La drammatica vigilia di un'elezione storica di Vittorio Gorresio

La drammatica vigilia di un'elezione storica 18 APRILE 1948: UN VOTO CHE DETERMINÒ LA STORIA DI QUESTI TRENT'ANNI La drammatica vigilia di un'elezione storica La memorabile vigilia eletto-' zrale di trent'anni fa pareva fl'alba dell'Anno Mille, quando ■ gSatana — secondo YApocaìis-1 cde di San Giovanni — sareb-1 gbe stato sciolto dalla sua pri- dgione. A Roma, per non per-1 adersi lo spettacolo, giunsero ' binviati speciali da tutto il mon- ; sdo, e negli ultimi dicci giorni ' dprecedenti il voto trasmisero nquotidianamente tre milioni di , laparole. Trasmettevano tutto, j fanche le previsioni meteorolo- ! giche nel desiderio di indovi-, znare che tempo avrebbe fatto 1il 18 aprile. | tSi sa che in quelle notti del- ; sla lunga vigilia De Gasperi: pnon riusciva a dormire. Verso : dle quattro, incamicia, andava malla finestra a guardare in di- j crezione della cupola di San ! vPietro, dove si rivolgono i ro-jcmani per sapere che tempo Ista per fare. Vedeva grosse pnuvole attorno al cupolone e csi lamentava: «Signore, tu ci | cabbandoni, tu fai piovere», lfinché la moglie Francesca non < csi svegliava per richiamarlo a 1 dletto dicendogli con santa ras-1 psegnazione: «Prendiamola co- s" ; sqme una prova che ci manda il Signore». La prova era nel fatto che continuava a piovere senza remissione, e «il generale tempo», che tanti condottieri avevano evocato durante la se- bvconda guerra mondiale, pareva I dil detentore dell'arma assolu- lta. Il Piemonte fu colpito da 1 aun nubifragio, e Nenni arrivò Fa Torino in ritardo per il co- ■ Pmizio di chiusura: potè parlare gsolo quindici minuti davanti ca una piccola folla sommersa csotto gli ombrelli. A Roma. Vil sabato 17 piovve per tutto ; sil pomeriggio, ma gli antico-, cmunisti arrivarono a sperare j Sche continuasse: le borgate pe- ! driferiche. miniere di voti per le ssinistre, si sarebbero allagate ie le operazioni elettorali vi tsarebbero state più difficili che I qnel centro, dove esistono fo- { ngnature. In ogni modo, poiché : sc'è un Dio per tutti, anche la ' Qpioggia terminò, lasciando la i gdomenica mattina un cielo co-1 llscappando tutti, ed erano esau riti tutti i posti sui treni, sugli aerei, sulle navi in partenza dall'Italia. La Borsa invece era orientata al rialzo come se la fiducia stesse aumentando. Si era sofferta una lunga depressione, mesi prima, e alcuni titoli erano scesi a quotazioni inferiori a quelle dell'an- nerto. che fu la miglior cosa. | m* * j Ma in quei giorni stavano sdteguerra. Ricominciando a sa- ! lire quando il presidente degli Stati Uniti, Harry Truman, fir¬ mò la legge sugli aiuti all'Europa: i comunisti cercarono di accreditare la voce che era perché le nostre industrie sarebbero state valorizzate da una vittoria del Fronte popolare. Gli affari spiccioli, comunque, erano paralizzati, ed i piazzisti si lamentavano che alle loro offerte la risposta fosse sempre: «Ripassate dopo il 18 aprile». Anche il mercato assicurativo era fermo: alla scadenza di un suo contratto, un commerciante romano di pentole anziché rinnovare la polizza preferì chiudere il suo negozio fino al 22 aprile. Le industrie cinematografiche avevano sospeso la produzione, pur continuando a pagare artisti e operatori messi in vacanza, in una specie di cassa integrazione preelettorale, a termine. Orson Welles lasciò da parte il suo Cagliostro e I andò a Frascati in una casetta che gli aveva dato