Fibre, etilene, materie plastiche chi si oppone ai tagli produttivi di Marco Borsa

Fibre, etilene, materie plastiche chi si oppone ai tagli produttivi Il piano chimico sarà pronto per la fine del mese? Fibre, etilene, materie plastiche chi si oppone ai tagli produttivi MILANO — Giugno è il mese della chimica. Governo, imprese, banche e sindacati, hanno in programma una fitta serie dì consultazioni al termine delle quali dovrebbe venire alla luce il tanto atteso piano chimico con annessi progetti di risanamento finanziario delle imprese del settore. Il piano chimico è suddiviso in tre sottopiani: quello delle fibre, già fatto e che ora è in visione alle aziende e ai sindacati perché facciano le loro osservazioni per consentirne l'applicazione; quello dell'etilene, quasi pronto, e quello delle materie plastiche (in realtà dei derivati dell'etilene) che, invece, è ancora in alto mare. Dal momento che la crisi della chimica è dovuta essenzialmente ad eccesso di capacità produttiva esistente ed eccesso di capacità produttiva progettata l'obiettivo dei tre sottopiani è quello di indicare quali sono gli impianti ohe andranno chiusi o ridimensionati e quali dì quelli previsti dovranno essere cancellati. Le indicazioni del governo dovranno tradursi in piani di ristrutturazione delle singole aziende (ciascun gruppo cioè dovrà decidere dove apportare i tagli). Solo successivamente, come ha ricordato Donat-Cattin nell'ultimo incontro con i sindacati il governo potrà varare provvedimenti di risanamento finanziario, quando cioè avrà accertato la coerenza fra piani aziendali e piano di settore. Tutto questo deve avvenire in tempi brevi e con la consultazione di tutti. Vediamo ora brevemente quali sono le posizioni delle principali parti in causa. PIANO FIBRE: il sindacato presenterà alla fine della prossima settimana le proprie osservazioni; le aziende cominciano le consultazioni da lunedi. Le obiezioni che probabilmente muoveranno i sindacati sono due: d'accordo sui tagli ma occorre sapere dove vanno fatti; secondo, d'accordo sulla necessità di spostare 10.000 persone (una stima per il momento solo indicativa) ma il piano deve dire dove vanno messe perché dalla riconversione non si passi al puro e semplice licenziamento. A livello delle imprese invece il piano fibre non dovrebbe incontrare particolari ostacoli perché ormai sono mesi che si discute su dove andrebbero fatti i tagli e l'unico problema pare quello di far digerire alla Sir la cancellazione di Ottana (fibre poliestere)). PIANO DELL'ETILENE: qui si tratta di evitare grossi ampliamenti di impianti già esistenti e dì cancellare le autorizzazioni per la costruzione di nuovi cracking di dimensioni enormi come quello di Licata da 600 mila tonnellate annue. Dare delle indicazioni di massima non dovrebbe essere difficile e farle digerire alle imprese neppure dal momento che l'etilene è concentrato in pochi grossi impianti con la possibilità di soluzioni consortili (se una impresa al suo cracking può avere in cambio l'assegnazione di una quota di produzione di un altro impianto, solu¬ zione adottata a Priolo). Problemi di occupazione non ce ne sono. Più difficile invece venire incontro alle richieste dei sindacati che chiedono la creazione di lavorazioni intermedie nelle zone di produzione di etilene per evitare il pericolo di navi in giro per l'Italia alla ricerca di un compratore per il loro carico di etilene. Questo aspetto del nodo etilene potrebbe venir risolto nell'ambito del terzo sottopiano, quello delle materie plastiche. A questo punto però scatta una forte resistenza da parte delle imprese che hanno due ordini di obiezioni: una, di principio, è che vogliono avere la massima libertà di manovra per decidere dove fare i nuovi investi¬ menti per non trovarsi nuovamente invischiate in imprese passive; la seconda è che sulle materie plastiche la rivalità fra i gruppi chimici è destinata a riemergere e sarà quindi molto difficile trovare un accordo, a differenza dell'etilene e delle fibre. Sia per l'etilene sia per le materie plastiche poi pesa l'incognita del resto dell'Europa. Un piano puramente nazionale, infatti, ha scarsissime possibilità di riuscita a causa dell'integrazione europea e internazionale del mercato chimico. Come insegna il caso delle fibre deve prima partire Davignon (commissario Cee per l'industria) e poi possono muoversi anche i governi nazionali. Marco Borsa

Persone citate: Davignon, Donat-cattin, Priolo

Luoghi citati: Europa, Italia, Licata, Milano, Ottana