L'Italia batte (1 a 0) l'Argentina vince il girone, resta a B. Aires
L'Italia batte (1 a 0) l'Argentina vince il girone, resta a B. Aires L'Italia batte (1 a 0) l'Argentina vince il girone, resta a B. Aires dal nostro inviato speciale BUENOS AIRES — Gli azzurri hanno colpito ancora. La squadra di Enzo Bearzot ridimensiona duramente le pretese mondiali degli argentini e conclude vittoriosa la sua terza partita al «Mundial». Stasera Baires non festeggia certo come negli altri giorni di partita, gli applausi vanno soltanto ai giocatori italiani e agli sbandieratori di Arezzo che aveva¬ no anticipato la festa dei tifosi venuti fino allo stadio di «River Piate» per onorare la squadra italiana. Per tutto il primo tempo gli uomini di Bearzot, schieratisi molto guardinghi, con un centrocampo che trovava la massima forza in Benetti, hanno contenuto ottimamente gli attacchi dei biancocelesti. E questi ultimi, del resto, temevano molto le manovre azzurre, elaborate su un contropiede largo che costruiva anche un paio di occasioni pregevoli. Lo stadio esprimeva immani cori di fischi quando l'arbitro Klein, (mediocre davvero, anche se imparziale) non abboccava ad alcune « sceneggiate » argentine ai limiti della nostra area: via via il tempo scorreva aumentando lo spasimo dei biancocelesti in avanti, ma crescevano anche le « cer- niere » costruite dal magnifico Romeo. Brividi di silenzio gelato coglievano gli spettatori, obbedienti al tifo, ma consapevoli di non poter pretendere miracoli, almeno nella prima frazione di gioco, dalla squadra di Menotti, apparsa, via via priva di quella lucidità e di quei riflessi che sono indispensabili in una competizione di questo livello. Due volte Zoff diceva il suo impeccabile « no » alle conclusioni pericolose dei sudamericani e una volta il suo collega argentino riusciva con enorme fortuna a negare il gol a Bettega. Ma Bobby attendeva solo l'occasione propizia: e la coglieva stupendamente dopo un'ora e sette minuti di gioco, battendo Fillol in seguito ad un contropiede velocissimo e a un doppio scambio con Rossi, interrompendo così l'asfissiante, ma troppo narcisistico «forcing» dei biancocelesti. Il grande lavoro di Causio (in evidente ispirazione sudamericana, il «barone» ha fatto impazzire il suo marcatore Tarantini), la fedeltà agli schemi di contenimento, l'ardore agonistico di Gentile che ha tolto ogni illusione e persia l'ultimo spirito a Kempes, hanno contribuito in modo decisivo alla gara degli azzurri. Da oggi possono preoccupare gli elogi eccessivi e le indicazioni che puntano sul Club Italia come uno dei favoriti al titolo. Ma lasciateci dire che gli azzurri il loro piccolo « mundial » l'hanno già vinto. Onorarli è un piacere, più che un dovere critico, mentre gli amici argentini rendono i loro omaggi, persuasi che la squadra del « vecio » sia la più « bella » e la vera rivelazione del campionato del mondo. Giovanni Arpìno Buenos Aires. Rovesciata di Olguin che anticipa l'intervento di Bettega, poi autore del gol per l'Italia (Telefoto)
Luoghi citati: Arezzo, B. Aires, Buenos Aires, Italia
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