Un sindaco e sette assessori in pretura per l'inquinamento del mare in Liguria di Paolo Lingua

Un sindaco e sette assessori in pretura per l'inquinamento del mare in Liguria Non avrebbero presentato i piani per le fognature Un sindaco e sette assessori in pretura per l'inquinamento del mare in Liguria I Comuni "incriminati", oltre Genova, sono La Spezia, Sestri e Rapallo sulla Riviera di Levante; Alassio, Bordighera e Imperia su quella di Ponente ■ Il processo nei prossimi giorni DAL NOSTRO CORRISPONDENTE GENOVA — Un gruppo di amministratori pubblici liguri dovranno comparire nei prossimi giorni davanti al pretore genovese Bruno Fasanelli, accusati di ritardo o di omissione di atti d'ufficio. Essi non avrebbero presentato alla Regione, o non lo avrebbero fatto entro i termini stabiliti dalla legge sull'inquinamento, il piano di ristrutturazione della rete fognaria dei loro comuni. Gli imputati sono sette assessori dei quali non si conoscono però le generalità ed un sindaco di cui si ignora persino il Comune al quale è preposto. I Comuni «incriminati» coprono in pratica tutto l'arco della regione perché vanno da La Spezia, Sestri Levante e Rapallo, sulla Riviera di Levante, ad Alassio, Imperia e Bordighera, su quella di Ponente. Tra i Comuni interessati all'inchiesta c'è anche quello di Genova. Vediamo come e perché ha avuto inizio questa vicenda che tra breve dovrebbe essere discussa nell'aula della pretura. Il pretore Fasanelli avrebbe ormai completato tutti gli atti necessari e sarebbe pronto al dibattimento. La «legge Merli» che disciplina la materia relativa aU'inquinamen- Fabbrica clandestina di armi a Napoli NAPOLI — Una fabbrica clandestina per la costruzione e trasformazione di armi è stata scoperta dai carabinieri della compagnia di Torre Annunziata nella casa di un pregiudicato, a Boscoreale, nella zona vesuviana. Al momento dell'irruzione dei militari, il proprietario dell'abitazione non è stato trovate e viene cercato. Nella fabbrica clandestina sono stati trovati e sequestrati sedici fucili, alcuni dei quali trasformati a canne mozzate, pistole, munizioni varie, punzoni ed attrezzature varie per la fabpricazio ne delle armi. CAnsa) to tra le altre cose prevedeva anche che tutti i Comuni dovessero presentare agli uffici regionali preposti entro il 13 dicembre 1977 un piano det-1 tagliato sul riassetto del sistema fognario. In base a queste indicazioni le Regioni avrebbero disposto un loro progetto generale per evitare o quanto meno ridurre al minimo l'inquinamento delle acque marine provocato i dagli scarichi di acque putrì-' de. A questa disposizione non avrebbero secondo l'accusa, ottemperato appunto gli amministratori dei sette Comuni che ora per non averlo fatto o averlo fatto in ritardo si trovano nella scomoda posizione di imputati. Il pretore Fasanelli lì ha già interrogati nel corso dell'inchiesta. Tutti hanno presentato giustificazioni validissime, almeno dal loro punto di vista. Alcuni, avrebbero sostenuto di non aver potuto presentare il piano previsto dalla «legge Merli» perché impossibilitati a farlo per la mancanza degli strumenti tecnici e del personale specializzato occorrente. Altri avrebbero detto di non aver potuto attuare quanto previsto dalla legge perché non avevano i soldi necessari. Altri invece hanno sostenuto di aver interpretato la legge in modo diverso: avevano, cioè, ritenuto la scadenza del 13 dicembre 1977 non come un termine ultimativo e perentorio, ma solo come un'indicazione di massima, della quale si poteva tener conto oppure no, senza incorrere nei rigori della legge. Altri, infine, si sarebbero giustificati sostenendo di aver già preparato e inviato alla Regione — per altri motivi —, uno studio sullo stato delle fogne nel loro Comune. «Non ne abbiamo mandato un secondo — avrebbero detto — perché in pratica sì sarebbe trattato della stessa cosa e allora abbiamo ritenuto che fosse superfluo». Al di là della vicenda giudiziaria è chiaro che si tratta di un problema estremamente delicato e di eccezionale importanza. Basti per tutti l'esempio di Genova dove da due anni consecutivi è vietato bagnarsi lungo il litorale cittadino da Voltri a Nervi perché i prelievi effettuati dall'ufficiale sanitario — in giorni e punti diversi — hanno segnalato un alto grado di inquinamento. I tecnici dell'ufficio comunale di igiene hanno rilevato infatti una presenza eccessiva di colonbatteri per decilitro di acqua marina rispetto a quanto stabilito dalla circolare del ministero della Sanità. E a Genova gli amministratori comunali hanno già fatto molto per evitare l'inquinamento organico del mare. Sono stati effettuati molti lavori alla rete fognaria; e sono stati realizzati o sono in via di ultimazione cinque depuratori. Tutto questo però almeno secondo a quanto si è visto non è servito a molto. Neppure con i depuratori si è riusciti a modificare la situazione (ogni giorno la città rovescia in mare 240 mila metri cubi di acque nere). E poi non c'è solo l'inquinamento delle fogne ma quello degli scarichi industriali regolati anche questi dalla legge Merli ma assai più diffìcili da controllare. I depuratori, dicono in conclusione a Genova, da soli non bastano. Perché funzionino a dovere è necessario che tutti gli scarichi vi confluiscano Paolo Lingua

Persone citate: Bruno Fasanelli, Fasanelli, Ponente