I molti significati dei due referendum

I molti significati dei due referendum I molti significati dei due referendum Il referendum per iniziativa popolare è un istituto politico ancora molto giovane. E' nato bene, essendo stato applicato per la prima volta nel 1974 ad uno di quei grandi temi sociali e morali — il divorzio — su cui è realmente possibile fare una scelta semplice e netta, dire sì o no; essendo ciascuno cittadino spontaneamente orientato in un modo o nell'altro, in base a esperienze di vita diverse. Per votare « bene » (cioè con convinzione e secondo coscienza) non si richiedeva, nel referendum sul divorzio, lo studio dettagliato di complessi testi di legge, ma piuttosto una scelta di vita o di costume. Si ebbe così una campagna intensa ed appassionata, nel suo insieme altamente civile; un buon esempio, insomma, di « democrazia diretta » che consacrava la validità dell'istituto del referendum. Ma, come accade a organismi giovani, non aveva ancora una fisionomia precisa. La campagna dei radicali «per gli otto referendum», e quella precedente sull'aborto, hanno dimostrato quanta confusione regnasse attorno a que. :o istituto, buono per molti usi. Il primo e più evidente: forzare i partiti a modificare certe leggi, più in fretta di quanto altrimenti ì.jn avrebbero fatto, al fine appunto di evitare un referendum. Questa funzione non è inutile, ha accelerato la giùst •. riforma di leggi, come quelle relative all'aborto, o alla commissione inquirente. Una seconda funzione, anc'.'essa evidente, è di fare del referendum uno strumento d'agitazione contro i grandi partiti da parte di gruppi d'opinione o di piccole minoranze compatte e volitive. Questa funzione può essere utile, come stimolo e pungolo per organismi massicci e gelosi del loro potere, quali sono appunto i grandi partiti; ma, così inteso, rischia di diventare un istituto pericoloso, specie quando si applica a leggi complesse e difficili da analizzare, sulle quali il cittadino finirà per votare non in base a profonde con vinzioni e a una matura co noscenza della materia, ma seguendo impulsi emotivi. ★ * La storia degli otto referendum comprende tutta la casistica possibile, e i due che sono rimasti in vita, dopo l'azione di « recupero » del Parlamento e l'attento vaglio di altri organi costituzionali, come le Corti di Cassazione e Costituzionale (la nostra Costituzione non è priva di controlli e contrappesi interni), dimostrano appunto quanto sia larga la possibile gamma dei significati che l'istituto del referendum può assumere: e quanto sia bisognoso, inoltre, di delimitazioni e definizioni ulteriori. Uno dei due referendum, quello sul finanziamento pubblica dei partiti, è, per molti aspetti, non dissimile dal primo referendum sul divorzio. Al cittadino è cioè sottoposta una scelta relativamente semplice: ritiene o no che convenga finanziare i partiti, in misura proporzionata al loro peso, con denaro pubblico? Tutti i cittadini incontrano i partiti, o si scontrano con i partiti, in molte diverse circostanze; tutti hanno un'idea dei loro pregi, difetti, funzioni; tutti possono capire se convenga che questi organismi siano finanziati con denaro pubblico o lasciati a sé stessi per procacciarsi finanziamenti. L'ideale sarebbe forse che gli stessi aderenti ai partiti li finanziassero in¬ teramente; ma è forse più saggio un finanziamento pubblico, se si vuole evitare che il bisogno induca i partiti ad approfittarsi del loro potere per corrompere ed essere corrotti. La storia politica italiana, e non soltanto italiana, contiene molti insegnamenti. Anche il cittadino « qualunque » è in grado di esprimere un suo giudizio maturo. * * Il secondo referendum, quello sulla « legge Reale », si applica invece a una materia affatto diversa. La grande scelta di fondo può anche essere sintetizzata semplicerrente: è bene dare, nell'Itala d'oggi, più o meno poteri alla polizia e alla magistratura contro la violenza politica? Molti voteranno rispondendo appunto a una questione che formuleranno in cuor loro all'incirca in questo modo. Ma è chiaro che un voto « maturo » richiederebbe ben altro, ossia un giudizio dettagliato sull'insieme di disposizioni, di non facile comprensione per chi non sia un giurista, che compongono la « legge Reale ». Poiché a poter dare questo giudizio altamente tecnico saranno in 1 chi, molti si lasceranno guid...'e dall'istinto, ossia dal peso di emozioni suscitate da avvenimenti che colpiscano vividamente il grande pubblico; il risultato è che un voto «difficile» come questo rischia di essere drasticamente condizionato dal momento in cui cade; un mese fa, dopo il barbaro omicidio di Moro, si sarebbe votato in modo di/erso da oggi. Ciò basta per indurre a pensare che il referendum non si addica bene a materie legislative complesse. Non a caso la nostra è una democr-zia parlamentare, cioè in diretta, proprio perché si ri tiene che il compito fonda mentale della legislazione debba essere esercitato da delegati del popolo, in modo più esperto e riflessivo di quanto non sarebbe possibile in una democrazia diretta, esposta a troppe spinte demagogiche. In realtà, però, in una situazione del genere la guida al voto finisce per essere politica; si vota cioè prò o contro un certo gruppo di partiti che consigliano il no 0 il sì, si esprime un voto « di fiducia », che ha relativamente poco a che fare con la materia in discussione. In queste condizioni, dunque, si voterà oggi. La campagna ha acquistato, come era inevitabile, visti i contenuti dei due referendum, un significato politico dominante; ma nella formulazione delle scelte continueranno a pesare anche gli argomenti specifici. Il risultato diventa pertanto difficile da prevedere nelle proporzioni. Per dovere di chiarezza, ci limitiamo a ripetere qual è la scelta che questo giornale ha raccomandato. Abbiamo 'insigliato il no in ambedue 1 jasi: perché consideriamo utile il finanziamento pubblico dei partiti, tale cioè da condurre a maggiore onestà e pulizia negli affari pubblici; e utile la « legge Reale », pericolosa anzi la sua abolizione in condizioni di anarchia e violenza come quelle che oggi conosciamo. Anche le motivazioni politiche di fondo, a nostro avviso, giuocano a favore del « no », consigliato da tutti i partiti della maggioranza per ambedue i referendum; l'effetto di un « sì punitivo » verso i partiti sarebbe di aggiungere motivi di tensione politica ad una situazione dagli equilibri già abbastanza precari. Sul nostro giornale i lettori hanno trovato anche gli argomenti per fare scelte opposte a quella che consigliamo, argomenti buoni, e anche argomenti cattivi, come la violenza ideologica dei radicali. Ognuno voti secondo coscienza: la legge fondamentale della democrazia, l'ipotesi anzi su cui si fonda la democrazia, è che la maggioranza degli elettori sia capace di decidere, nella maggioranza dei casi, saggiamente.

Persone citate: Moro