I segreti di una donna di Natalia Ginzburg

I segreti di una donna I segreti di una donna (Figure straordinarie nel "Diario,, di Anais Nin) Ciò che dà un forte fastidio, sul principio, quando ci mettiamo a leggere i diari di Anais Nin, sia il primo volume come il secondo, uscito in questi giorni, è la sensazione d'una scarsa schiettezza, quasi che lei non si rivolga a sé stessa ma ad altri e con un tono artefatto, e che questi altri non siano per lei un pubblico remoto e incorporeo ma il pubblico immediato, spicciolo e giornaliero delle sue conoscenze, e che il consenso e il plauso di un simile gruppo di persone le importi ben di più che il formulare a sé medesima il proprio vero e solitario pensiero. La giudichiamo una dilettante, e una narcisista intollerabile. La giudichiamo una natura infantile o adolescenziale ma niente ingenua, con una visione della vita c uno stile avvizziti e sgualciti. Nata a Neuilly nel 1903 e morta nel 1977, figlia d'un famoso pianista e compositore che lasciò la famiglia quando lei era piccola, molto bella, come vediamo nei ritratti, Anais Nin, romanziera e analista, scrisse diari per tutta la vita, e ne esistono sfartegelemspslie«taeUoA«ccrtladmSfsvasti quaderni, in tutto quindi-1 scimila pagine; ciò che ne è stato pubblicato è semplicemente un estratto (Anais Nin, // diario: volume primo, Bompiani, pagg. 421, L. 5000; volume secondo, Bompiani, pagg. 405, L. 7000). In un diario, desideriamo di trovare un'assoluta sincerità; de¬ bttfsbtonsideriamo che la persona che fscrive dica non come pensa di j cessere, ma come è, o che questa almeno sia la sua cura essenziale; desideriamo che essa sia là senza simulazioni, veritiera e sola. Nei suoi diari, quando Anais Nin almanacca sopra sé stessa, è sempre come se almanaccasse a voce alta, gestendo e passeggiando avanti e indietro, per fare impressione a qualcuno, per essere ammirata, o commiserata, per destare stupore, o emozione, per risplendere di qualche luce. Essa dice di sé: «La mia vita si è sempre svolta in un'atmosfera di musica, libri, artisti; sempre a costruire, a creare, a scrivere, a disegnare; — sempre a leggere, a crescere, dandomi una disciplina per apprendere, per studiare, costeggiando abissi e pericoli con incredibile innocenza, u corpo sempre sensibile ma ir ' .*a dalla bruttezza. L'erotismo i Parigi mi ha svegliata, ma sono rimasta una romantica. Ho studiato danza, pittura, scultura, costumi, decorazioni. Ho creato case bellissime». Siamo subito spinti a immaginarle, queste case, orribili. Vorremmo, da un diario, un poco di auto-ironia. Lei si prende sempre tremendamente sul serio. Dice ancora: «Non ho mai visto con tanta chiarezza cerne questa notte, che il mio scrivere un diario è un vizio. Sono tornata a casa esaurita dai discorsi bellissimi con Henry al caffè; sono scivolata nella mia stanza, ho chiuso le tende, gettato un ceppo nel camino, acceso una sigaretta, estratto il diario dal suo ultimo nascondiglio, per metterlo sulla trapunta di seta d'avorio, e mi sono preparata per andare a letto. Avevo la sensazione di agire come un fumatore d'oppio che prepara la sua pipa. Perché questo è il momento in cui j rivivo la mia vita nei termini di I un sogno, un mito, una storia i senza fine». Il primo volume del diario j pubblicato, inizia nel '31 e si chiude nel '34, quando Anais | parte per l'America. Nel '31, vive a Louvenciennes, villaggio francese dove ha comprato una | casa. Ne ha dipinto ogni stanza i di colori diversi, «una stanza per| ogni stato d'animo, rosso lacca I per la violenza, turchese pallido per i sogni, color pesca per la gentilezza, verde per il riposo, grigio per il lavoro alla macchina da scrivere». Vi ospita lo scrittore Henry Miller e la moglie di lui June. E' innamorata di June, ma quando questa si allontanerà dalla sua esistenza, le resterà Henry. «Difficile mantenere l'amicizia di Henry e l'amicizia di June». Benché essa spenda vaste pagine per descrivere i due, troviamo difficile vederli bene, come se essa li osservasse con occhi pieni di fumo. Rapporti intricati e tempestosi regnano fra i tre. June si droga. Non hanno denaro e Anais li soccorre. Quando Henry e June si lasciano, dopo un'ultima bufera, Ana'is dà del denaro a Henry perché egli possa partire per- Londra, ma June glielo porta via tutto. Anais ha ora orrore di June. Henry le sembra un debole. Essa deve pensare anche a June, perché raggiunga New York. E' entrato intanto in scena il dottor Allendy, analista. Anais gli racconta il dramma della propria infanzia: il tradimento del padre. Ed è questa la chiave del diario: questi i luoghi dove raccogliamo sempre più spesso frasi dal suono chiaro. «Disprezzo la mia ipersensibilità, che richiede tante rassicurazioni. E' certamente anormale morire come me dalla voglia di essere amata e capita». Così, se la nostra prima sen- mpbptflaSsfdbsppagSiAAldrpGecsbczzpnnrlgl1rsfsdtddrrsncarimbA sazione è stata di ostilità e di fastidio, inoltrandoci nella lettura proviamo un interesse crescente e una crescente