Cosa fa Comunione e Liberazione? di Carla Fontana

Cosa fa Comunione e Liberazione? Cosa fa Comunione e Liberazione? Ha 24 anni e 70-100 mila iscritti - E' stato il più sorprendente movimento degli Anni 70, ma la Chiesa non lo riconosce MILANO — Le stime ufficiose parlano di 70-100 mila aderenti. Quelle ufficiali non esistono: «a Comunione e Liberazione non ci si iscrive». Vissuto per anni quasi clandestinamente, questo movimento è stato il fenomeno più sorprendente di aggregazione negli Anni Settanta. Per una serie di circostanze, non tutte chiaramente individuabili, può anche essere definito «il movimento degli equivoci». Due sono i più clamorosi: è movimento ecclesiale, ma la Chiesa non l'ha ancora riconosciuto ufficialmente come tale; è movimento religioso, ma il suo «peso» è stato finora e di preferenza visto sotto l'aspetto politico. Dice il fondatore L'ambiguità di Comunione 1 e Liberazione («CI» per gli esegeti delle sigle) nasce da una errata interpretazione altrui o è insita nella sua natura? Per tentare una risposta a questo interrogativo, riper- i corriamo le tappe del «movi ent0)) parlando con „ su0 fondatore, don Luigi Giussa1 ni natQ a jjesio 55 anni fa, t dapprima docente in semina ; rit)i poi insegnante di religio | ne nej licei statali, infine (e tuttora) titolare di due corsi j di «introduzione alla teolo già» all'Università Cattolica | di Milano, All'inizio (1954) ci furono i [ ragazzi^dei licei milanesi, raccolti attorno a don Giussani ! come Gioventù Studentesca. ' «GS» era allora un ramo delI l'Azione Cattolica e per dieci ( anni don Giussani e i suoi raj gazzi rimasero nella grande organizzazione cattolica. Poi, 1 a un certo punto, se ne trova1 rono fuori. I motivi della clamorosa ; rottura non emergono ora '. con chiarezza. Don Giussani ! si limita a ricordarne l'epoca, , ma per , particolari risponde „non ricordo» e passa agli av f venimenti successivi. Nel 1965 j lasciò GS ad alcuni suoi colla boratori e si dedicò agli uni ; versitari. Fondò il centro cul ! turale «Charles Péguy» per laureati e laureandi. Poi scop ,ò u Sessantotto. : „ movirnento fu colto di sorpresa> subì ^ forte ; emorragia: «Molti, moltissimi 1 dei nostri ragazzi, pur volen ; do rimanere cristiani, aderi ; rono alla proposta marxista e 1 al movimento che fu poi detto degli extraparlamentari. Gli altri, per un anno o due, rimasero come intirizziti, subendo gli avvenimenti». Una riunione di universitari, nel 1969, segna la svolta decisiva del movimento. Il tema dell'incontro è «comunio- 1 '■ e 'ne e liberazione»; alla fine si ' Prepara un volantino che rac , coglie in smtesi ì temi discus ! si. E' il primo tentativo di rio| sposta cristiana, non marxie sta, ai problemi aperti dalla ' ; contestazione. Da quel mo- mento scompare GS e nasce ] Comunione e Liberazione. La prima uscita pubblica di CI suscita scalpore: al Palando di Milano, nel '73, si riuni- scono seimila universitari da! tutta Italia. «Si accorsero di | noi, e ne furono allarmati \ perché eravamo tanti e non '■ conformi alla cultura domi- jnante». jGli avvenimenti che segui- j rono buttarono CI nsl fuoco \ delle polemiche. Per il refe- : rendum sul divorzio CI fece ! propaganda antidivorzista, ! «come cristiani, in obbedien- ' sa alle indicazioni dei vesco-1vi». Nel '75 alle elezioni am- ! ministrative CI presentò suoi ! candidati nelle liste de (un centinaio in totale nei Comu-1ni italiani) e alle politiche ;dell'anno dopo furono eletti jalcuni deputati provenienti ;da CI («non leader di CI», viene subito precisato). L'esperienza «politica» non deve essere stata gratificante per CI se ora don Giussani | può dire senza perifrasi: «Dopo il '76, per amor di Dio, basta! ». Per chi ha interessi sociali - culturali - politici c'è ora il Movimento Popolare, fondato da alcune persone provenienti da CI ma completamente autonomo da CI e da don Giussani, e aperto a contributi e provenienze diverse. CI rivendica la propria caratteristica religiosa, e non politica. Eppure non c'è alcun dubbio che abbia svolto anche un preciso ruolo politico. Le parole di don Giussani hanno una vena di rancore: ] «La supplenza data alla grave