Su Andreotti il peso della scelta di Luca Giurato

Su Andreotti il peso della scelta Su Andreotti il peso della scelta (Segue dalla 1' pagina) contrasto fu nel corso della crisi di governo quando Craxi, dopo un colloquio con la delegazione de, chiuse bruscamente ma realisticamente ogni discorso sul governo di emergenza. Dopo Berlinguer, il presidente del Consiglio ha r bevuto Romita (psdi), Biasini e il ministro dell'Interno Cossiga. Andreotti ha passato quasi tutta la giornata di ieri a piazza del Gesù, con Zaccagnini e gli altri leaders de. Era naturale, per non dire scontato, che il primo contatto, le prime ipotesi, venissero fatte con l'unico partito di governo, il partito che ha Moro come suo presidente. Lunghe, tormentate, sofferte riunioni, nella gioia, espressa da tutti, che Moro è vivo. La notizia della scelta del psi in favore di uno « spiraglio » ha sorpreso il presidente del Consiglio proprio nel corso di una di queste riunioni. Si dice che Andreotti sia rimasto impassibile, mentre altri avrebbero dimostrato meno flemma. Ma lasciamo ad altri la descrizione di quanto è avvenuto in casa de e registriamo quello che è stato, comunque lo si voglia giudicare, l'avvenimento centrale del dibattito politico di ieri. « Occorre — ha detto Craxi d'accordo con gli altri dirigenti socialisti — che i rapitori dell'onorevole Moro as- sumano una iniziativa che i zione che essi dimostrano sul consenta di chiarire in modo, certo lo stato reale della si- j tuazione. Alla tragedia che è in atto non può essere ag- giunto un inganno infame. ! Essi dovrebbero consentire all'onorevole Moro di ripren- dere il filo del ragionamento i centrale che egli aveva co- minciato a svolgere nelle sue ■■ precedenti lettere. Occorre \ ede egli possa prospettare '■ nelle condizioni in cui si tro va tutti i termini della questione così come essa è attualmente. Sulla base di questi elementi deve potersi compiere un'analisi ed una valutazione approfondita delle vie di soluzione possibili ». Poche, sofferte parole, che risentono, anche nello stile, di una genesi travagliata. Parole che comunque hanno su-1 scitato quasi ovunque malu mori profondi, rientrati solo in parte appena le agenzìe hanno diffuso il a fondo » che YAvanti! pubblica stamane. Diverso, nel tono e nella sostanza, l'editoriale del Popolo de, emerge «la confusa conce- -, „ . -__,»_»„ M& 'SrirTSSnale modo di essere dello Stato. Si rivolgono alla de come se il governo, che è una delle istituzioni della Repubblica, fosse un fatto privato di un partito, insistendo nel definire regime un sistema che ha sempre garantito e conservato intatta la distinzione fra i i poteri previsti dalla Costitu- , zione. E ciò per noi vale non j solo quando un governo è re so possibile — come in que sto caso — dal voto di una ! maggioranza parlamentare che impegna partiti diversi, ma varrebbe anche, e per le i sfesse ragioni fondamentali che attengono appunto all'es ■■ senza dello Stato di diritto, \ nella ipotesi di un governo '■ che si fondasse su una mag- 1 gioranza assoluta della solade», Questa considerazione, rile- va l'editoriale, «anche se non attenua le nostre responsabi lità». spiega come, in ogni caso, il partito «non possa disporre di ciò che non gli appartiene né incrinare con il proprio atteggiamento le basi della comune convivenza». Sono parole che non hanno bisogno di commento, e che tutti si attendevano da un grande partito, mai cosi duramente provato. Luca Giurato