Berlino: fase di "riflessione,, di Peter Gillies

Berlino: fase di "riflessione,, VITA DI UNA CITTÀ Berlino: fase di "riflessione,, Vetrina della libertà. Piattaforma girevole per il commercio Est-Ovest oppure Roccia in mezzo al mare. questi gli slogan che si dicevano una volta per Berlino Ovest. Essi naturalmente non potevano impedire che la città divisa minacciasse di soffocare i propri problemi politici ed economici. Oggi il pathos è venuto meno, i berlinesi sono diventati cool e cominciano a valutare le proprie forze. Quella che è ancora la maggiore città industriale della Germania esercita i propri muscoli: ricerca e sviluppo, tecnologia e innovazione, servizi per il commercio con l'Oriente e tante altre cose. Il motto del nuovo indirizzo è « Innovazione anziché sovvenzione ». Berlino come simbolo della libertà e monumento della solidarietà occidentale aveva portato nella città per lungo tempo una mentalità da sovvenzionato. Era infatti comodo essere a convitto. Ma è come un'azienda che comincia a dormire sugli allori: perde 'i contatti più rapidamente di quel che si pensi. Da alcuni anni la città è in fase riflessiva. Certo ha pagato un alto prezzo: perdita di popolazione, di posti di lavoro, di fonti di investimento. Tutto ciò porta in ultima analisi alla diminuzione della capacità vitale. Alcune cifre: dal 1970 ad oggi il numero dei posti di lavoro è diminuito da 265 mila a 190 mila, mentre le sovvenzioni della Repubblica Federale si sono raddoppiate raggiungendo 7.7 miliardi di marchi. Sull'altro piatto della bilancia stanno .i seguenti dati: il prodotto interno lordo per lavoratore risulta nel 1976 di 34.227 marchi a Berlino contro i 31.469 del resto del Paese (dopo che negli Anni Sessanta invece la media era rimasta al di sotto del livello nazionale). Il fatturato per occupato assomma, in tutta la regione AtenaSprea. a 114.500 marchi mentre nella federazione arriva a 84.300. Se poi la « Ostpolitik >•■ a Berlino abbia portato la desiderata normalità o no le opinioni a questo punto si confondono. Ma tutte le forze politiche nella Repubpublica Federale, almeno fin qui. tendono allo stesso scopo: dimostrare che senza una nuova originale strategia la città divisa non potrà mai riguadagnare l'attrattiva e un futuro sicuro. Sotto l'egida del Presidente federale tutti e tre i partiti si sono trovati d'accordo e hanno trovato nuovi accenti. Il Cancelliere federale e le industrie hanno rianimato quel giro di imprese che sono per tradizione le più impegnate negli affari berlinesi. Oltre 50 aziende dell'industria tedesca si trovano con regolarità nella cerchia delle filiali di Berlino per sviluppare nuovi impulsi per le forze economiche. Naturalmente tutto ciò non è un cuscino sul quale ci si possa tranquillamente riposare. Guenter Broun, della Camera dell'industria e del commercio di Berlino, afferma freddamente: « Se la nostra offerta non è concorrenziale non pretenderemo l'ordinazione. Se invece lo è. allora sì ». La fase dei protezionismo e dell'autocommiserazione è sicuramente passata, ma solo con lentezza la città ricerca un'autocoscienza di tipo produttivo. Nonostante le persistenti preoccupazioni politiche tuttavia i berlinesi avrebbero compreso i segni del tempo. A questo proposito il rimpasto senatoriale ha fornito un contributo all'» igiene politica » sotto la guida del nuovo sindaco Dietrich Stobbe. Non sono state un pugno nell'occhio solo per i berlinesi le logorate amministrazioni della città impegolate in economie nepotistiche. in favoritismi e affari poco chiari. Naturalmente l'economia della città ha seguito la marcia attraverso il fondovalle della recessione. A causa dei suoi problemi strutturali ne ha ami ancor più sofferto rispetto al resto della nazione. E anche la ripresa risulta più lenta. Tuttavia i prodotti berlinesi vanno per tutto il mondo: sette ottavi della sua produzione sono ordinati e utilizzati al di fuori della città, le turbine costruite a Berlino non girano solo in metà di tutte le centrali tedesche ma anche in Asia, in Brasile o in Africa. In tempi in cui le imprese devono farsi i conti con molta precisione vale la pena di dare uno sguardo al catalogo di prodotti che offre la città: deduzione speciale fino al 75 per cento nel primo anno di investimento, supplemento d'investimento in contante dal 10 al 30 per cento, riduzione dell'Iva sia per il fornitore berlinese che per l'acquirente tedesco occidentale, mutui molto vantaggiosi per nuove fondazioni, terreni e fabbricati Peter Gillies (Continua a pag. Il)

Persone citate: Dietrich Stobbe, Guenter Broun