Milioni di cittadini contro il terrorismo di Pietro Ingrao

Milioni di cittadini contro il terrorismo L'on. Ingrao ieri a Torino Milioni di cittadini contro il terrorismo TORINO — Colloqui con l'onorevole Pietro Ingrao in un afra le città più colpite dal terrorismo. E' venuto a Torino, per discutere proprio questo problema, per sentire le esperienze di una regione alla frontiera fra eversione e benessere. L'incontro, pur nel momento grave per il Paese, è sereno. I giornali della sera riproducono in prima pagina l'ultimo messaggio estorto dalle Br all'on. Moro, ma Ingrao preferisce non parlarne. Come presidente dalla Camera traccia il rapporto che deve esistere fra lo Stato ed i cittadini, per ripotar loro fiducia, come esponente del pei delinea il ruolo di un partito che vuol essere contemporaneamente garante e di stimolo per la democrazia. Dice: «La fermezza dello Stato, oggi non può prescindere da un suo rinnovamento. In esso ci sarà tanto più vigore guanto più sapremo adeguarlo ai problemi del nostro tempo ed armarlo per combattere le nuove forze dell'eversione antidemocratica. Quest'opera non possono farla due o tre persone soltanto e nemmeno Questo o quel corpo dello Stato; essa deve I essere condotta da milioni di \cittadini: difendere lo Stato | QUindi significa rafforzare e 1 mutare profondamente il rap- porto fra masse e Stato, terroristi vogliono ridurre lo scontro ad un conflitto di pochi squadristi. La nostra arma è quella di far scendere in campo decine di milioni di uomini organizzati democraticamente». Ma da un punto di vista operativo come si può agire? «/ compiti del Parlamento su questo terreno sono: varare leggi per fronteggiare l'eversione; operare le necessarie riforme degli apparati, insiapensabili per consentire allo 1 Stato di rispondere. Parlo non solo di qualche legge, ma proprio di un insieme di rifoerme capaci di trasformare la società, di dare risposte a ceti diversi, sia per impedire i delitti, sia per eliminare ogni retroterra ai terroristi». Quali leggi? Forse quelle «speciali»? «Data la mia carica non sta a me pronunciarmi sui carateri delle legge. Sono però convinto che gli eversori si combattono, non restringendo, ma rafforzando ed allargando la democrazia, il suo vigore, rendendola più effettiva. Bisogna dunque avere molto chiaro che la democrazia vince se si dimostra forte, efficiente, capace di risolvere i problemi. I terroristi in fondo vogliono far credere che questo è impossibile. Li sconfiggiamo dimostrando il contrario». Ma da chi deve partire questa azione di rinnovamento? Dal governo? Dal Parlamento? «Ripeto: deve coinvolgere tutti, milioni di cittadini. E' necessario che l'insieme delle istituzioni democratiche (Parlamento, governo, consigli regionali, provinciali, comunali) e anche i sindacati, i partiti, gli uomini di cultura promuovano un lavoro di mobilitazione organizzino questi milioni di italiani. In tal senso l'incontro di Torino mi è parso un segnale molto interesante ». C'è però chi dice che da quel tragico 16 marzo, cioè dal sequestro di Moro e dalla strage della sua scorta, il Parlamento lavori in tono minore. «Non mi sembra un giudizìo esatto. In questi 40 giorni sono state fatte cose non da poco: è stato dato un governo al Paese, il Parlamento ha messo mano a grandi problemi quali l'aborto, il bilancio dello Stato, le leggi presentate dal governo per la difesa dell'ordine democratico ed altre misure urgenti. Ciò non significa che non si possa e non si debba fare molto di più. Anzi sento molto l'ansia si superare limiti, difficoltà e ostacoli che ci hanno impedito di fare meglio. E credo che il Paese abbia il diritto di domandarci di più». Giuseppe Sangiorgio

Persone citate: Giuseppe Sangiorgio, Ingrao, Moro

Luoghi citati: Torino