assenza di un discorso, e di una organizzazione conseguente, nell'unico partito di ispirazione cristiana fu da noi ! gravemente sopportata, subì- | ta e, in ultima analisi, accet-1 \ tata solo per obbedienza alle i '■ autorità ecclesiastiche». An- j j che se don Giussani rifiuta di [ j essere più esplicito, se ne ri-1 j cava l'immagine di vescovi ; \ preoccupati per la possibile j : sconfitta elettorale della de, ' ! che ricorrono a CI (movimen- ! to da essi primapressoché j ' ignorato) perche faccia pro1 paganda e attiri i voti dei ! suoi simpatizzanti con candi ! dature proprie, Come sono i rapporti con 1 i parlamentari eletti da CI? ; « Prima di tutto precisiamo j che sono soltanto due quelli ; provenienti dal nostro movi- mento: Costante Portatadino e Marco De Petro. Alle elezioni abbiamo "suggerito" una ventina di nomi, ma erano persone che già facevano politica, come ad esempio Andrea Borruso. Il loro è comunque un impegno personale: non rappresentano CI; anzi, con CI possono anche essere in contrasto ». L'accusa di integrismo ha accompagnato il tormentato sviluppo di CI. E' davvero ingiustificata? « Come in tutte le epoche dittatoriali e di dispotismo ideologico, ■ chi afferma di voler mantenere la propria identità viene squali- Acato con l'accusa di integri- smo. Noi non diciamo affatto ! che per risolvere i problemi cne in ritardo, di dare una risp0sta alla contestazione studentesca. « / nostri ragazzi erano sensibili, proprio per bisogna essere cristiani e basta: di qui nasce l'equivoco. Noi diciamo che l'essere cristiani è la condizione che aiuta a risolvere i problemi». Il movimento cercò, ben- l'educazione ricevuta, al biso- gno di autenticità che è stato essenziale alla contestazione studentesca almeno alle ori gini e al[a necessità del cam oiamento yIa nessuno ne aveI I I ; 1 !'I!Ma se CI dà una risposta ai problemi politici, come ha jfatto allora e in seguito, non lpub autodefinirsi esclusiva-1mente « movimento che edu- ica alla fede ». Don Giussani |riconosce che « la modalità di :questo affronto, di risposta ai problemi, è tipicamente poli- !va ancora tratto conseguenze in campo culturale-politico. Si trovarono sprovveduti di fronte alla risposta marxista I data alla urgenza della con- \ testazione. Noi abbiamo affermato che era possibile una risposta cristiana, non marxista ». Tra fede e politica tica e in questo campo strumenti e metodologia implicano un tipo di dinamica diversa da quello che ci impegna nel nostro scopo educativo ». Ripete che « le rispo- ; ste non si pongono drgmati ì camente come soluzione dei ' problemi ». ma che « se si ispirano alla fede cristiana contengono una autenticità umana maggiore ». Il senso dell'umano, la va-1 lorizzazione dell'umano è un motivo ricorrente nelle paroI le di don Giussani, che cosi I sintetizza l'idea-guida del suo I movimento: « La fede è una . ; risposta alla vita. Nel Van1 gelo è detto: "Chi mi segue ; avrà la vita eterna e il cen- \ tuplo quaggiù". Quindi sperimentiamo questo centuplo, cioè una verità più grande nel vivere il valore umano». E aggiunge: e Nella fede, è nella libertà che ciò che può crescere cresce. Senza libertà si sclerotizza tutto: quella sclerosi tremenda che è il moralismo, che è l'intellettualismo ». In quest'ultima affermazio! ne si potrebbe forse vedere ' un implicito riferimento all'Azione Cattolica: dopo tanti I anni dalla rottura la ferita ; ! probabilmente è ancora aper- ; ta. I due « movimenti eccle- ; j siali », quello ufficiale, appog-, l giato dalla gerarchia, e quello 1 ufficioso, quasi clandestino, i continuano a vivere vite pa-1 | ra'lele, nella più completa : estraneità. Ma è il secondo che è cresciuto, è a CI che si ! rivolgono i vescovi quando I \ hanno bisogno di intervenire, nelle elezioni o nelle manifestazioni re;:-'ose. Eppure, dopo tanti anni, CI non ha ancora un riconoscimento ufficiale. «E chissà se verrà mai». si lascia sfuggire don Giussani. L'ambiguità potrebbe anche essere il suo destino. Carla Fontana

Persone citate: Andrea Borruso, Costante Portatadino, Don Giussani, Gioventù Studentesca, Luigi Giussa1, Marco De Petro

Luoghi citati: Italia, Milano