Modifiche al decreto antiterrorismo

Modifiche al decreto antiterrorismo Discussione in Senato Modifiche al decreto antiterrorismo ROMA — Il Senato ha proseguito ieri la discussione del decreto contenente una serie di nuove misure contro il terrorismo emanato dal governo il 21 marzo, pochi giorni dopo la strage di via Fani ed il rapimento dell'onorevole Moro. Il provvedimento, che sarà approvato entro domani per poi passare alla Camera per la definitiva conversione in legge, si compone di 13 articoli, alcuni dei quali hanno suscitato riserve e critiche anche da parte di magistrati. Ecco in sintesi il contenuto del decreto che il Senato si accinge ad approvare. Reclusione da uno a quattro anni per chi compie attentati ad impianti di pubblica utilità (la pena sale da tre a otto anni se gli impianti vengono distrutti o il loro funzionamento interrotto); ergastolo per i responsabili del sequestro di una persona la cui morte sia stata intenzionalmente cagionata, 30 anni se la morte del sequestrato è «accidentale», da 20 a 25 anni di carcere. Per chi ricicla il denaro frutto di un sequestro sono previste pene oscillanti da 4 a 10 anni. In deroga alle norme vigenti, il provvedimento prevede lo scambio d'informazioni tra magistrati e forze di polizia. Quest'ultime potranno, nei casi di assoluta urgenza, interrogare un indiziato o un arrestato anche senza la presenza del difensore. Dell'interrogatorio non dovrà però essere redatto verbale e le informazioni ottenute non potranno costituire prova ai fini processuali. La polizia potrà accompagnare nei propri uffici chiunque rifiuti di dichiarare le proprie generalità e trattenerlo «per il tempo strettamente necessario al solo fine dell'identificazione e comunque non oltre le 24 ore». Le intercettazioni telefoniche potranno essere utilizzate come prova, purché eseguite con autorizzazione dell'autorità giudiziaria. Per i reati di rapina, estorsione, sequestro di persona e detenzione di armi è previsto il giudizio per direttissima. g. fr.

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