese in cui opera. Gardner dice che sono novità buone, che porta notizie da un Paese che si è dimostrato solido in un momento di estremo pericolo, unito davanti a una spaventosa provocazione, dignitoso in una situazione tragica senza precedenti. Nella stessa giornata Gardner ha detto queste cose in un discorso all'Economie Club, dove ha incontrato uomini d'affari di molte compagnie americane per quella che lui chiama l'operazione «fiducia nell'Italia»; al canale televisivo Nbc, dove ha spiegato ai turisti perché non devono avere paura di venire in Italia; e le ha infine ripetute agli editors di Time Magazine, che avrebbero voluto «notizie dal fronte» e invece hanno ricevuto un quadro rassicurante, di un Paese che «tiene», e forse sono rimasti persino delusi, data la caratteristica «fame di brutte notizie» (come dice McLuhan) dei mezzi di comunicazione di massa. Ma come l'ambasciatore ha trovato l'atmosfera politica anteI ricatta? Ci sono le incertezze, le ambivalenze, le divisioni di cui parla molto la stampa degli Stati Uniti in questo periodo? Per rispondere, Gardner si riallaccia ad un ricordo personale. La sera delle elezioni, nel novembre del 1976, stava seduto in casa ad aspettare i risultati della vittoria di Carter insieme a due amici. Uno era un collega della Columbia University, il prof. Zbigniew Brzezinski, l'altro era un noto avvocato di New York, Cyrus Vance: sono proprio le due persone con cui Gardner ha avuto ed ha appuntamenti familiari in questi giorni, lontano dai parties e dagli incontri ufficiali di Washington, una sera con i Brzezinski (ieri) e una con ì Vance (oggi). Ebbene, l'ambasciatore ritiene di non avere riscontrato lo stress delle ambizioni personali e della tensione fra rivali. «Temo — è la sua opinione, che echeggia le parole ascoltate nei giorni scorsi da altri autorevoli membri dell'amministrazione Carter — che la gente, e specialmente i giornali americani ed europei, non si siano ancora ben resi conto del carattere aperto di questa amministrazione, che deliberatamente intende permettere la libera circolazione delle opinioni, delle opzioni, delle ipotesi in concorrenza l'una con l'altra. Ciò produce un modo di governare lontano dal segreto degli specialisti, vicino alla sensibilità dell'opinione pubblica, e consente al Presidente di decidere davanti a tutti senza sorprese o svolte improv| vise. Il percorso della politica j estera americana si vede a ocj chio nudo, in ogni momento, l Ciò può dare qualche volta l'imI pressione di un rallentamento, I di una indecisione. Ma è molto | meglio del laboratorio chiuso ! degli specialisti». Vale anche per l'Italia questo nuovo metodo di affrontare i problemi e di decidere? Per l'Italia, Gardner ritiene, | riferendosi anche alle tante cose dette sui rapporti tra Stati Uniti e partito comunista italiano, che vi sia un solo problema e che questo problema abbia che fare I più con la tecnica delle comuni- Furio Colombo (Continua a pagina 2 in terza colonna) I L'ambasciatore Gardner