Cannibali nel deserto

Cannibali nel deserto SULLO SCHERMO Cannibali nel deserto Le colline hanno gli occhi di Wes Craven, con Susan Lanier, Robert Huston, Martin Speer Horror, a colori, Usa 1977 (Cinema Reposi). Non sappiamo se dopo le partite dei «Mondiali» la gente abbia voglia di uscire di casa per andare al cinema a vedere thrillers di quart'ordine, fiacche riedizioni, dimessi ricalchi di avventure spaziali, oppure atrocità in serie sul tipo di queste, allineate per 85 minuti dallo stesso regista Wes Craven, che già anni fa non aveva lesinato effetti orripilanti, ultragranguignoleschi ne L'ultima casa a sinistra. Dopo i cani affamati che con le fauci spalancate, gli occhi iniettati di sangue, s'avventavano, ne II branco, contro turisti inermi facendone strazio, qui abbiamo la giusta e doverosa riabilitazione del «fedele amico dell'uomo». Tale è veramente una specie di nuovo Rin Tin Tin che — quando i padroni sono assaliti, nel deserto californiano attraversato in roulotte, da un'inattesa torma di umanoidi di stanza da quelle parti — si comporta da eroe quadrupede e, con tutte le sue forze e i suoi latrati, collabora decisamente allo sterminio dei mostriciattoli. A che razza appartengano tali antropologi bianchi specializzati in efferatezze lo saprà chi va a vedere il film. Esso eccede, sì, in effettacci di violenza mista a cannibalismo; però, come struttura narrativa, non difetta d'una sua grezza suspense che, accoppiata a una calcolata, aberrante ricerca dell'orrido e del ripugnante, non mancherà di suscitare poco invidiabili emozioni in qualche spettatore. a. v.

Persone citate: Martin Speer Horror, Robert Huston, Susan Lanier, Tin Tin, Wes Craven

Luoghi citati: Usa