Andreotti troverà più distesi i rapporti tra comunisti e psi

Andreotti troverà più distesi i rapporti tra comunisti e psi Il presidente del Consiglio rientra domani dagli Usa Andreotti troverà più distesi i rapporti tra comunisti e psi Napolitano, come La Malfa, auspica un incontro chiarificatore Craxi-Berlinguer ma aggiunge che "non ci sono divergenze gravi e insuperabili" - Romita al Comitato centrale: "Il psdi sarà molto critico verso il governo, ma non aprirà una crisi" ROMA — Dopo le forti ten- \ sioni fra socialisti e comunisti, una notizia positiva ha raggiunto ieri Andreotti a New York, alla vigilia del suo rientro a Roma, dove è atteso domani. «Non ci sarà guerra fra socialisti e comunisti»: così ha risposto Vittorelli sulYAvanti! alle preoccupazioni di La Malfa (ma non solo di La Malfa) che aveva suggerito un incontro BerlinguerCraxi per chiarire i contrasti prima che danneggiassero la compattezza della maggioranza e la difficile opera del governo. Andreotti ha potuto ben dire, in un'intervista al «GR2», sul suo colloquio con Carter: «Abbiamo una certa iniziativa politica che ci consente una stabilità almeno relativa che credo sia favorevole alla immagine di un'Italia conosciuta nel passato più. dalle crisi ministeriali che da un quadro di collaborazione piuttosto vasto». Anche Zaccagnini ha colto la precisazione socialista per sostenere che se l'azione del psi è orientata a un ampliamento della dialettica democratica, e non a fare la concorrenza al pei, «questo non crea contrasti né con i comunisti né con gli altri partiti dell'attuale maggioranza». Il leader de ha confermato che giudica «non positiva» la tendenza al bipolarismo (cioè al predominio della de e del pei) mentre auspica «una maggiore articolazione delle forze politiche e quindi uno spazio per i partiti cosiddetti intermedi». A sua volta Napolitano, in risposta a Epoca, condivide l'idea di La Malfa per un incontro pci-psi, ma chiarisce che «non ci sono divergenze gravi o insuperabili», tanto più che i programmi a medio termine dei due partiti, pur diversi, convergono su punti fondamentali. Ha notato, comunque: «Negli ultimi tempi, invece, ci siamo trovati di fronte a differenziazioni artificiose da parte del psi nei nostri confronti». Altro rilievo interessante di Napolitano è questo: «Francamente non pensavamo a un calo elettorale come c'è stato per il pei». Infine, nega che i comunisti puntino per ora ad entrare nel governo, ritenendo invece necessaria l'attuazione del programma concordato, ed esclude un governo dc-psi «nel breve termine». Una nota del pri specifica, infine, che La Malfa proponendo rincontro Craxi-Berlinguer «ha voluto evitare il rischio di un accentuarsi dì divergenze in seno alla maggioranza. Ma non ha inteso affatto offrirsi come "paciere o mediatore" tra psi e pei». Se i contrasti pci-psi sono realmente ridimensionati nei limiti di un confronto fra partiti autonomi, ma impegnati nella maggioranza di unità nazionale, si allontanano le prospettive di un mutamento politico prima dell'elezione del nuovo Capo dello Stato, a fine anno. Donat-Cattin aveva avanzato l'ipotesi di un ritorno al centro-sinistra, dopo quella data. Ma ieri Aniasi (psi) gli ha replicato che «non si riesumano formule consunte». Tuttavia il problema del «dopo Moro» sussiste e se lo è posto Romita nella relazione con la quale ha aperto ieri all"Eur il Comitato centrale del psdi. Senza la guida di Moro, che puntava sulla «stabilizzazione attraverso l'intesa diretta con il pei», la democrazia cristiana sarà sospinta dalla «sua sterminata Vandea su posizioni connaturate con un partito conservatore». Ma se la de «pone fine alla non belligeranza con il pei, quale sarà la risposta comunista all'eventualità di un brusco tramontare delle sue aspirazioni all'ingresso nel governo?». Secondo Romita, si apre uno spazio vuoto che deve essere riempito con la politica dell'area socialista, la sola a suo giudizio capace di evitare irreparabili scontri fra i due blocchi contrapposti. E' la linea propugnata dal psdi che ne ha tratto vantaggi anche elettorali, pur se i maggiori benefici — ha notato Romita — sono andati ai socialisti. E qui ha fatto l'autocritica su «colpe nostre se il partito ha accettato più che interpretato tale politica». Per porre rimedio a queste laoune ha annunciato per settembre una conferenza ideologica e il congresso nazionale del psdi «c/ie sarà convocato probabilmente ai primi di novembre». La prima e immediata conseguenza della politica di area socialista, contrapposta al bipolarismo dc-pci, «sarà un atteggiamento assai più critico che dovremo tenere nei confronti del governo». E qui Romita ha lamentato che le misure anticrisi non creino un posto dì lavoro in più e che continui «la incredibile commedia inscenata sulla sostituzione del ministro dell'Interno, per finire alla intollerabile farsa delle nomine negli enti pubblici». Tuttavia Romita ha assicurato che «il psdi non favorirà l'apertura di una crisi». Quanto ai due referendum, ha concluso chiedendo di votare «No» contro l'abrogazione della legge Reale (che riguarda l'ordine pubblico) e del finanziamento dei partiti. La de si prepara al Consiglio nazionale di fine giugno e ieri Zaccagnini ha presiedu¬ to una riunione per le modifiche dello Statuto, così per favorire il rinnovamento reale del partito. «La novità — ha detto l'on. Vincenzo Russo — riguarda l'elezione dei delegati al congresso che non rappresenteranno più i tesserati, ma i voti elettorali politici conseguiti dalla de». Lamberto Fumo

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