Il convegno delPArci-Uisp a Venezia di Giorgio Viglino

Il convegno delPArci-Uisp a Venezia Il convegno delPArci-Uisp a Venezia Lo sport nelle regioni cammina a rilento DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE VENEZIA — Sono passati nove mesi dall'approvazione dei decreti applicativi della Legge 382. quei decreti che individuano i settori affidati alle Regioni. Elemento importante delle competenze ragionali di tutta la materia che riguarda lo sport e il tempo libero, tanto rilevante da suscitare contrasti d'interpretazione e un avvio stentato dell'attività legislativa che ogni Regione dovrà mettere in atto. Sul tema si è svolto a Venezia il secondo convegno indetto dall'Arci-Uisp. seguito, a distanza di qualche mese, della prima riunione tenuta a Bologna nel novembre scorso. Allora si era cercato, con l'ausilio di docenti universitari qualificati nel settore del diritto pubblico (i professori Predieri e Bartole) di chiarire ogni dubbio interpretativo: questa volta si è puntato invece più sulla sostanza cercando di verificare quanto già fatto (poco o nulla!, quant'è in programma, quale fronte si può costituire per far sì che almeno in questo settore lo 'Stato dell'autonomia- trovi reale applicazione. Bilancio e propositi per un'azione fiancheggiatrice delle nuove iniziative sono venuti dalle due relazioni introduttive portate da Marco Salvestrini e Giovanna Gianvito, e gli interventi successivi degli uomini politici, dei rappresentanti degli enti di propaganda, di consiglieri e assessori regionali, di un tecnico del Coni altamente qualificato come l'architetto Rossi-Mori hanno finito per incanalarsi nella strada maestra delle relazioni d'apertura. Bilancio a tutt'oggi. Fra tutte le Regioni italiane una sola ha elaborato, approvato e reso esecutiva una legge in materia di sport: è la Regione Molise. Cinque i progetti di legge, due in Piemonte, uno in Emilia. Lazio e Puglia. In realtà la legge pugliese avrebbe già dovuto essere da tempo approvata ma per ben due volte il commissario di governo, Montesanti. l'ha rinviata a! consiglio regionale con eccezioni che sono state definite nel convegno assolutamente pretestuose. Alla resistenza di fondo della macchina statale nel dar corso alla delega alle Regioni, aveva fatto riferimento nel suo discorso iniziale il presidente dell'Uisp. Ugo Ristori, accusando senza mezze misure il Coni di avere una parte di rilievo in questo sabotaggio passivo, tendente a mantenere le cose come stanno, a un livello deficitario ma rispettoso dei privilegi acquisiti. Due leggi Le diverse Regioni hanno adottato criteri non omogenei che soltanto a volte ed episodicamente si ritrovano. Il Piemonte sta per varare una legge destinata al sovvenzionamento degli enti di promozione sportiva, e una seconda intitolata 'norme per la programmazione sportiva in Piemonte'. La prima è estremamente semplice e parte dal principio che gli enti promuovono lo sport e quindi per incentivare l'attività è necessario passare attraverso di essi: del resto anche il Coni è finanziato tramite una lotteria nazionale, cioè il Totocalcio. La seconda è più articolata ed è in sostanza propedeutica a un intervento massiccio sul territorio: con la legge si promuove un censimento degli impianti esistenti, pubblici e privati, si registra la reale consistenza dell'attività so-rtiva. e si istituisce un archivio che servirà come base per il successivo intervento correttivo. Il metodo scelto si attaglia bene alle caratteristiche di una regione ad alto tenore medio di vita qual è il Piemonte (malgrado le sacche montane] nella quale bisogna giungere a una miglior utilizzazione di quanto esiste ancor prima di costruire il nuovo. Dati i tempi lunghi necessari al censi¬ mento c'è bisogno peraltro di un prolungamento delle precedenti norme relative ai finanziamenti per i progetti già in corso o comunque ben definiti. La Regione Molise ha chiesto agli enti locali (comuni, consorzi, comunità montane) di costruire quella mappa che in Piemonte è la Regione stessa a mettere insieme, e stanzia Immediatamente finanziamnti per progetti che. rapportati all'area interessata, abbiano validità Immediata. L'Emilia Romagna individua i comprensori come ambito di intervento, la Puglia si affida ai comuni, il Lazio esaspera tecnicisticamente il proprio intervento giungendo fino a identificare automaticamente, a seconda del numero degli abitanti rei.'enti in un comune, di quanti metri quadri debba essere la piscina da costruire. In chiave più generale le Regioni hanno tenuto conto assai poco dello sport e del tempo libero nella loro pianificazione poliennale, e chi ha fatto qualcosa specificatamente ha finito per non collegarlo con il piano generale dei trasporti, con l'assetto del territorio e piano urbanistico, con il servizio sanitario, con la scuola e l'edilizia scolastica. Linea d'azione La linea d'azione che il movimento sportivo si propone di seguire si articola su quattro punti. 11 Costruzione, adattamento e uso razionale degli impianti con attenzione particolare all'equilibrio tra città e campagna. Adozione di progetti-tipo che semplificano l'iter burocratico e costituiscono un finanziamento indiretto: 2) raccordo con le norme per la tutela sanitaria: 3) formazione di quadri qualificati, vista l'assoluta carenza di operatori sportivi: 4) promozione dell'attività con valorizzazione dell'associazionismo e partecipazione dello stesso negli organi consultivi previsti. E' un invito affinché tutto il mondo sportivo, malgrado il segno chiaramente negativo espresso da! Coni, appoggi la realizzazione del decentramento, e che esso avvenga attraverso una programmazione poliennale e non con interventi a pioggia, che favorisca i comuni, le società sportive, le associazioni nazionali. In linea con l'impostazione data al convegno sono stati gli interventi dell'avvocato Gallus della Libertas, del rappresentante dell'Aics Ascani. della vicepresidente del Csi Maria Rosa Zanella, che ha peraltro insistito sulla divaricazione tra sport di massa e agonismo per pochi, in polemica con il Coni e le federazioni che hanno rilanciato negli ultimi tempi, con gran dispendio di mezzi, i loro centri d'addestramento. Monaca, del partito socialista, ha ricordato come esistano tre disegni di legge nazionali per coordinare l'intera materia dello sport. Accanto a quelli comunista e socialista, è stato infatti presentato nei giorni scorsi il disegno democristiano firmato da Bodrato. PumiHa e altri, superando l'opposizione del gruppo di onorevoli 'Sportivi- capeggiato da Lo Bello. Il senatore Ignazio Pirastu. responsabile per lo sport del partito comunista, ha compiuto l'intervento più incisivo partendo dall'assunto che se Torino può permettersi di portare all'uso totale l'esistente. Napoli non può farlo perché di esistente non c'è nulla. Quindi sono necessarie le leggi nazionali che regolino la materia sportiva in rapporto a queste disparità, e poi leggi reaionali non uguali ma che seguano un comune denominatore di semplicità normativa e negli obiettivi. D'altro canto bisogna superare le opposizioni, gli interventi 'borbonici- quali quello del commissario sulla legge pugliese, la tendenza del Coni a mantenere i suoi privilegi. Giorgio Viglino

Persone citate: Ascani, Bartole, Bodrato, Gallus, Giovanna Gianvito, Ignazio Pirastu, Lo Bello, Marco Salvestrini, Maria Rosa Zanella, Predieri