Chi ha paura della donna?

Chi ha paura della donna? Dibattito sulla parità all'istituto Gramsci Chi ha paura della donna? La popolazione attiva femminile continua a scendere - La mancanza di controlli sull'applicazione della nuova legge favorisce assunzioni discriminate - L'insondabile piaga del lavoro nero Parità tra uomini e donne in materia di lavoro: nonostante la legge, una conquista difficile. Richiede l'impegno delle forze politiche e sindacali. Richiede soprattutto la consapevolezza delle donne per renderla operante. Nella giornata di studio svoltasi ieri all'Istituto Gramsci l'on. Eletta Bertani (pel) ha sottolineato l'obiettivo della legge sulla parità: «Allargare il ventaglio di possibilità di occupazione femminile » « In un momento di crisi del Paese — ha detto — riaffermare il valore decisivo del lavoro ai fini della concreta liberazione della donna e affrontare i nodi e i meccanismi di discriminazione è un'acquisizione ideale e politica importante ». Sbaglia chi teme l'inserimento della donna nel mondo produttivo in tempi di disoccupazione: ir La disoccupazione non si risolve con una guerra tra i sessi, in una spartizione della miseria; si tratta di una nuova qualità di svi¬ luppo, un rinnovamento dei valori sociali, una riqualificazione professionale ». La legge che vieta la discriminazione tra 1 sessi dovrebbe restituire un rapporto di fiducia tra le donne e le istituzioni. Nicoletta Bocchi dell'ufficio lavoratrici Cgil nazionale ha affermato: « Certo non può risolvere subito lutti i problemi della condizione femminile, che sono di natura sociale e culturale; ha anche limiti oggettivi. Ma occorre lottare per individuare gli strumenti che diano alla donna un'effettiva realizzazione nel lavoro; creare servizi sociali adeguati; rinnovare l'ufficio collocamento; combattere il lavoro nero del quale mal si riesce ad afferrare la vera entità: si parla di tre milioni e mezzo di donne occupate con lavoro nero e altri 3 milioni con lavori precari ». L'esclusione della donna dalla popolazione attiva è stata sottolineata da Maria Pia May dell'Isti- tuto di sociologia dell'Università di Milano: «Dai 6 milioni e 300 mila del 1861 si e scesl a 4 miItoni e 800 mila nel 1961, per risalire adesso ai 6 milioni. Nel breve arco tra il '63 ed il '68 la forza lavoro nell'industria cala complessivamente di 96 mila unità: la presenza maschile però riesce ad aumentare; quella femminile subisce un crollo drastico di circa 300 mila unità ». La donna entra giovane nella fabbrica e ne esce presto per il ruolo ed i compiti che la famiglia fa gravare sulle sue spalle, dalla casa al figli. Se rientra nel mondo produttivo lo fa in età matura, quando i figli sono cresciuti, e accetta, in questo caso, lavori marginali, la realtà del part Urne o del lavoro nero. Importante è « una ridistribuzione dei ruoli nella coppia » ed un primo passo è nella legge, che prevede il diritto di assentarsi dal lavoro al padre, in alternativa alla madre. Marino Bin, avvocato del sindacato e docente di diritto di famiglia, ha rilevato « il problema grave della discriminazione indiretta». «Il padronato ha la possibilità di licenziare il lavoratore nel periodo di prova sema alcun controllo. In questo modo si può superare il divieto di assunzioni discriminate: la prova diventa, a scelta del padrone, una possibilità discriminatoria. Occorre, oltre alla vigilanza del sindacato, anche un controllo regionale. Per ora infatti molti sperano che tutto resti fermo grazie alla mancanza di strumenti di controllo ». Un'autocritica sul « ritardi del sindacato nell'affrontare il problema della parità » è stata espressa da Guido Bolaffi, ufficio studi Cgil nazionale: « Bisogna riconoscere però che è un fenomeno nuovo per la società italiana e che le realtà sono diverse da regione a regione. Inoltre potrebbe sembrare una contraddizione l'esistenza della disoccupazione ufficiale delle donne e la loro presenza massiccia nel lavoro nero o in lavori marginali, ma è il meccanismo produttivo che utilizza la situazione al propri fini. Certo, la donna ha saputo imporre, grazie ai movimenti femminili, una forza trascinante alla discussione dei suol problemi ». Ora dovrà riuscire ad imporne anche la concreta realizzazione nel mondo del lavoro. Simonetta Conti

Persone citate: Eletta Bertani, Guido Bolaffi, Maria Pia, Marino Bin, Nicoletta Bocchi, Simonetta Conti

Luoghi citati: Milano