Cruyff, la Coppa e poi l'addio di Alfredo Giorgi
Cruyff, la Coppa e poi l'addio Cruyff, la Coppa e poi l'addio DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BARCELLONA — Sino a poche settimane or sono, il Barcellona era ancora praticamente in corsa per il campionato della Lega, massima competizione spagnola, ed era q-alificato per le semifinali di Coppa del Re e di Coppa Uefa. Perciò sembrava che la squadra fosse avviata verso una trionfale conclusione di stagione. Ne gioiva in particolar modo Cruyff perché, evidentemente, sperava di offrire agli aficionados catalani un trittico d'affermazioni che gli consentisse, a sua volta, di concludere in bellezza la sua luminosa carriera. Infortuni e squalifiche, uniti al calo di forma di alcuni giocatori che hanno accusato il logorio di una lunga serie di due partite settimanali imposte alla squadra dalla sua simultanea presenza in tre competizioni, hanno contribuito, in misura decisiva, a determinare la vittoria del Real Madrid sul fronte interno e la qualificazione del Psv di Eindhoven su quello della Uefa. Cruyff è quasi sempre stato il migliore della squadra e spessissimo il migliore in campo: lo confermano i voti che la stampa specializzata attribuisce settimanalmente ai singoli giocatori. Tutte le speranze del Barcellona e quindi quelle di Cruyff si riversavano sulla Coppa del Re, giocata l'altra sera nel ■ Santiago Bernabeu » contro il Las Palmas in un'atmosfera presumibilmente più favorevole alla squadra delle isole Canarie che a quella catalana. Una partita di cui l'asso olandese sarebbe stata l'indiscutibile « vedette » anche perché si riteneva che avrebbe voluto accomiatarsi in grande stile dalla folla della capitale. Il Barcellona ha meritatamente vinto (3-1, con reti di Rexach all'8' su rigore e al 26' su calcio di punizione e di Asensi al 13' su calcio d'angolo contro la rete realizzata per il Las Palmas dall'argentino Brindisi al 20'). Cruyff non ha avuto la possibilità di combinare grandi cose, soprattutto perché il Las Pjlmas ha badato più a distruggere che a costruire, ma si è distinto per l'impegno col quale ha lottato sull'intero arco della partita. Gomitate, spinte e cariche spesso non ortodosse ne ha ricevute fin che ha voluto e per di più ha avuto la sensazione che il pubblico gli fosse ostile perché tra i 60 mila presenti sono riusciti a prevalere i fans del Las Palmas che l'hanno fatto bersaglio di un fitto lancio di oggetti e lattina di birra, una delle quali al 60' '•li ha procurato un'escoriazione al braccio. Il re gli ha personalmente consegnato il trofeo in palio congratulandosi con lui. Insieme ai compagni e all'allenatore ha poi compiuto il rituale giro del campo. Cruyff era emozionatissimo. Sentiva forse l'imminenza della conclusione di una carriera (chiuderà l'attività con le ultime gare di campionato) che, in quasi 15 anni di attività agonistica, gli ha dato fama e denaro, ma gli è valsa anche molti calcioni da parte degli avversari. Questo, per sommi capi, il suo eccezionale curriculum: Johan Cruyff. nato ad Amsterdam il 25 aprile 1947. Statura 1,78, peso forma 68 chilogrammi. Coniugato (con Dany Coster); tre figli: Chantal, Susila e Juan Jordi. Formatosi nelle squadre minori dell'Ajax. nella cui prima squadra militò sino alla fine della stagione '72-73, ha al suo attivo sei vittorie nella massima competizione olandese, due in Coppe d'Olanda, tre in Coppe d'Europa e una in Coppa intercontinentale: 190 gol realizzati nel campionato d'Olanda, di cui è stato tiratore scelto in due occasioni. Suo il titolo di miglior calciatore olandese in tre occasioni. Più di 40 presenze nella nazionale arancione. Nel '73 venne ceduto al Barcellona con la cui squadra ha vinto un campionato della Lega e, l'altra sera, una Copoa di Spagna, attualmente denominata Coppa del Re. Al di sopra di tutti questi titoli, vi è quello di ■ mister foot-ball » che. solo giocatore al mondo, ha ottenuto in tre occasioni ('71, 73 e 74). Alfredo Giorgi Il re di Spagna premia Cruyff
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