La "maratona agricola" Cee comincia nel totale disaccordo di Renato Proni

La "maratona agricola" Cee comincia nel totale disaccordo Lunedì si riapre la discussione sui prezzi La "maratona agricola" Cee comincia nel totale disaccordo DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — La maratona agricola del 24 e del 25 aprile a Lussemburgo potrebbe fallire sia per i molti problemi intricati, sia per le differenze sull'aumento dei prezzi, prospettato nella misura del 2 per cento dalla Commissione europea e del 5 per cento dalle organizzazioni agricole europee. Nel settore del latte l'aumento del 2 per cento del prezzo indicativo è accolto nell'insieme piuttosto bene dalla Francia, dalla Germania e dalla Danimarca. Il Regno Unito invece non auspica alcun aumento. Gli aumenti invece sono giudicati troppo deboli dal Belgio, dai Paesi Bassi, dal Lussemburgo, dall'Italia e dall'Irlanda, che mettono in rilievo l'influenza del prelievo di corresponsabilità o la diminuzione degli importi compensativi che annullerebbero in pratica l'aumento dei redditi. Sembra che le recenti proposte della Commissione, destinate a proseguire e rafforzare il regime dei prezzi di non commercializzazione, siano accolti piuttosto bene. L'Italia chiede una serie di misure specifiche destinate a rafforzare il sostegno per i formaggi e ad assicurare il suo approvvigionamento di latte in polvere. Sulla carne bovina l'aumento dell'I ,25 per cento dei prezzi d'orientamento e di intervento è accolto bene da Germania, Regno Unito e Danimarca, ma è giudicato insufficiente dal Belgio, dal Lussemburgo e dall'Irlanda. L'Italia ritiene che l'aumento del prezzo di orientamento renderebbe ancora più difficile il suo approvvigionamento. Quanto al mantenimento dei premi alla nascita dei vitelli l'Italia sembra soddisfatta, mentre la maggior parte degli altri Stati formula riserve. Per i cereali vi sono poche divergenze sulla necessità di mantenere una quantità minima del frumento tenero panificabile. Divergenze di vedute oppongono la Germana e l'Italia sugli aiuti al frumento duro: la prima li giudica troppo elevati, mentre la seconda li considera insufficienti. Quanto al riso, solo l'Italia chiede l'aumento del prezzo d'intervento. L'aumento dell'I,16 per cento dello zucchero e l'isoglucosio è accolto bene dalla Germania, dalla Danimarca e dalla Francia, mentre il Belgio, l'Italia e i Paesi Bassi le considerano insufficiente. Il regime delle quote rischia di porre problemi molto più spinosi: se Germania, Regno Unito, Danimarca e Italia sono in linea di massima d'accordo per ridurre questa quota dal 135 al 120 per cento, la Francia, il Belgio, il Lussemburgo e l'Irlanda sono contro questa misura per due ragioni. Esse penalizzerebbero in modo particolare i produttori e non rispetterebbero il principio della specializzazione regionale in questo settore. La Francia ritiene che potrebbe rimettere in questione la sua partecipazione ad un accordo internazionale sullo zucchero. L'Italia si oppone a tutti i ! «partners» e alla Commissio ne chiedendo l'aumento della | sua quota «A» che non è sta! ta adattata dal 1974. Essa desidera raggiungere una superficie seminata dell'ordine di 300 mila ettari. Inoltre l'Italia chiede un aumento dell' aiuto nazionale accordato alla coltivazione di barbabietole, mentre la Francia ritiene che tale aiuto sia contrario alla specializzazione delle produzioni. Quanto al «dossier» dell'agricoltura mediterranea, sembra poco probabile che i prossimi negoziati permettano risultati precisi sul vasto aspetto strutturale, sebbene l'Italia vi attribuisca un'importanza particolare. Il modo di utilizzare un miliardo di unità di conto (mille miliardi e 100 milioni di lire) che propone la Commissione per l'irrigazione del Mezzogiorno, la riforma di una parte dei vigneti francesi eccetera, richiedono ancora numerosi studi e suscitano alcune riserve. Per gli adattamenti di alcuni mercati, le discussioni potrebbero essere difficili, soprattutto sul vino e sull'olio d'oliva. Per il vino, vi sono difficoltà per l'introduzione temporanea di un prezzo minimo (apertura di una distillazione permanente in caso di crisi). Solo la Francia condivide, in principio, le proposte della Commissione; l'Italia teme invece ostacoli agli scambi e gli altri Stati membri paventano costose distillazioni. Nel settore degli ortofrutticoli trasformati l'Italia e la Francia auspicano che l'aiuto sia esteso a tutti gli altri prodotti — succhi, sciroppi e pere — e che abbia un carattere permanente. Per l'olio d'oliva, la revisione dei meccanismi di sostegno proposta dalla Commissione non soddisfa nessuno. Renato Proni