Disavanzo un miliardo e mezzo con un credito di tre miliardi

Disavanzo un miliardo e mezzo con un credito di tre miliardi «Crack» d'un grosso importatore di carni Disavanzo un miliardo e mezzo con un credito di tre miliardi Giuseppe Ferrerò smerciava 400 quintali di carne alla settimana: i suoi debitori non lo pagano, i creditori lo hanno fatto fallire Chiude definitivamente i battenti una delle più grosse ditte d'importazione di carne sul mercato torinese. Il tribunale ha dichiarato ieri mattina il fallimento di Giuseppe Ferrerò, 52 anni. Strada Antica di Collegno 165, titolare della omonima animi da che Uno al dicembre scorso occupava uno stand al macello comunale di via Traves 43, dando lavoro ad una ventina di dipendenti. Il tribunale ha nominato curatore fallimentare il dottor Guglielmo Bona Cabibi, fissando la verifica dei eredita per il 21 luglio prossimo. Sul reg^tro dei fallimenti, al passivo figura la cifra di 1 miliardo e mezzo, all'attivo esattamente il doppio, tre miliardi. Non è un attivo immediatamente disponibile, ma una cifra che il titolare dell'azienda afferma di poter recuperare per far fronte alle richieste dei creditori. Tra le ditte che vantano consistenti crediti nei confronti dell'importatore Ferrerò, ci sono la francese «Safinec» per 150 milioni; l'azienda di Pietro Bellone, di Solerò (Alessandria), per 91 milioni; la «Dat-Schaub», danese, per 300 milioni. Al macello comunale la ditta Ferrerò occupava fino a tre mesi fa un grosso magazzino. Negli anni passati Ferrerò aveva sempre commerciato in agnelli ma negli ultimi due anni importava anche bovini. Per dare un'idea del volume d'affari del Ferrerò basti pensare che fino al dicembre scorso Importava qualcosa come 400 quintali alla settimana. Inutili sono stati i tentativi di evitare il fallimento. L'ultima riunione con i creditori, molti dei quali torinesi, si è tenuta la scorsa settimana. Secondo l'avvocato Azzaretti, legale del Ferrerò, «l'importatore era disposto a cedere tutto il suo patrimonio pur di evitare la fine dell'azienda. I tre miliardi che figurano all'atti¬ lllIllllllHlillllllMIIIII!lll[lllin:E!l!lfllllllltllM vo del fallimento corrispondono i a titoli di credito reali». Dice ancora il legale: «Esistono grosse ditte italiane, all'apparenza serissime, che sono a loro volta debitrici nei confronti del Ferrerò per una somma ingente, un miliardo e 800 milioni. E' proprio il mancato recupero di questa cifra che ha portato alla attuale situazione». Sabato scorso, di fronte al rifiuto della proposta di concordato preventivo, Giuseppe Ferrerò ha fatto istanza di fallimento, istanza accolta ieri mattina dal tribunale, che ha nominato giudice delegato il dottor Antonio Ianni.

Persone citate: Antonio Ianni, Azzaretti, Bellone, Giuseppe Ferrerò, Guglielmo Bona Cabibi

Luoghi citati: Alessandria, Collegno