Contrastantì pareri tra i sindacalisti di Giancarlo Fossi

Contrastantì pareri tra i sindacalisti Non vi sarà posizione ufficiale Contrastantì pareri tra i sindacalisti ROMA — I sindacati non |hanno assunto una posizione 'ufficiale sul drammatico prò- Iblema di un negoziato per il >rilascio di Aldo Moro, posto |ìn termini ultimativi dall'ultimo messaggio delle Brigate rosse. Si sono registrate, però, numerose dichiarazioni di esponenti della federazione Cgil-Cisl-Uil a titolo personale, nella quasi totalità favorevoli ad ogni possibile inizia- tiva, interna e internazionale, che consenta di salvare la vita al leader democristiano. Rispetto alla tesi prevalente, secondo cui « il principio della salvezza di una vita umana non può essere messo in alternativa con quello dell'autorità dello Stato », si ha una posizione contraria, molto dura del segretario generale della Uil Benvenuto. Egli ha detto: « Con gente che ha ucciso e continua spietatamente ad uccidere, lo Stato non può e non deve trattare. Essa non ha colpito per errore, ma per scelta deliberata e continuerà a farlo. Che margini ci sono, dunque, per una trattativa che non sia oltraggiosa per i lavoratori della polizia che hanno perduto la vita in via Fani e per le altre numerose persone che prima o dopo quel tragico evento sono state colpite da criminali privi di scrupoli? Si percorrano tutte le vie possibili ed immaginabili sul piano umanitario per salvare la vita di Aldo Moro, ma non si dimentichi che la capitolazione dello Stato sarebbe in questo momento un errore irreparabile per una società civil? Esprimiamo l'auspicio che le forze politiche, e soprattutto la de, mantengano inalterata la loro fermezza di fronte ai criminali a sostegno dello Stato democratico ». Più cauto, il segretario confederale della stessa organizzazione Ravenna, socialista, ha affermato che il sindacato segue con la massima attenzione gli sviluppi della situazione e ha deciso la mobilitazione. « Tuttavia, non ci pronunceremo — ha aggiunto — sulla risposta da dare della Cisl, Crea — co7ne han I no dimostrato anche i lavo alle Brigate rosse: non è una materia su cut spetta al sin- dacato decidere. Chi deve decidere sono i partiti e il governo ». E, sempre nella Uil, il segretario confederale Ravecca, socialdemocratico, pur escludendo l'eventualità che lo Stato tratti con le Brigate rosse, ha sostenuto che « comunque, per liberare Moro non deve essere tralasciata nessuna strada: in questi gicrni sono state indicate utili vie. anche a livello internazionale per imbastire un negoziato che permetta di salvare la vita di Moro ». Tutte le altre dichiarazioni sono sostanzialmente orientate nel senso che non si lasci nulla di intentato pei' strappare alla morte il presidente della de. « Quando una democrazia ha radici salde nella coscienza popolare — afferma il segretario confederalerotori nei giorni scorsi se si decide di trattare non dimo- stra, per questo, debolezza o cedimento ». Firmatario di uno degli ap peiu per la salvezza di Aldo Moro, Crea rileva che formal- mente l'appello non dice se si debba trattare o no, ma è chiaro che « l'obiettivo della salvezza della vita di Moro va considerato per la rilevanza che ha ». E' necessario aver presente la distinzione di posizioni che esiste nella pubblica opinione: quando un governo decide in nome del popolo deve anche considerare queste tendenze, sostiene il dirigente sindacale, senza riflettere astratti principi di intransigenza e di fermezza. « Questa — insiste — è una scelta politica, non è un imperativo categorico. Il destino della democrazia del Paese non si gioca su tale terreno; comunque, se non si tratta oggi, nessuno ci garantisce di una eventuale drammatica escalation. Il problema vero è che lo Stato si deve organizzare in modo più efficiente e non limitandosi a compensare questi fatti con il solo inasprimento delle pene ». Anche il «numero due» della Cgil, il segretario generale aggiunto Marianetti, è sostanzialmente dell'avviso che si possa trattare, ma esclude che possa farlo lo Stato. « E' difficile, molto difficile — sottolinea Marianetti — dare una risposta a caldo all'interrogativo che tutti ci poniamo in questo tragico momento: se cadere o meno al ricatto dri terroristi. Sono convinto che lo Stato non debba intavolare trattative ufficiali con le Brigate rosse. Dico questo non per una astratta considerazione sull'autorità dello Stato, ma perché nella circostanza presente significherebbe un rafforzamento delle Brigate rosse e comporterebbe il pagamento di un prezzo forse ancora più alto in termini di altre vite umane. Lo Stato però non può e non deve impedire che altri eseguisca tutti i tentativi possibili per cercare di salvare una vita umana. Per questo ho aderit0 all'appello per Moro» ■ Sulla stessa linea i segretari confederali della Cgil, Giovanni e Didò. Giovannini, esponente della corrente del pdup, non ha esitato a dichiarare: « La pregiudiziale numero uno è ora di salvare la vita di Moro Le forme e i modi per fare questo si possono inventare con la ben nota fantasia italiana ». Alla domanda se fosse giusto trattare con le Brigate rosse sulla base delle loro richieste, Giovannini ha ribadito: « L'unica preoccupazione deve essere quella di salvare una vita umana ». Contrario al negoziato, un altro segretario confederale della Cgil, Giunti: « Non si deve trattare con le Brigate rosse, ma soprattutto è lo Stato che non deve trattare perché creerebbe le premesse per un rafforzamento delle azioni criminali delle Brigate rosse ». Giancarlo Fossi

Luoghi citati: Ravenna, Roma