Un ultimatum dell'Icipu ad Ursini consegnare le azioni Liquichimica di Marco Borsa

Un ultimatum dell'Icipu ad Ursini consegnare le azioni Liquichimica Come condizione per avviare il salvataggio del gruppo Un ultimatum dell'Icipu ad Ursini consegnare le azioni Liquichimica MILANO — Raffaele Ursini ha ricevuto dall'Icipu un ultimatum: entro la fine della settimana la Liquigas dovrà consegnare all'istituto di credito a medio termine in pegno tutte le azioni del gruppo Liquichimica con un mandato a vendere irrevocabile e senza condizioni. Questo è quanto emerso al termine della lunga riunione del consiglio di amministrazioni dell'Icipu di martedì e dopo una ennesima serie di consultazioni con le altre banche creditrici. Complessivamente i creditori di Ursini debbono riscuotere circa 800 miliardi così suddivisi: 350 miliardi gli istituti di credito speciale (di cui 200 l'Icipu e il resto Isveimer e Irfis); 300 miliardi le banche ordinarie (Nazionale del Lavoro, Banco di Roma, San Paclo, Banco di Napoli, Banco di Sicilia); 150 miliardi i principali fornitori (Snam e Ctip, la prima fornisce la materia prima e la seconda gli impianti). Per recupere questi crediti banche e istituti speciali puntano su un piano di risanamento già reso noto in passato nelle sue linee essenziali. La costituzione cioè di una nuova società che prenderà in gestione gli impianti della Liquichimica e un appoggio finanziario dei principali creditori; questo, unito ad una moratoria biennale sugli interessi, dovrebbe consentire dal terzo anno di ottenere dalla società di Ursini il cash flow necessario a camminare con le proprie gambe e a cominciare a rimborsare i debiti secondo un piano prestabilito. Nel giro di cinque anni la società dovrebbe arrivare a fatturare circa 500 miliardi, sempre che possa essere avviata la produzione di bioproteine di Saline e lavori a pieno ritmo lo stabilimento di Augusta che fabbrica i prodotti più pregiati del gruppo, le n-paraffine e le n-olefine per cui ci sono già ora contratti per 240 miliardi. La gestione della parte industriale però, non può ricadere sulle banche che non si sentono in grado di affrontare rischi imprenditoriali estranei alla loro attività. Di qui il progetto di far intervenire un «partner» che rappresenti la figura dell'imprenditore. Fino a pochi giorni fa questo partner avrebbe potuto essere lo stesso Ursini, che restava nella nuova società con una propria quota, ma dopo l'ultimatum di martedì questa possibilità pare definitivamente accantonata. Del resto, bioproteine a parte, le produzioni Liquichimica sono considerate pregiate e fanno gola a molti. Innanzitutto all'Eni, che potrebbe restituire per questa via all'Anic un nuovo ruolo nella chimica dopo il fallimento delle fibre e degli investimenti nella chimica di base. Ma non mancano anche grossi nomi stranieri come quello della anglo-olandese Shell e della inglese lei, entrambi grossi utilizzatori di n-paraffine, o dell'americana Union Carbide, che ha già con la Liquichimica importanti legami di licenza. L'interesse delle multinazionali estere alla Liquichimica si spiega con il fatto clic il gruppo calabro-milanese è in pratica il maggior produttore mondiale di n-paraffine, coprendo il 40 per cento dell'intero mercato. Una prolungata interruzione della produzione degli impianti di Augusta, perciò, avrebbe l'effetto di alzare considerevolmente i prezzi a tutto danno degli utilizzatori, che sono appunto i potenziali clienti interessati alla gestione della società. Per il momento, comunque, occorre attendere l'esito dell'ultimatum prima di poter capire quale sarà lo sbocco definitivo di tutta la vicenda, che richiede oltre tutto un preciso avallo politico data la presenza di istituti di credito pubblici e l'eventuale partecipazione derEni. Il presidente dell'Icipu, Franco Piga, richiesto di fare una previsione su quando tutta l'operazione potrà an dare in porto, si è rifiutato di fornire indicazioni limitandosi a sottolinearne l'importanza dal momento che si tratta della prima operazione banca-industria che dia una risposta globale ai problemi posti dalla ristrutturazione finanziaria delle aziende in crisi. Marco Borsa

Persone citate: Franco Piga, Raffaele Ursini, Ursini

Luoghi citati: Augusta, Milano, Napoli, Sicilia