Gli italiani oggi alle urne per decidere su due leggi di Franco Mimmi

Gli italiani oggi alle urne per decidere su due leggi Oltre 41 milioni chiamati alla consultazione Gli italiani oggi alle urne per decidere su due leggi Sulla scheda si dovrà segnare una crocetta sul "No" se si vuole mantenere la legge Reale sull'ordine pubblico e la legge sui finanziamenti ai partiti - "Sì", se si vuole abrogarle - Appello a non disertare i seggi ROMA — Dalle schede gialle si saprà, verso le 21 di domani, se gli italiani vogliono abrogare o mantenere la legge sul finanziamento pubblico ai partiti. Dalle schede grigie, a mezzanotte circa, uscirà il responso sull'abrogazione o meno della legge Reale («disposizioni a tutela dell'ordine pubblico»). Le operazioni di scrutinio dei voti per i due referendum sono semplici, poiché è semplice l'espressione del voto: un sì o un no, a seconda che si voglia eliminare o conservare la legge cui la scheda si riferisce. Gli orari di apertura dei seggi sono quelli consueti, stabiliti dalla legge elettorale: oggi, domenica, dalle 7 alle 22; domani, lunedì, dalle 7 alle 14. I risultati parziali cominceranno presto ad arrivare al ministero dell'Interno. Si prevede che i primi saranno inviati dalle varie prefetture verso le 15,30, la massa dovrebbe giungere attorno alle 17. A mano a mano che arriveranno, il Viminale li renderà noti. Il primo e più importante risultato da prendere in considerazione sarà però quello del numero dei votanti. Infatti, la condizione per la validità dei referendum è che si rechi alle urne almeno il 50 per cento più uno degli elettori (in tutto sono 41,5 milioni). Se ciò non avvenisse, le due leggi — qualunque fosse il risultato dei voti espressi — non verrebbero abrogate. Ma il rischio temuto dai partiti della maggioranza è soprattutto che una bassa affluenza alle urne, pur dando il quorum richiesto dalla legge, falsi il significato del voto. Si dà infatti per scontato che l'assenteismo sarà più marcato tra gli elettori rispondenti ai partiti del no. Per conseguenza verrebbe gonfiata, sul totale dei voti espressi, la percentuale dei sì. A riprova di questa preoccupazione, nell'articolo dell'on. Bodrato pubblicato stamane sul Popolo si dice a tutte lettere: «Vi è il timore di un diffuso astensionismo che giocherebbe a favore dei promotori dei referendum». Ma Bodrato fa anche l'ipotesi «di una partecipazione al voto per cosi dire a scavalco delle stesse polemiche elettorali, cioè per un maturato senso del dovere e per un'assunzione di responsabilità civile che va oltre il fastidio per una prova ritenuta dalla maggioranza dei cittadini inutile e pericolosa». Un breve riepilogo finale delle posizioni dei partiti: sono per il no a entrambi i referendum i cinque gruppi della maggioranza: de, pei, psi, pri e psdi. In seno ad alcuni di essi — qualche comunista, soprattutto socialisti — si sono però distinte alcune posizioni. Di fronte al fermo invito al no del pei, il psi ha insistito di più sulla libertà che ogni cittadino ha di votare secondo coscienza. Sono per il doppio no anche Democrazia nazionale e il SUdtiroler Volkspartei. Il Movimento sociale vuole abrogare la legge Reale e non dà ai suoi sostenitori indicazioni di veto per quanto riguarda il finanziamento pubblico ai partiti. I liberali vorrebbero invece cancellare questa seconda legge, e mantenere la prima. Infine, i gruppi che sono per l'abrogazione di entrambe. I radicali prima di tutti, che l'anno scorso raccolsero le firme per sottoporre le due leggi al giudizio popolare (il pr raccolse le firme anche per altri sei referendum, ma di questi quattro sono stati giudicati inammissibili dalla Corte Costituzionale, e due seno stati sostituiti con nuove leggi. Lo stesso è accaduto per l'aborto, per il quale le firme erano state raccolte nel '75). Poi il pdup, Democrazia popolare e il Manifesto. Franco Mimmi

Persone citate: Bodrato

Luoghi citati: Roma