in fitto l'ex ! ministro fascista Giuseppe Bot tal, ad aspettarvi l'esito degli scrutini. Alcuni produttori incaricarono soggettisti e sceneggiatori di modificare i copioni preparando due finali diversi ! rispettivamente valevoli nella : eventualità di vittoria e di sconfitta del Fronte popolare. ! + i ...... . ; Alcuni giorni dopo la scon-1 fitta del fronte, il socialista Fernando Santi scrisse con a- j marezza: «Siamo stati soli: tut- to il mondo era coalizzato contro di noi. L'America con le sue lettere, i suoi regali, le sue minacce di farci morire di fame, l'America di Wall Street, '. di Jim Carrey, di monsignor Spellman; i miti rosei olandesi intenti- a coltivare tulipani con ^grazia, ed a spremere petrolio con ferocia dalle vene degli ;indonesiani trucidati con le ■loro invocazioni affinché gli t• ■• . . t\ r* -;itahani votassero De Gasperi |per salvare il Papa e pregassero il Papa per salvare De Gasperi; i cardinali con le loro scomuniche e il vescovo di Roma e Capo di uno Stato terreno e straniero con il suo grido sanfedista "o con Cristo o contro Cristo"; il gesuita padre Lombardi con le sue prediche in piazza e i suoi comizi nelle chiese; i giovani dell'A- -' zione cattolica con il loro pio I aa furore vandeano ed i loro eie- po ■ ganti manganelli rivestiti di lu- e-1 cidissimo cuoio; le devote fi- ! a -1 glie di Maria con il loro atto | te- di fede: "Sempre col Papa fino I s-1 alla morte, che bella sorte, che j leo ' bella sorte", e negli occhi la - ; stessa pietà cruda inesorabile i ' degli antenati che accendevao no il fuoco agli eretici: "Per i , la salvezza della tua anima, , j fratello..." ». - ! E' una immagine abbastan-, za fedele dell'atmosfera di quel o 18 aprile, anche se la colori | tura può in qualche punto di- - ; spiacere, come su quello del i: petrolio spremuto dalle vene o : dei cadaveri, o degli eleganti a manganelli rivestiti di cuoio lu- _ - j cidissimo, che in realtà non si I un ! videro. In realtà si era avuta, I t-jcome disse Togliatti, la mobi-j to Iitazione della paura, sicché | fe pe.- la De avevano votato tutti e coloro che avevano paura di un i | comunismo effettivo, pur se ce, lato malamente a fini patriottin < ci da quel testone di Garibala 1 di che il Fronte aveva preso a -1 propria insegna in luogo della o- solita falce col martello. Erano " ; stati inventati manifesti De nei quali si vedeva il volto di Sta- ptcacvlarmni gl e emee- baldi. * * Per di più, i comunisti avevano commesso l'imprudenza a I di scendere sul terreno della u- lotta religiosa, andando in giro a 1 a dire che Cristo stava con il ò Fronte, da proletario, mentre il o- ■ Papa si era messo a difendere e gli interessi dei borghesi, nemiti ci del popolo. Avevano fatto a circolare l'affermazione che il a. Vaticano aveva tradito la Chieo ; sa e che il Papa non era il vio-, cano di Cristo, ma di Truman. e j Stampato su volantini, avevano e- ! diffuso un dialoghetto fra Gee su Cristo e il Padre Eterno, e in ciel°- «Domineddio: diletvi to figl'°. ti sei accorto che da e I qualche tempo quel tuo vicao- { no ln terra esagera?». «Cristo: é : sì, padre, ma non mi riguarda, a ' Quello non è più sotto la mia a i giurisdizione, ma sotto quelo-1 la di un certo signor Tru- c1lbnnbzmclin sotto la maschera di Gari-1 dnlztnppomstltptbgPvltqdpmu unce me nga lan- a. | man». j Per Pasqua, che trent anni go fa cadeva prima del 18 aprile, aPio XII aveva fatto un discor- mso importante proponendo il sdilemma ricordato da