Lockheed: un giudice forse costretto a dimettersi perché ebbe rapporti di affari con i due Lefebvre

Lockheed: un giudice forse costretto a dimettersi perché ebbe rapporti di affari con i due Lefebvre I commissari d'accusa devono concordare le iniziative da assumere Lockheed: un giudice forse costretto a dimettersi perché ebbe rapporti di affari con i due Lefebvre ROMA — Una tempesta sta per scoppiare a Palazzo della Consulta: si è accertato che qualche anno fa uno dei giudici della Corte Costituzionale nel processo per lo scandalo Lockheed ha fatto parte del Consiglio di amministrazione di una società alla quale sono stati particolarmente interessati Ovidio ed Antonio Lefebvre. Si tratta del prof. Orio Giacchi, illustre docente di diritto ecclesiastico alla Università Cattolica di Milano e grande esperto di diritto civile, che il Parlamento ha eletto con i voti democristiani come giudice aggregato della Corte. Il problema che deve essere risolto a Palazzo della Consulta quando martedì riprende il dibattimento dopo dieci giorni di pausa è tra i più difficili e delicati: nelle condizioni in cui il prof. Giacchi si trova rispetto ai fratelli Lefebvre, un giudice può continuare ad esercitare le sue funzioni o deve astenersi? I commissari d'accusa, colti di sorpresa dalla notizia, non hanno ancora concordato l'iniziativa che possono eventualmente assumere; ma Alberto Dall'Ora, libero docente di diritto penale a Milano, ha già preannunciato che intende chiedere la ricusazione del prof. Giacchi o per lo meno invitare il giudice ad astener¬ si perché sussistono, come prevede il codice, «gravi ragioni di convenienza». Il prof. Giacchi era stato già al centro di una polemica quando nella primavera dello scorso anno fu chiamato a Palazzo della Consulta. Qualcuno osservò che forse la sua partecipazione era inopportuna perché era stato convocato dal giudice istruttore di Milano con una comunicazione giudiziaria per le indagini sullo scandalo Sindona: ma la osservazione non venne ritenuta molto fondata. La questione ora è ugualmente controversa seppure molto grave perché risale a qualcosa che è avvenuta una decina di anni or sono quando cioè il prof. Giacchi fu chiamato a fare parte del consiglio di amministrazione della soc. Cosindit come uomo di fiducia di Mario Pitto e si trovò, in un certo senso, fianco a fianco con i fratelli Lefebvre ad amministrare una società che si interessò ad un affare per un valore di sei miliardi con l'Indonesia. Il prof. Giacchi sostiene di avere lasciato l'incarico di consigliere d'amministrazione dopo qualche anno. La storia di questa società è stata raccontata ieri da «L'Espresso»: la Cosindit nacque nell'agosto 1963 con un consiglio d'amministrazione composto dai fratelli Lefebvre, da Roberto Einaudi, da Tommaso Notarangeli, da Stamaty Rodonachi altro uomo d'affari il cui nome viene fatto anche nel processo per lo scandalo Lockheed sia pure marginalmente come testimone e dal prof. Giacchi. La società, fra l'altro, si interessò alla cessione e all'impianto in Indonesia di una fabbrica di fertilizzanti. L'affare andò incontro a molte difficoltà perché gli indonesiani protestarono sosteneniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiumi CENTO ANNI FA GAZZETTA PDEM0MESE (Lunedì 10 giugno 1878) Rivolta a bordo A Suez, a bordo del piroscafo italiano Assiria è accaduto un fatto grave e deplorevolissimo. I fuochisti si sono levati a rivolta e, a mano armata, aggredirono il primo e il secondo macchinista di bordo. Nella colluttazione questi ultimi due rimasero gravemente feriti. Si ignorano le ragioni che possono avere spinto i rivoltosi a quell'atto deplorevole. L'Amministrazione Rubattino, dalla quale dipende il piroscafo Assiria, ha prontamente telegrafato a Suez per avere maggiori dettagli. doche l'impianto non era nelle migliori condizioni anche se poi la realtà sembra che fosse molto diversa. Per risolvere la controversia intervenne personalmente Antonio Lefebvre, il quale riusci a concluderla nel modo più brillante: lo Stato italiano si impegnò a fare un prestito di 5 miliardi e 910 milionidilire all'Indonesia che con questa somma, pagò il suo debito con la soc. Cosindit. Inoltre, gli indonesiani si sarebbero lasciati convincere a concludere l'affare perché lo Stato italianosi impegnò a fornire anche un aiuto in grano per un ammontare di 7 milioni di dollari da suddividersi in tre anni. A palazzo della Consulta, la notizia che, in un certo senso, uno dei giudici ha avuto dei rapporti, sia pure a livello di consiglio d'amministrazione, con i fratelli Ovidio ed Antonio Lefebvre che della società sono stati consiglieri d'amministrazione come il prof. Giacchi ha colto di sorpresa tutti ed è difficile prevedere la eventuale soluzione del problema. Senza dubbio, però, il problema esiste ed anche grave perché sembra che il prof. Giacchi, quando fu costituito il collegio nella primavera dello scorso anno, non ritenne opportuno prospettare la situazione nella quale s'era venuto a trovare. In quella stessa occasione, un altro dei giudici designati, Filippo Ungaro, preferì astenersi: dichiarò che aveva avuto un rapporto professionale con il prof. Antonio Lefebvre per una questione ereditaria e che uno dei suoi figli aveva frequentato, come praticante, lo studio di via del Nuoto. La Corte Costituzionale riconobbe all'avv. Ungaro la sua «squisita sensibilità» ed accettò le sue dimissioni. Guido Guidi Sull'autosole a Sasso Marconi Camion militare esce di strada : un morto e 15 feriti BOLOGNA — Un militare è morto e altri diciotto sono rimasti feriti in seguito all'uscita di strada dell'automezzo sul quale viaggiavano. I militari, tutti di leva, inquadrati nella divisione « Ariete », provenivano da Sequals (Pordenone) ed erano diretti a Lucca per prestare servizio ai seggi elettorali. L'incidente è accaduto sull'autostrada del sole nel primo pomeriggio, al km 214, nel territorio del comune di Sasso Marconi (Bologna). La vittima è Fernando Alemanni, classe 1958, di Roma.