L'incredibile storia dello «studente Br»
L'incredibile storia dello «studente Br» Un alunno di prima media L'incredibile storia dello «studente Br» A dodici anni, per una frase infelice, è "processato" dall'insegnante e dalla preside Questa è l'Incredibile storia di Mario, 12 armi, ripetente, in prima B alla media dell'obbligo Valfrè. Mario ha alle spalle una dolorosa vicenda familiare: 1 genitori hanno imboccato strade diverse (11 padre è In carcere), la sorella non è in grado di accudirlo. Lui vive in una Comunità alloggio con altri ragazzi della sua età, assistito da personale specializzato che cerca di dare non solo aiuto sul plano psicologico-pratico, ma anche affettivo. Mario nonostante tutto può crescere come i suol coetanei. Ma qualcosa dell'equilibrio si spezza il giorno dell'assassinio dell'onorevole Moro. E s'inizia una storia assurda ed incredibile vissuta proprio in quella scuola che dovrebbe formare 1 giovani, che dovrebbe aiutarli a superare 1 traumi per diventare cittadini consapevoli ed onesti. Eccola. Nella prima B l'Insegnante di lettere, prof. Catalano commenta con accenti accorati 11 dramma di Moro. Chiede 11 parere agli alunni. Chissà perché (spiegherà più tardi che voleva far ridere i compagni) Mario si alza ed afferma: «Hanno fatto bene, non avete capito che io sono un brigatista rosso?». Nella classe sembra scesa la fine del mondo: Mario viene rimbrottato senza mezzi termini, preso per un braccio e portato nell'ufficio della preside prof. Anna Boschi. Qui accade il resto. Invece della ramanzina, e del dialogo per cercare di capire 1 motivi della sconcertante affermazione, Mario è minacciato di sospensione. La prof. Catalano minacela: «O fuori lui o fuori io». Ma la preside può sospendere soltanto per cinque giorni. SI convoca il consiglio di classe, l'assemblea del genitori, il consiglio di Istituto: tutti cercano di riportare la questione nel suol giusti termini. La prof. Catalano intanto «invita» 1 suoi alunni a sottoscrivere una lettera per chiedere l'allontanamento di Mario e manda un rap¬ porto, con la preside, al provveditore. Gli organismi collegiali biasimano questo comportamento ed a loro volta inviano un rapporto al dottor Pisani. La vicenda di Mario viene esaminata dallo psicologo della Comunità alloggio, interviene anche un inviato del provveditore. A tutti pare che la questione stia assumendo toni esagerati. Se la scuola dell'obbligo deve aiutare e formare l'Individuo, perché punire un ragazzino senza spiegargli dove e perché ha sbagliato? Oggi, tempo di scrutini, ci si chiede: qualcuno vorrà far pagare al ragazzo quella sua infelice frase? Oppure ognuno vorrà prendere coscienza del propri errori e tendere la mano a chi ha bisogno di aiuto? m, vai.
Persone citate: Anna Boschi, Catalano, Moro, Pisani, Valfrè
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