La lunga notte di Roma nel '43 di Ugo Buzzolan

La lunga notte di Roma nel '43 LA TV di Ugo Buzzolan La lunga notte di Roma nel '43 Nella terza pagina de -La Stampa- di ieri Primo Levi, parlando di una grande manifestazione antifascista che si terrà domani in Germania, a Colonia, scrive giustamente cno ■ la violenza che oggi respiriamo intorno a noi non -deve fai ci dimenticare la violenza di un recente passato, quella che jo to la sinistra insegna della testa di morto e della doppia 3 na devastato l'Europa». L'altra sera, dopo i telegiornali che riferivano in termini drammatici sulla violenza di oggi, la rubrica Testimoni u^jlari curata da Gianni Bisiach ci ha poslo sotto gli occhi la vto.c.iza del 1943-1944 con la prima parte di un'inchiesta che si m.tj'a • La battaglia di Roma» e che doveva già andare in onda un mese fa. Si è cominciato con un compendio filmato dei ->iossi avvenimenti italiani del '43: il territorio nazionale devastato dai bombardamenti, il disfacimento del fascismo, l'equivoco periodo badogliano, la catastrofe dell'8 settembre, e la fugu ael re e di Badoglio che il commento definiva «l'episodio più oscuro e discusso dell'epoca»: una definizione veramente troppo ò'dflda per un episodio cui l'unico aggettivo che si adatta è qjulo di vergognoso. Il documentano ha continuato a usare largamente di loto rare e di filmati inediti (terribile la fucilazione di un giov..ne marinaio sulla scalinata dell'università di Napoli; o il oo.nbar damento degli Stukas nazisti sulle nostre truppe condannate al massacro di Cefalonia). Ma l'ossatura della trasmissio.ie e stata determinata dalla presenza di quattro personaggi. Per cominciare, Roberto Rossellini che qui compare poche setti.nane prima della morte: il suo è un discorso di testimone, ma anche soprattutto di regista in quanto assieme a Bisiach rivisita i luoghi che poi ha trasposto e trasfigurato in «Roma città aperta» (di cui sono stati inseriti parecchi brani). Il discorso più propriamente politico <t militare è stato tenuto da irreducibMi iiemici che non si sono mai incontrati: da un lato Amenciulu e Trombadori che comandavano forze partigiane in Roma: e ùal l'altro, immancabile come il prezzemolo, l'anziano e coriaceo ex colonnello delle SS Dollmann che attualmente vive onorato e riverito a Monaco di Baviera e che fu superiore dello stesso Kappler, da lui qualificato con sprezzo •poliziotto». L'interesse principale della puntata è consistito in questo duello a distanza, con polemica ininterrotta, specie sulla colazione degli accordi da parte dei nazisti e sulle operazioni di sabotaggio che compivano i resistenti nella capitale. Ad un certo momento Amendola e Trombadori sono venuti in polemica tra loro per una valutazione profondamente diversa del cumportamento dei generali italiani. Dal canto suo Dolimeli è stato clamorosamente smentito, sempre a distanza, da un teste l'ing. Luciano Ficca, allora detenuto nelle tremende carceri d: via Tasso. Dollmann ha dichiarato di non aver mai messo p.tde in via Tasso, e Ficca ha dichiarato e confermato di aver subito un interrogatorio di Kappler il quale ospitava nel suo ufficio, seduto fra due signore, il colonnello Dollmann. Come sempre, queste rievocazioni possono tirarsi dietro di scussioni e messe a punto a non finire: ma penso che il loro scopo sia anche questo, di suscitare utili ricordi e npun lamenti e. ovviamente, dibattiti: oltre che di informare le njove generazioni che quei tempi durissimi non hanno vissuto.

Luoghi citati: Cefalonia, Colonia, Europa, Germania, Monaco Di Baviera, Napoli, Roma