Scatta l'offensiva per le scarcerazioni di Giuseppe Fedi

Scatta l'offensiva per le scarcerazioni Scatta l'offensiva per le scarcerazioni ROMA — Nel clamoroso scandalo della lirica, dopo la raffica di arresti scatta l'offensiva degli avvocati. Formalizzazione dell'inchiesta e libertà provvisoria per gli imputati: queste le richieste presentate ieri mattina dai difensori dei 29 fra direttori artistici, agenti teatrali, impresari e sovrintendenti di enti lirici arrestati sinora. I legali — fra cui Giuliano Vassalli, che assiste Lanza Tornasi — hanno inoltre chiesto che, per una serie di persone finite in carcere sotto l'accusa di concussione, corruzione, truffa ai danni dello Stato e degli enti Urici, gl'interrogatori avvengano, date le precarie condizioni di salute degli assistiti, nelle città dove sono stati eseguiti gli ordini di cattura. Uno dei casi prospettati al magistrato inquirente, Nino Pico, riguarda il segretario generale della Biennale di Venezia, Floris Ammanati, che soffre di ipertensione e diabete e non è in grado di affrontare il viaggio a Roma. Il suo difensore, Nicola Manfredi, ha invitato il pubblico ministero a recarsi nel capoluogo veneto per interrogare Ammarinati in prigione, se non accoglierà l'istanza di libertà provvisoria. Sulla richiesta di passare gli atti al giudice istruttore, il dottor Fico dovrebbe pronunciarsi, dopo aver ascoltato gl'imputati, entro i cinque giorni previsti dalla legge. L'interrogatorio degli imputati è continuato nella giornata di ieri. Il dottor Fico, dopo essersi recato a Rebibbia per completare gli interrogatori di Simonetta Lippi, Lucia Ulrich, Giuseppina Consolo e Gianna Rinaldi Lopez, che aveva cominciato fin da martedì sera, si è trasferito a Regina Coeli per raccogliere le dichiarazioni di Gioacchino Lanza Tommasi, che è assistito dal professor Giuliano Vassalli. Per stamane è previsto l'interrogatorio del maestro Francesco Siciliani. Sono state trasferite da Milano e rinchiuse nel carcere di Rebibbia: Patrizia Bellipanni, Sìlvia Suighi e Donatella Pedrazzi. Saranno interrogate oggi. E' in corso, intanto, il trasferimento a Roma delle persone arrestate nelle altre città. I capi d'imputazione contestati, corredati, sembra, da una serie di intercettazioni telefoniche e altre prove, come le fotocopie di assegni, sono diversi. Negli ordini di cattura, firmati dal giudice, si legge che gli arrestati hanno violato 1 alegge 14 agosto '67, numero 800, che vieta la mediazione di agenzìe teatrali per l'assunzione dei cantanti. Inoltre, si sono resi responsabili di corruzione (la pena prevista va da due a cinque anni di reclusione); di interesse privato in atti d'ufficio (dai sei mesi a cinque anni); di concussione (da quattro a dodici anni) e di truffa ai danni dello Stato e degli enti lirici (da uno a cinque anni). L'accusa di interesse privato è stata contestata perché in alcuni casi, servendosi degli agenti teatrali, venivano scritturati artisti ai quali poi si proponeva di scambiare il ruolo con altre persone che non erano state direttamente assunte. L'accusa di concussione è stata elevata invece per aver « con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, abusando della propria qualità e delle funzioni, proceduto sistematicamente ad assumere i cantanti attraverso la medazione degli agenti teatrali, sbarrando di fatto l'accesso al teatro agli artisti che non fossero legati ad agenti ». Per la truffa, invece, si parla di « abuso dei poteri e violazione dei doveri inerenti alle pubbliche funzioni, « gravando così "i cachet" delle maggiori somme destinate a titolo di percentuale agli agenti teatrali » e procurando in tal modo « un ingiusto profitto ». Che cosa c'è dietro gli arresti di tanti dirigenti artistici e musicali proprio quando la situazione della lirica — dopo anni trascorsi in acque tempestose, fra colpi di mano, ricatti, denunce, dimissioni, risse e malumori, che avevano ridotto l'attività a una mediocre routine di sopravvivenza — aveva registrato un certo miglioramento? E' quanto si chiedono i lavoratori dello spettacolo aderenti alla Cgil, Cisl, Uil. «Se infatti appare necessario e doveroso perseguire severamente i reati, ove essi siano stati commessi — rilevano — esiste un diffuso disorientamen¬ to e incredulità per l'ampiezza del provvedimento che investe tutte le istituzioni musicali pubbliche e che rischia di essere strumentalizzato dai gruppi di pressione che si oppongono al processo di rinnovamento in atto in molti enti ed intendono perpetuare antichi, intollerabili metodi di gestione». I lavoratori dello spettacolo sottolineano quindi le inadempienze ministeriali per quanto riguarda il reclutamento di cantanti, direttori d'orchestra e coreografi: «iVonostante le sollecitazioni pervenute in particolare dal sindacato, in questi atti non si è provveduto alla costituzione presso il collocamento spettacolo degli uffici scrittura previsti dotta legge 800 ». In attesa della riforma del settore musicale, occorre «respingere con forza ogni tentativo di trasformare questa vicenda in un processo a carico della lirica per bloccare un'attività culturale di cui il Paese ha estremo bisogno ». L'ultima annotazione riguarda il vertice dei sovrintendenti, presieduto da Carlo Maria Badini che si tiene oggi a Roma nella sede dell'Associazione degli enti lirici e sinfonici, per un esame delle vicende che hanno sconvolto il mondo dell'opera. Giuseppe Fedi

Luoghi citati: Milano, Roma, Venezia