Nodi che rallentano la ripresa economica

Nodi che rallentano la ripresa economica Nodi che rallentano la ripresa economica (Segue dalla 1" pagina) | | ancor più dal rischio di un loro nuovo avvitamento », hanno consentito di migliorare l'andamento della bilancia dei pagamenti e di pressoché dimezzare il ritmo di aumento dei prezzi. La relazione della Banca d'Italia dà conto di questi progressi sul fronte della stabilizzazione. Questi risultati, tuttavia, ha detto il governatore, vanno considerati « con preoccupata insoddisfazione. Infatti non si è riusciti, né si è sulla via di riuscire, ad attuare quella sostituzione di investimenti a consumi nella composizione della domanda interna, che è condizione necessaria per dare avvio al circolo virtuoso che accresca la produttività, migliori stabilmente le correnti di scambio con l'estero, consenta una più ampia e regolare espansione della domanda interna ». Quanto alla situazione attuale, la Banca d'Italia, pur prevedendo per il 78 un buon andamento dei conti con l'estero, e una complessiva stabilità della lira, osserva che il ritmo di aumento dei prezzi è superiore a quanto a suo tempo concordato con il Fondo monetario internazionale e non accenna a ridursi. Rileva inoltre la Banca con molta preoccupazione che « la ripresa congiunturale che vari indicatori segnalano, si presenta con i caratteri di precarietà che hanno contraddistinto analoghe fasi della nostra economia nel periodo più recente. Se lasceremo che essa proceda secondo le tendenze in atto, il sollievo che ne potrà derivare all'occupazione sarà scarso; prima che l'accresciuta attività produttiva possa esprimere una consistente domanda aggiuntiva di lavoro si saranno già incontrati i vincoli che costringeranno a frenare l'espansione ». Il quadro della situazione italiana oggi e nei prossimi mesi è dunque delineato con estrema chiarezza e con altrettanta chiarezza il governatore della Banca d'Italia ha indicato i tre problemi principali che debbono essere affrontati: la spesa pubblica che ha raggiunto valori insostenibili e « ha in sé fattori di ulteriore deterioramento quantitativo e qualitativo »; il costo del lavoro che va ricondotto entro limiti capaci di accompagnare una riduzione ulteriore dell'inflazione e a questo proposito la Banca d'Italia è tornata a porre l'accento sulla necessità di rivedere i meccanismi della scala mobile e di affrontare con estrema prudenza la fase dei rinnovi contrattuali; la ristrutturazione finanziaria delle imprese evitando tuttavia di commettere errori nella politica industriale e nella politica finanziaria che sono stati commessi per molti anni e che hanno contribuito ad appesantire la condizione generale del Paese e delle sue strutture industriali. Le considerazioni finali, che sono scritte con una lucidità impressionante, non possono essere giudicate né ottimistiche né pessimistiche. Il governatore sembra dire che vi sono, da una parte, possibilità di ripresa, ove si consolidi ciò che è stato fatto nell'ultimo anno e mezzo e ove si innesti su ciò che è stato fatto ciò che rimane da fare, ma vi sono anche, dall'altro lato, problemi enormi, connessi alla situazione dell'industria e alla situazione del bilancio pubblico che rischia di determinare una perdita di controllo sulla situazione monetaria, che devono essere affrontati se questi elementi positivi che si sono manifestati nell'ultimo anno debbono consolidarsi nel prossimo futuro. Spetta, dice la Banca d'Italia, al governo, alle forze politiche, alle organizzazioni sindacali di fare le cose necessarie che riguardano tutte problemi di ordine politico, decisioni in materia di contratti di lavoro, decisioni in materia di entrate e spese pubbliche, decisioni in materia di politica delle agevolazioni e di politica industriale in generale. Se queste cose saranno fatte, il Paese potrà tentare di risalire la china che ha disceso precipitosamente nel corso di questi anni. Ma se queste cose non saranno fatte, o non saranno fatte tutte intere tempestivamente, allora, data la condizione di degradazione delle strutture economiche del Paese, del suo apparato finanziario, del suo sistema creditizio, allora questa discesa riprenderà più rapidamente e forse vertiginosamente di come essa non sia avvenuta in questi anni e il Paese si troverà, come conclude la relazione, del tutto fuori dall'Europa da cui lentamente si è allontanato nel corso di questi anni. Giorgio La Malfa

Persone citate: Giorgio La Malfa

Luoghi citati: Europa