curiosità e vogliamo comprendere bene come era questa donna. Al dottor Allendy, essa espone tutti i suoi timori, le sue perplessità su sé ' stessa. «I miei seni sono troppo j piccoli». Allendy: «Non sono! sviluppati per niente?». Essa glie-j li mostra. Il dottor Allendy le esprime la propria ammirazione. «Lei è davvero attraente». Con Allendy, essa conosce Ar-i taud. «Magro. Tirato. Una faceia emaciata, con occhi visionari. I Un'aria sardonica. Ora stanco, ora ardente, malizioso». Ha con Artaud una storia d'amore. «Guardai la sua bocca, una bocca scurita dal laudano, una bocca che non volevo baciare. Esse-1 re baciata da Artaud era essere ! trascinata verso la morte, verso la pazzia». Non sono però le profusioni j dei ritratti e dei rapporti le zone migliori del diario, perché spesSO vi risale il fumo, rimaniamo ! freddi e increduli e abbiamo sempre l'impressione che qualco- sa Jj vcro c; s|a taciuto, la bilità è scarsa, non riusciamo a trovare alcun orientamento. Entra in scena Otto Rank, analista famoso, e anche per lui sono spese pagine e pagine, ma la visibilità e scarsa. «Rank è ostinato, fermo, integro. Sento la dinamite in lui, una grande pro- fondita di emozione unificata e concentrata». Che ce ne faccia- mo d'un ritratto simile? Sono parole che non dicono nulla. Nel '34, Anais partorisce una bambina morta. Descritto con profusione di parole, questo parto è discontinuo, fumo e superflluità e ridondanze si alternano a qualche breve attimo veritiero. Se Anais Nin ci avesse dato la storia del suo parto con poche frasi secche e severe, ma tenendosi stretta alla realtà, ci avrebbe dato la storia d'un parto. Così abbiamo troppo e nulla. Dopo il parto, chiamata da Rank, parte per l'America. La sua decisione di diventare i analista è stata improvvisa. Essa 1 là rivela bruscamente. «Martedì decisi di diventare analista. Mi avrebbe reso indipendente finanziariamente, e avrebbe dato un'espressione al mio dono di leggere i caratteri c al mio desiderio di aiutare gli altri. Mi precipitai in tintoria per prendere il mio vestito blu giacinto, e da Rank per dirgli la mia decisione». Il secondo volume contiene gli anni fra il '34 e il '39. In America, Anais Nin è un'analista assai fortunata. Conosce gente, conosce fra gli altri lo scrittore Thcodorc Drciser, il quale ammira le sue mani, «paragonandole a gambi di sedano», e le propone di far l'amore con lui. Rivede la strada e la casa dove ha trascorso l'infanzia, quando arrivò in America bambina, con la madre. Una casa affollata e povera. Era stata, quando vivevano col padre, una bambina ricca, e l'ab- bandono del padre significò per J lei la perdita dell'agiatezza oltre i alla perdita dell'affetto e della! protezione paterna. Questa delu-j sione e questo dolore le lascia-1 rono ferite che non si rimargi- i naronb mai. Le diedero per sem- j pre i connotati di un'orfana. Bel- j Io, e da lei idolatrato, il padre ì i o i o k e n e e . e o n e l preferì a lei altri esseri. Ovunque affiorano il padre e l'infanzia, le sue parole suonano vere, j Torna in Francia, perché i problemi dei suoi pazienti la op- j primono, e perché ha stabilito a j un tratto che è una scrittrice e non altro che una scrittrice. Al i suo ritorno, si lega a un indiano di nome Gonzalo. Con Gonzalo, povero, legato a una ex ballerina ; sorda, essa ha rapporti appassionati e intricati che ricordano, pur con tratti del tutto diversi, quelli con Henry Miller. Parla spesso, in questi anni, della ma- ! dre, ma non riusciamo a vederla, come se non avesse mai preso, nel suo animo, forma o consi- ; stenza alcuna. E qui, come nella parte precedente, le pagine migliori sono quelle sul padre. Nel '38, Anais deve occuparsi del padre, ormai vecchio, mala- ! to, e lasciato dalla giovane Ma- [ - ruca- sua ultima m°e''e- E' orr J mai s.enza un soldo^ stanc°- un e i vcccni° a! "mo- E' rìmasto egoista come -j era stato sempre. Anais ha do- ' -1 vuto vendere la casa di Louven- i cienne- e abita a Parìg'. - j ch,atta sulla Scnna- La cllia»a I - j non Place al Pacire- «E' c°s> che e vm?>> — «Ho sempre pensato che se Manica moriva, avrei a| vuto te che ti saresti occupata di me. Ma dovresti cambiar vita. Prendere un appartamento decente, e buttar fuori tutti i tuoi protetti». Così tramonta e si spegne la figura che aveva riempito di do- , cinico seduttore scon-1 , Iore e fiamme il cielo della sua \ esistenza. «Mi chiese di prepa- ' rargli un bagno caldo, e poi non Io fece perché l'acqua non era m,~ t- I filtrata. Dovetti andare a pren- ' ' dergli dell'acqua minerale». Que-1 sti attimi, quesi minimi panico- ' lari reali, in un'atmosfera di ! 11 guerra imminente che si respira nella città, atmosfera non a lungo descritta ma viva in minime annotazioni sbadate, formano, secondo me, le cose che più ci restano impresse nella memoria, sono, nei diari di Anais Nin, le zone dove lei appare nitida, adulta, senza simulazioni e sola. Natalia Ginzburg | i ^m,I ' 11 Anais Nin, a 31 anni

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