Fernando tSanti: «O con Cristo o contro! uCristo», e il lunedì dell'Ange- j alo i giornali del Fronte popola- sre domandarono a dispetto se egli fosse sicuro che Cristo j stesse ancora con lui. Uno di tali quotidiani, La Repubblica, a- ! alla domanda rispondeva col li titolo di un suo editoriale: r¬ udi ra ada on i he «Cristo è con noi». Ma quel giornale era diretto dall'israelita Arrigo Jacchia, e sulla stampa di destra dilagò tutto lo spicciolo razzismo delle facezie antisemite. Poi c'era stata una pastorale del cardinale Alfredo Ildefonso Schuster arcivescovo di Milano il quale prescriveva al suo clero di rifiutare i sacramenti ai comunisti. Parve un'indebita pressione di carattere politico e se ne fece uno scandalo, ma a bloccarlo intervenne quell'in tegerrimo laico che era Erne sto Rossi: «Schuster ha tutte le ragioni. I sacramenti, se non _ una battaglia politica con l'aiu to del clero ha poi grandi mo tivi per rallegrarsi. E' noto in fatti che De Gasperi quando proprio un'invenzione dei preti, sono di certo un patrimonio che essi hanno il diritto di amministrare come credono, concedendoli o negandoli come vogliono. La Costituzione della Repubblica riconosce il diritto al lavoro, non ai sacramenti». * * A battersi sul piano religioso nessuno mai la spunta contro i detentori titolari della religione, ma nemmeno chi vince conobbe il numero dei voti del 18 aprile che davano alla De la maggioranza assoluta si turbò: «E adesso — disse — che ne facciamo?». Era la traduzione in termini politici della battuta popolare «troppa grazia, Sant'Antonio», ed esprimeva il timore di De Gasperi che la stravittoria del partito | dei cattolici spingesse il Vatica- ' no a esigere dal leader della De la clericalizzazione dello Stato. Ha scritto Gianni Baget Bozzo su La Repubblica di sabato scorso 15 aprile che la De nacque a suo tempo quale proiezione ecclesiastica nella politica, «non come un fatto originariamente politico, ma come una mediazione ecclesiastica verso la sfera dello Stato (...) era sorta per difendere la Chiesa nello Stato dallo Stato (...) mancava di un pensiero politico effettivo (...) il suo potere fu l'effetto dell'imprevedibile, il punto di equilibrio raggiunto là dove non era atteso. Partito che cercava, senza trovarne, delle motivazioni ideali, la De fu agitata idealmente per tutto il corso degli Anni Cinquanta. Specie la legislatura del '48 fu dominata da un problema: abbiamo il potere, ma che ne facciamo?». Può darsi, come scrive Ba- get Bozzo, che 1 interrogativo abbia tormentato allora gli uo-1 mini di un partito incerto e sorpreso che aveva ricevuto tredici milioni di voti come ; ! una inattesa eredità, e che perj j anni si sarebbe poi interrogato ; sul come conservare e legitti mare una fo 'una non immagij nata. Ma è il problema di un tempo ormai passato, e alla distanza di trent'anni si vede oggi chiaramente come esso sia stato risolto, con bellissimo empirismo. A dispetto di tutte ! le vere o presunte insufficien-1 ze ideologiche, il potere è ri- i masto alla De. è stato anzi consolidato, e si è avuta la prova j che il potere è autosufficiente. «Che ne facciamo?», si interrogava De Gasperi il 18 aprile. 1 «Ce lo teniamo» è stata la ri-1 sposta trentennale della De. Vittorio Gorresio ' i sxLi" JSP • - .. .1 !BHW» r Torino, aprile 1948. Piazza San Carlo invasa dalla folla (a sinistra) per il comizio di Alcide De Gasperi e (a destra) per quello di Palmiro Togliatti (Archivio storico La Stampa)